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Vocabolario marinaresco

 

 

di Ernestro Prudente

Lettera S/3

 

Setténtrione – settentrione s.m. La direzione del punto cardinale nord da cui proviene il vento di tramontana.

Sfalangà – sfalangare v. Varare, mettere in acqua il natante che con l’invasatura scorre sulle falanghe.

Sfelàzze – sfilaccio s.f. Elemento principale nella costruzione delle cime risultante dalla filatura delle fibre vegetali. Le filacce sono torte da sinistra a destra. Riunendo più filacce si ottengono i legnuoli.

Sferì – sferire v. Slacciare le vele dal posto dove sono legate, togliere la cima dai bozzelli, togliere l’armatura dalle reti.

Sferrature – sferratura s.f. Azione momentanea di una sfuriata di vento.

Sfiaccùte – sfiancato agg. Affaticato, stanco, debole, esausto, fiacco, sfinito.

Sfòghe d’àrje – sfogo d’aria s.m. Qualunque tipo di apertura che consente il passaggio dell’aria.

Sfridde – sfrido s.m. Perdita di peso durante il carico e la discarica di merci alla rinfusa.

Sfùnnele – cozza pelosa s.m. Modiolus barbatus, della famiglia dei lamellibranchi. Mussolo. Gli scogli di Ponza sono ricchissimi. Sono facili a staccarsi. Sono saporiti e gustosi. Aprirli vivi presenta qualche difficoltà. Un attimo sul fuoco e si aprono. Hanno la capacità di dare anche un ottimo sugo per gli spaghetti.

Sgamentà – danneggiare v. Perdere la stoppa che chiudeva il vuoto tra due tavole della carena.

Sgranà – sgranare v. Mollare il freno.

Sgravuglià – districare v. Dipanare, sciogliere.

Sgubbje – gorbia s.f. Scalpello a sezione semicircolare usato dai carpentieri.

Sguttà – sgottare v. Togliere l’acqua con la sassola. Aggottare.

Sià – sciare v. Il lavoro che si fa con i remi per muovere a ritroso, con la poppa innanzi, una imbarcazione.

Siéste – sesto s.m. Forma e misura della distanza delle legature che tengono uniti la rete con la corda contenente i sugheri e con quella impiombata.

Sije è vòghe – scia e voga s.m. L’atto di vogare da un lato e sciare dall’altro lato.

Sinistre – sinistra s.f. Lato della nave che si trova a sinistra di chi guarda verso prua.

Sinistre – sinistro s.m. Incidente in cui incorre una nave sia in navigazione che all’ancora.

Siréne – sirena s.f. Strumento acustico di cui sono dotate le navi per le segnalazioni.

Sive – sego s.m. Grasso di animale usati per ungere le falanghe su cui devono scorrere i vasi.

Smaniglià – smanigliare v. Staccare un pezzo di catena da un altro aprendo la maniglia a perno che li unisce.

Smuntà – smontare v. Lasciare ad altri il servizio. Disfare.

Sogliole – sogliola s.f. Solea vulgaris. E’ tra le più note sogliole che circolano nel nostro mare. Come tutti i solìdi ha gli occhi e la pelle colorata solo sul lato destro. La pelle è ruvida al tatto. Vive quasi sempre sepolta nella sabbia. Si pesca con la rete a strascico. Oltre alla sogliola verace abbiamo anche la passera, pleuronectes platessa; la passera nera, platichthys flesus; la sogliola occhiuta, solea ocellata; la sogliola fasciata, solea variegata; la sogliola gialla, solea lutea; la sogliola turca, pegusa kleinii; la sogliola nasuta, pegusa nasuta. Il più esperto marinaio nella definizione di questi ed altri pesci è Salvatore Morlè, Cianfone, pescatore espertissimo con la rete a strascico. La sogliola è uno fra i pesci più conosciuti. Ha carne prelibata, squisita e leggera, adatta per malati e bambini.

Sopraviénte – sopravvento s.m. Lato da cui spira il vento.

Sorece i mare – pesce pettine s.m. Xyrichthys novacula. Ha il corpo schiacciato con un voluminoso capo, il tutto ricoperto di grosse squame. Di colore rossastro-violaceo. Ha grossi denti che procurano danni alle dita quando gli si stacca l’amo a cui ha abboccato. Vive sul terreno sabbioso. Si pesca con la lenza. Ha carni squisite. Fritto risveglia pure i morti. L’amico Ciro Vitiello, direttore tecnico della centrale elettrica, è un accanito pescatore di sùrece. Ogni anno fa due cene, a base di sorci fritti, invitando un folto gruppo di amici. Io sono fra quelli.

Sottaviénte – sottovento s.m. Lato opposto da cui soffia il vento.

Spàgnòle – spagnola s.f. Paranco tra i due picchi di carico di una nave posti ad operare sulla stessa stiva.

 

Spanate – spanato agg. Guastato il pane della vite.

Spannià – smagliare v. Togliere i pesci dalla rete.

