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Così non va bene

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di Franco De Luca

 

La pressione dei turisti sciamanti sull’isola non ammette interpretazioni. Una sola verità si impone: l’estate ha messo in moto gli ingranaggi dell’industria turistica. I Ponzesi tentano di leggerne le movenze e di coniugare i servizi richiesti con quelli offerti e con gli introiti.

Ma le vicende passate, le eredità negative ancora presenti stanno mischiando in un guazzabuglio torbido l’esigenza di legalità che la nuova Amministrazione persegue come un blasone, la richiesta di lavoro dei Ponzesi che dall’economia turistica traggono sostentamento, la pressione giudiziaria che non lesina sconti e che insiste a marcare stretto la vita socio-politica di Ponza, falcidiata da provvedimenti di interdizioni, di divieti, di mancate autorizzazioni.

San Silverio non ci può aiutare, anche perché chi ne esercita il culto magnifica le celebrazioni e non la carità.

Occorre prendere coscienza di questa realtà: la situazione esistente non è gestibile con l’ordinaria amministrazione. Attendere che i divieti si attenuino, che le autorizzazioni si tollerino, che le disposizioni regionali siano più comprensive, lasciare che al di fuori di Ponza si comprendano la precarietà della vita economica isolana, la sua fragilità e inadeguatezza non è l’atteggiamento da tenere. Può sembrare l’unico legittimo ma non rassicura la gente che l’inverno non sarà di stenti.

In questa situazione bisogna prendere posto a fianco della gente, bisogna tutelarne l’esistenza. Anche se è la stessa gente che ha tollerato il malaffare, ha fatto finta di non vederlo, talvolta ne ha approfittato.

Se una società non trova nell’autorità che ha eletto il suo paladino, allora la partecipazione alla democrazia è una truffa, è un gioco che non permette a chi perde di sperare in una vittoria.

 

Francesco De Luca