di Gabriella Nardacci
Per la precedente puntata di questa serie, leggi qui
Alla Redazione di Ponzaracconta.
Invio la terza ed ultima parte di “A guardia del mare”. Spero di essere stata precisa nelle informazioni in questa breve ricerca su alcuni fari in Italia e nel mondo. Ho notato che molti Autori hanno proposto altri pezzi riguardanti appunto questo argomento, e già nel 2011 questo tema è stato ampiamente trattato sempre su questo sito. Naturalmente ciò mi ha dato l’opportunità di approfondire le conoscenze relative al faro della Guardia. Ringrazio pertanto tutti coloro che hanno accresciuto le mie conoscenze sui fari delle isole ponziane, da Enzo Di Fazio a Biagio Vitello, da Sandro Russo a Enzo di Giovanni, e poi… Ernesto Prudente, Carlo Bonlamperti, Antonio De Luca, Mimma Califano, fino alla nostalgica e lontana Luisa Guarino e i molti altri che hanno trattato di questo argomento o che sono solo appassionati sostenitori della memoria e della conservazione di tutte quelle cose che non dovrebbero mai essere lasciate morire.
Cordialmente
Dedicato a Luisa Guarino – che non conosco di persona – per vicinanza
Gabriella Nardacci
Il territorio della nostra bella Italia è in cima alle classifiche per le bellezze naturali che offre, e poiché esso possiede una grande estensione di coste, nella sua bellezza sono inclusi anche i Fari.
Attualmente ci sono in Italia circa duecento fari attivi, ma tutti, compresi quelli spenti, hanno il loro fascino sia per l’architettura che per la posizione.
Alcuni fari, in disuso per ciò che concerne la loro funzione, sono stai messi in vendita dal Demanio dello Stato e acquistati da privati i quali ne hanno fatto luogo di soggiorno dotati di ogni comfort; per coloro che sognano di passare momenti di raccoglimento immersi nella natura e nel paesaggio.
A cominciare dal nord, fino al sud e alle isole, tutti i fari raccontano storie e ricordi e molti di questi costituiscono materia per la fantasia e il mistero.
La Lanterna di Genova, si classificò al primo posto in Europa per la sua altezza, anche se la costruzione di quella che è ancora oggi si fa risalire a verso il 1543. E’ alta 76 metri e si erge sul Promontorio di San Benigno, ma dal mare alla punta raggiunge i 120 metri d’altezza e ha la base quadrata. A proposito di questo faro, si racconta che il Doge Pietrasanta fece gettare dal faro l’architetto che l’aveva progettato per evitare che in futuro potesse costruirne uno più bello.
Faro costruito invece a pianta circolare e che emette un segnale a luce rossa, fu il faro di San Vito Lo Capo (TP).
Ma lunga sarebbe la lista dei fari italiani degni di essere descritti e menzionati. Mi limiterò, pertanto a considerare solo quelli che ho avuto l’opportunità di vedere.
Aggiungo ai primi due menzionati sopra, il Faro di Capo Vaticano, a Ricadi (Vibo Valentia),
Il castello Ruffo e il Faro di Scilla (RC), sullo stretto, con la Sicilia sullo sfondo
Il Fanale dei Pisani a Livorno
Il Faro di Capo dell’Arma a Sanremo
Il Faro di Capo Fortino ad Acropoli
E poi i fari più vicini a noi; nel Golfo di Napoli e nelle Ponziane…
il Faro di Punta Carena a Capri
Il faro di Ischia Porto
Il faro di Procida, che si trova subito dopo il marina di Sancio Cattolico con la Chiesa di Santa Maria della Pietà e la cinquecentesca Casa Catena
Il faro di Ventotene
Il Faro di Zannone
Il Faro di Capo Circeo meta delle mie scorribande in età giovanile
…E per ultimo, ma non perché meno importante, il Faro della Guardia a Ponza, visto ma mai visitato…
Mi è stato detto che è in stato d’abbandono e che per raggiungerlo via terra occorre avere polmoni robusti, perché la strada è disagevole e s’inerpica alquanto; ma che si può raggiungere anche via mare perché c’è un piccolo approdo.
Comunque vengono forniti diversi itinerari e chi è curioso e appassionato delle cose belle, può tranquillamente sceglierne uno, perché tutti hanno percorsi lungo i quali poter attingere notizie riguardanti arte, tradizioni e costumi dell’isola. Si può partire dal Porto oppure dal Palazzo Municipale e passare per il portone di Pascarella; lasciare le preghiere alla Madonna di Pompei e salire per via Scotti. Si ammirano balconi, scalini ed archi risalenti all’800 e ci si può fermare per lasciare un’altra preghiera alla Madonna Addolorata, presso la piccola cappella dedicata.
Camminando ancora si possono respirare gli odori degli orti pensili e dei vigneti tra le alte mura, le parracine, che li proteggono dalle intemperie, fino ad arrivare alla chiesetta della Madonna della Civita e poi proseguire seguendo due possibili itinerari…
…Per il Monte Guardia con il suo Semaforo [su questo sito: leggi qui], il luogo più alto di Ponza da dove il panorama ipnotizza, talmente è fascinoso: dall’alto si vedono baie, faraglioni, Chiaia di Luna, Palmarola, i colori del mare che indicano profondità e trasparenze. Dal Semaforo, per avere una vista dall’alto sul Faro della Guardia, c’è da percorrere un viottolo di poche centinaia di metri e una volta arrivati il precipizio è notevole, ma purché si stia attenti, vale la pena andarlo a guardare, da questo inusuale punto di vista, perché è solitario, imponente, poetico, amico delle indoli contemplative.