Spasàre – spasaro s.m. Luogo comune per distendere le reti.

Spasèlle – cesta s.f. Cassetta dove si pone il pesce.

Spasone – Cestone s.m. Grossa cesta bordata fatta con lamine di legno di castagno.

Sprufunne – abisso s.m. Profondità, baratro, strapiombo.

Spave – spago s.m. Cordicella molto piccola usata per cucire vele e tende e per piccole legature.

Spècchje i poppe – specchio di poppa s.m. Quella parte della poppa che va sotto il nome di quadro.

Spèdizione – spedizione s.f. Il complesso di documenti di bordo che si consegna, all’Ufficio marittimo, all’arrivo della nave in un porto e che si prelevano alla partenza.

Spenaruole – spinarolo s.m. Squalus acanthas. Appartiene agli squaloidi, dunque un pescecane.La pelle è di colore grigio con una spina sul dorso che usa per difendersi e per attaccare pesci anche più grandi. Quando punge inietta una sostanza velenosa, tossica anche per l’uomo. Si pesca con le coffe e con le reti. Si mangia ma le sue carni non raggiungono la squisitezza di quelle del gattuccio o del gattopardo.

Spercià – filtrare v. Penetrare, infiltrarsi. Di liquido che penetra fino ad uscirne.

Spernòcchje – scampo s.f. Squilla santis, dei decapodi. Crostaceo di colore bianco rosato con riflessi rossastri che raggiunge anche i venti centimetri. Vive oltre i trecento metri in terreno sabbioso. E’ oggetto di una pesca attiva per l’elevato prezzo dovuto alla bontà delle sue carni, molto pregiate.

Spertusà – bucare v. Forare, perforare, traforare, trapassare.

Spiagge – spiaggia s.f. Tratto di suolo arenile compreso tra il mare e la proprietà pubblica o privata.

Spine – spina s.f. Lisca del pesce.

Spinule – spigola s.f. Morone labrax. Pesce che preferisce circolare in acqua dolciastra. Appartiene a una famiglia, serranidi, che comprende specie molto importanti dal punto di vista alimentare. Risale anche le acque dei fiumi. Plinio narra di eccezionali prede pescate nel Tevere. I grandi esemplari vivono isolati. Un mattino, mentre raccoglievo ostriche e cozze pelose, nel tratto di mare che da Punta della Guardia porta al Fieno, notai che mi veniva incontro un pesce di colore argenteo che subito inquadrai come dentice. Era un pesce che valutai intorno ai dieci chili. Forse fu attratto dalle bollicine che emanavo dal mio apparecchio per respirare sott’acqua. Fatto sta che il pesce prese tutta la mia attenzione. Mi arrivò ad un metro, guardandomi sempre fissamente, poi, lentamente, girò la testa per altra direzione. Quando fu di traverso rimasi sbalordito: non era un dentice, aveva il collo rotondo e la testa appuntita. Era una spigola. Che spettacolo. Il giorno dopo tornai nelle stesse acque con la speranza di rivederla. Fu un bagno inutile. La spigola è un pesce vorace e carnivoro. Si pesca con la lenza a traino e con il fucile subacqueo. Raramente si impiglia nella rete. E’ oggetto di allevamento. Anche a Ponza sono state installate delle gabbie di reti per l’allevamento delle spigole e delle orate. Sono situate nella zona di mare antistante il fortino di Frontone ad una profondita che oscilla tra i dieci e i quindici metri. Sono di Oreste Romagnoli, il cognome è qualcosa di più, data la sua rinomata fama. Oreste è anche il proprietario dell’Orestorante, un locale di fama internazionale.

Spigone – spigone s.m. Una qualsiasi asta usata per prolungare un albero, un pennone, una antenna.

Spogne – spugna s.f. Cucinella cavolini. Il mare di Ponza è ricco di spugne di diverse natura. Sono venuti finanche i pescatori greci a pescarle. Spogne è anche il nome dell’apparecchio con il quale si pescano i calamari. Con lo stesso nome si designa anche l’attrezzatura per la pesca dei totani.

Spurtiélle – sportello s.m. Piccola imposta. E’ una anta, non una tassa.

Squadre – squadro s.m. Squarina squatina. E’ l’anello di congiunzione tra lo squalo e la razza. Vive su fondali sabbiosi. Si pesca con le reti e con l’amo. E’ scomparso da decenni dai nostri mari. La generazione dopo la mia non lo conosce. C’è rimasto solo il detto: “sì na pèlle i squadre” . Con la pelle si rivestivano le impugnature delle spade e si levigava il legno.

Srauglià– districare v. Dipanare, sciogliere, svolgere.

Stagnà – stagnare v. Bloccare la fuoriuscita di liquidi.

Stagnare – bidone s.f. Recipiente di metallo per liquidi.

