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Breve nota antropologica su Ponzaracconta

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di Giuseppe Mazzella

 

Alla fine degli anni sessanta un gruppo di volontari di alcuni Paesi europei si recò in un Paese dell’Africa subsahariana per educare gli abitanti di un villaggio alla prevenzione dalla malattie infettive. Tra la grande curiosità di tutti gli abitanti, fu allestito uno schermo e proiettato un breve filmato in cui un “educatore” illustrava con alcuni esempi le norme fondamentali dell’igiene. Alla fine della proiezione fu chiesto che cosa avessero visto e tutti risposero di non aver visto assolutamente niente. Uno solo, un giovane, affermò di aver visto una gallina. Sconcertati i volontari proiettarono il filmato al rallentatore e scoprirono che in effetti per poche frazioni di secondo una gallina aveva attraversato lo schermo. In sostanza quel ragazzo molto attento, aveva visto solo “ciò che già conosceva”.

Questa sorta di fissità, nel comportamento e nel modo di vedere, gli studiosi la chiamano cristallizzazione. Essa interessa tutti in misura variabile, ma in particolar modo chi, per ragioni storiche e geografiche è vissuto in una sorta di fissità temporale, come gli abitanti delle isole, almeno fino all’affermazione delle moderne tecnologie di comunicazione che stanno trasformando il mondo intero in villaggio globale. Il processo di uscita da questa situazione, anche per Ponza, è cominciato con l’introduzione prima della tv, poi del telefono e da qualche anno di tutte quelle nuove tecnologie informatiche che stanno modificando profondamente il nostro stile di vita.

Per tornare a Ponza, i giovani in particolare, ma non solo, usano sempre più spesso i collegamenti informatici e social network come Facebook o Twitter, prolungando una sorta di cristallizzazione delle comunicazioni. Infatti, con questi potenti sistemi, si continua a parlare dalla propria “grotta” alla “grotta” di un altro, senza però mai uscire all’aria aperta, spostandosi al massimo nella curteglia del proprio vicino.

Pur riconoscendo grande forza e utilità a questa forma di comunicazione, sembra che non risponda a quel processo di completezza che comporta un confronto aperto su idee, come invece un sito o un blog permettono, proprio perché rivolti a tutti indistintamente e non solo al ristretto cerchio di alcuni, penalizzando la libera e fertile circolazione del pensiero.

Ponzaracconta ha inteso, invece, aprirsi al confronto aperto, libero, costruttivo e propositivo, come già scritto, promuovendo le chiacchiere da “corteglia” a dibattiti in piazza, Questo ha permesso a tanti di manifestare il proprio punto di vista in un confronto proficuo per tutti. Sappiamo, infatti, che le chiacchiere da cortile gravitano per lo più attorno a maldicenze e pettegolezzi, e quasi mai affrontano questioni importanti e talora vitali per la nostra isola.

Ponzaracconta sta spingendo molti ad uscire dallo spazio angusto del proprio cortile per affrontare spazi più ampi, una visione delle cose allargata in cui il proprio pur legittimo “particulare” non deve ostacolare la crescita complessiva della nostra comunità. Sta invogliando all’approfondimento delle nostre radici, della nostra storia, all’orgoglio di sentirci ponzesi. Tutto questo costringe tutti ad uno sforzo, a “vedere oltre”, quello che in un primo tempo – come sullo schermo del villaggio africano -appariva confuso o non appariva affatto. Uno sforzo che renderà tutti noi migliori, in grado di valutare con più equilibrio anche le ragioni degli altri.

 

Ponzaracconta sta operando da oltre un anno su questa linea. Sta intervenendo seppure lentamente in un processo di cambiamento che ci auguriamo possa portare ad una visione più ampia e condivisa della nostra realtà isolana. Il nostro sito sta promuovendo iniziative, incontri, spazi da esplorare tutti assieme, perché ognuno aggiunge ricchezza a ricchezza.

Su questa linea si apre a tutti e in particolare ai più giovani, invitandoli ad uscire dalle ristrette cerchie (non in senso numerico), in cui amano comunicare, ma invitandoli alla piazza del confronto libero.

 

Quando Ponzaracconta nacque, uno degli imperativi fu quello di far parlare i ponzesi tra di loro, spingendoli verso nuovi orizzonti e a solcare nuovi mari, consapevoli di poterlo fare per le qualità e la tenacia del nostro carattere e il forte desiderio di rendere la nostra isola sempre più vivibile. Proprio in questo periodo di crisi, economica e morale, forzati dagli eventi, potremo essere in grado di ritrovare la via per garantire al meglio il nostro futuro.

Ponzaracconta sin dall’inizio ha condiviso con chiunque il desiderio di comunicare e approfondire le nostre radici, senza preclusioni, ma con la convinzione che la cultura non è cultura se non è condivisa.

 

Giuseppe Mazzella