…Oppure dalla chiesetta della Madonna della Civita si può anche puntare direttamente verso Punta della Guardia cioè al Faro, lungo un viottolo ormai dissestato a mezza costa sulla Scarrupata. Ma poi si verrà fermati in vicinanza dello sperone di roccia che porta al faro vero e proprio, per la presenza di un cancelletto chiuso e per un passaggio in parte franato e quindi inagibile.
Ci accontentiamo allora di vederlo da lontano, il nostro faro…
Quale nome migliore da dare a un Faro se non il Faro della Guardia?
Non a caso il titolo di questo breve viaggio attraverso queste costruzioni particolari, e per me incantevoli, è stato scelto pensando al Faro di Ponza che ora sembra sia stato messo in vendita con una base d’asta di 5 milioni di euro.
Credo che i fari siano stati e alcuni ancora sono, ‘le guardie del corpo’ degli uomini di mare. Le sentinelle del mare…
“ Vedo i fari, le sentinelle, ritti e più terribili perché tacciono, violenti e immersi nella tenebra immensa. Alcuni spingono ovunque sguardi di cacciatori affaccendati, altri chinan sui flutti le loro aste d’oro, pescatori delle lenze luminose…” (Filippo Tommaso Marinetti).
L’unica ‘Guardia’ in grado di rimanere irremovibile alla furia del mare quando è in tempesta e grande consigliere nel segnalare pericoli.
“ L’amore è un faro irremovibile che mira la tempesta e mai ne viene mosso…” (Shakespeare)
Di libri, reportage, fotografie e ricerche, relativi a questa materia, ce ne sono tanti e tutti degni di notizie e dettagli.
Molti gli scrittori che si sono ispirati ai fari, per narrare storie inventate e non; a tal proposito cito soltanto, a due estremi temporali: “Gita al faro” di Virginia Woolf (1927) e “La luce sugli oceani” di Margot Stedman (2011), primo romanzo ambientato su un faro.
“…Isabel amava la luce del faro e adora le mattine radiose, con l’alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo…”.
Libri di fotografia e architettura, testimoniano la bellezza di queste costruzioni. Altri libri indicano musei e luoghi da visitare dove si custodiscono gruppi ottici, lenti, lampade e altre cose provenienti da antichi fari automatizzati.
Struggenti descrizioni riescono a trasportare il lettore in questi luoghi che a volte sono così pregni di mistero e magia, da rasentare quasi la finzione.
“…volto stravolto di due rose gialle, fra crepe arse dal salino più amaro, timida luce rotta, sarete un giorno un faro sull’onda, alle mie spalle…” (M. Luisa Spaziani).
I viaggi dentro e fuori di loro, così ben descritti da navigatori e poeti (anche se non sempre italiani) che solo con le parole dei libri e delle immagini, riescono a rendere partecipi dei loro viaggi, reali o immaginari…
“…e finalmente quando l’alba chiude la notte e cinge il semicerchio del mare, il faro pallido e alto nella luce, sembra più bianco e spettrale che mai… La notte è finita come un sogno, mentre sulla torre bianca che si solleva alta con la luce gialla nel vetro sbiadito, le lenti rotanti lampeggiano e scorrono e brillano fiocamente contro il cielo…” (Louis Stevenson)
Chiudo questo breve e per me affascinante viaggio, con le parole di un poeta che apprezzo, pensando però non alla luce bianca del poeta quanto a quella luce che traccia una strada luminosa da seguire sul mare nero…
“Chi nasce qui respira dall’infanzia un aroma di zucchero, vento, pesce e mare, sente che l’oceano vicino incolla in tutti gli esseri e cose un trasparente francobollo azzurro. (…) Sull’alto della collina, il faro bianco della mia terra, illuminerà la notte quando questa verrà a nascondere i ragni e i millepiedi e i sogni e i segreti degli uomini. Luce bianca. Eclisse. Luce incarnata. I fasci del faro, rischiarano i tetti anneriti dalle piogge, le strade in salita, i palmizi che cantano e danzano nella notte lunga, i mangues dove acqua e terra si dissolvono, gli acagiù in fiore. Nell’universo rotondo, fra i goiamuns nascosti nel fango nero delle lagune e delle costellazioni, fra i fuochi di Santelmo e i canti dei galli, il faro di Maceiò guida le navi e gli uomini” [così Lêdo Ivo, nel libro Confissões de um poeta, pubblicato per la prima volta nel 1976, riferendosi alla ‘sua’ Maceió e allo stato di Alagoas]
Gabriella Nardacci
[A guardia del mare (3) – Fine]
Luisa Guarino
28 Aprile 2012 at 15:17
Con crescente interesse, grande attenzione e autentico rapimento ho letto la terza e ultima puntata di “A guardia del mare”, che tra l’altro Gabriella Nardacci ha voluto tanto caramente dedicarmi, cosa di cui non finirò mai di ringraziarla. Ancora una volta una pagina bellissima, resa ancora più indimenticabile dal finale riservato al nostro Faro della Guardia e a una selezione di scritti che denotano grande conoscenza e preparazione, oltre a una sensibilità davvero non comune. Grazie ancora! Sono certa che la magia dell’argomento è ben lungi dall’essersi esaurita e che in molti, a vario titolo e in modo diverso, vorranno continuare a illuminare con questa materia le nostre menti e i nostri cuori.
Continuiamo a nutrirci di racconti e ricordi dunque, di immagini e suggestioni, ma cerchiamo allo stesso tempo di vivere il momento storico attuale, mobilitandoci per non perdere il nostro faro. Speriamo di essere ancora in tempo.
Luisa Guarino