Stallìje– stallie s.f. Indica il periodo di tempo in cui una nave è obbligata a fermarsi in un porto per il caricamento di una determinata merce. La sosta in eccesso viene indicata con contro stallie per la quale il noleggiatore è tenuto a pagare un supplemento per il ritardo della merce da imbarcare.

Stampanale – stampella s.m. Pezzo di legno che si affianca alla ordinata, per renderla più consistente, dove si inchiodano le tavole dell’opera morta.

Stazze – stazza s.f. Rappresenta il volume interno di una nave utilizzabile per il carico che viene espresso in tonnellate. Stazze sono definite anche le estremità della rete.

Stélle – stella marina s.f. I nostri mari sono ricchi di stelle marine. Abbondano nei fondali renosi e fangosi. Asteria gibbosa, ophiomixa spinulosus, astropecten spinulosus, marthastenas glacialis, asteria rubens, echinaster sepositus, sono le più note.

Stélle pulare – stella polare s.f. La più nota fra le stelle per la sua posizione che indica la direzione del nord. Ha permesso a navigatori e viandanti di raggiungere il luogo sospirato.

Stènnere – stendere v. Mandare una corda da un punto all’altro.

Stipètte – stipo s.m. Nome di qualsiasi tipo di armadietto.

Stire – manico s.f. Impugnatura di legno per qualsiasi attrezzo come martello, lima, raspa, scalpello, zappa, pala.

Stivà – stivare V. Sistemare la merce nella stiva della nave.

Stive – stiva s.f. Spazio interno di una nave dove si pone il carico.

Stoppe – stoppa s.f. La parte più grossa che si ricava dalla filatura della canapa, che viene usata nei cantieri navali per il calafataggio delle tavole della carena e per chiudere falle.
Straccannate – strattone s.f. Tesatura improvvisa delle cime di ormeggio causata da raffica di vento o dalla risacca.

Stracquà – arenare v. Arrivare a riva spinto dalla corrente o dall’ onda.

Stracquature – stagnatura s.f. Periodo di relativa calma durante i fortunali come se il vento si riposasse per riprendere dopo con più veemenza.

Strammate – logorato agg. Sfilacciato, consumato.

Strapuntine – Strapunto s.m. Materasso da cuccetta.
Strauglià – dipanare v. Sbrogliare, svolgere, sciogliere.

Struncà – stroncare v. Recidere, tagliare netto.

Struoppele – Stroppo s.m. Stroppolo, pezzo di corda legato a forma di anello che si inserisce nel remo e nello scalmo per tenerli aderenti e consentire al remo la sua funzione.

Struzzature – strozzatoio s.f. Congegno per frenare la corsa dell’ancora quando si dà fondo in una zona di mare molto profonda onde evitare che il peso, a quella velocità, strappi la catena. Consiste in una leva che stringe, strozza, la catena contro la parete rallentando la corsa.

Sturione – storione s.m. Acipenser sturio. L’ho visto una sola volta. Dovetti lasciare la scuola per correre alla chiamata. Giaceva per terra fuori la pescheria di Paesano. Tra gli astanti nessuno lo conosceva. Era un esemplare di 49 chili. Lo avevano pescato i Sacco: Francesco, Gerolamo e Costantino Vitiello. Quest’ultimo, a cui mi lega una grande stima, porta in giro i suoi novantotto anni con disinvoltura giovanile. Con le uova di storione si fa il caviale.

Suace – suacia s.f. Arnoglossus laterna. Simila alla sogliola, con pelle grigioscura. Vive su fondali sabbiosi e fangosi a grosse profondità. Si pesca con la rete a strascico. Le carni sono eccellenti ed è richiesta nei mercati.

Suarèlle – sugherello s.f. Nattello, correntina. Piccolo galleggiante a cui sono legati alcuni fili con gli ami. Serve per la pesca delle occhiate in superficie. E’ divertentissima.

Suariélle – suro s.m. Trachurus mediterraneus. Il sugherello appartiene alla famiglia dei sugheri. E’ saporito con pomodoro, origano e aglio.

Sudovest – sudovest s.m. Copricapo di tela cerata di particolare forma, usato dai marinai in tempo piovoso.

Suliére – fondo marino s.m. Piatto, arenoso e senza scogli.

Sullìne – solino s.m. L’ampio bavero di colore azzurro con strisce bianche facente parte della divisa del marinaio.

Summìte – rialzo s.m. Zona sott’acqua che si eleva.

Summuzzà – sommergersi v. Tuffarsi, scendere sott’acqua.

Summuzzariélle – tuffatore s.m. Berta maggiore. Vedi parlante.

Suppònte – appoggio s.m. Puntello, sostegno, rinforzo.

Supressòle – lamina s.f. sfoglia di legno con cui si copre la chiglia, per non farla deteriorare, per tutta la sua lunghezza sia all’interno che all’esterno dello scafo.

Surcometre – solcometro s.m. Strumento per misurare la velocità della nave.

Suscià – soffiare v. Spirare, emettere, espirare. Qualcosa fatta in brevissimo tempo.

continua

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