di Franco De Luca
Poiché voglio proporre un modo nuovo di realizzare la festa patronale del 20 giugno parto da constatazioni sicure, verificate.
Orbene, indipendentemente dalle radici storiche il 20 giugno si configura come data di inizio del periodo turistico a Ponza. Indipendentemente, dico, dalla sua origine religiosa è innegabile che l’“alta stagione” turistica a Ponza parta dal 20 giugno.
Lo dimostra l’afflusso dei villeggianti che in giugno vengono a Ponza proprio per la ricorrenza della festa di san Silverio. O meglio vengono perché quella festa si è arricchita di vesti folcloristiche, spettacolari che rendono il soggiorno a Ponza, movimentato, ricco di iniziative, piacevole.
Tutto l’apparato festivo si è consolidato in manifestazioni e appuntamenti che hanno sempre di più accentuato la propria natura profana affiancata alla natura religiosa della festa che la sostanzia. Questa rimane come il nocciolo non scalfito di un apparato che gli è a fianco ma che non si identifica con la prima.
Se si prende coscienza di questo non riesce difficile concludere che la festa religiosa (novena, processione, benedizione, pratiche devozionali, Messa solenne ) è una cosa, altra è la questua, la lotteria, le luminarie, i fuochi d’artificio, il cantante.
Sono due aspetti distinti che possono procedere affiancati fintanto che la distinzione serenamente viene rispettata.
Ove questo non si vuole riconoscere appare difficile conciliare la ricerca di sponsor per la raccolta di una somma che si aggira intorno ai 100mila euro con l’obbligo di devolvere il 10 per cento alla Curia diocesana.
Allo stesso modo: come dar lustro alla festa per il bisogno popolare di esprimere la devozione al santo e nel contempo rispettare le regole di buona economia per cui i contratti vanno stipulati nella trasparenza, i costi vanno commisurati con le prestazioni e i pagamenti effettuati con onestà ?
La festa è popolare perché è il popolo che la sostiene economicamente (e anche con devozione ) e ad esso occorre dare conto del bilancio.
La festa è religiosa perché è il culto di san Silverio che l’alimenta e la sostiene, e l’aspetto religioso va tutelato e magnificato.
Se però queste due facce si appiattiscono in una sola volontà che non le distingue, allora si avvera una contaminazione dannosa e insensata.
È quello che sta avvenendo ora a Ponza.
Cosa propongo? Che per togliersi da questo stato ibrido, da sempre foriero di malanimi, dicerie e dissesti, la festa religiosa abbia la sua glorificazione e trovi appagamento nel soddisfacimento delle richieste dell’Autorità parrocchiale; la festa popolare sia gestita da un comitato civico slegato dai condizionamenti dell’autorità religiosa, con un bilancio pubblico e trasparente.
San Silverio non storcerebbe il naso, lui che non era bene accetto alla Curia Romana e ciò nonostante fu elevato a Papa.
Francesco De Luca