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I colori del dopo

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di Franco De Luca

 

Le facciate delle nostre case ruotavano intorno a questi colori: bianco, giallo, blu.

La ragione risiedeva nella pratica quotidiana.

Il bianco derivava dalla calce viva, utilizzata per combattere la pericolosità dell’acqua stagnante nelle piscine.

Il giallo dallo zolfo per la vite così come il blu dal verde rame.

Questi tre colori hanno dato al caseggiato del porto borbonico un aperto sorriso, e poi hanno punteggiato il verde dei poggi e dei clivi della nostra isola con macchie di colore.

Il bianco infine si è impossessato del cimitero e ha reso il luogo del riposo eterno come un porto immacolato dove il tempo non rugge.

E dunque che bianco sia il futuro di quest’isola. Lo auguro oggi perché coinvolga tutti gli isolani (senza distinzione di voto ).

Sia bianco come la pace. Finito il diverbio elettorale, che la comunità ritrovi la distensione della solidarietà. La vivibilità sull’isola sia la bandiera che ci accorpi tutti.

E insieme sia  giallo. Perché ogni giorno è  nuovo, e ci rinnovi nello spirito.

Se poi spazza via il cedimento alla pochezza morale il nostro futuro si colorerà anche di  blu. Come il mare. Sinonimo di pulizia.

Alle chiamate elettorali avvicino questa mia, oggi, ché non ci siano dubbi sulla mia partigianeria.

Il futuro di Ponza sta al di sopra di ogni voto.

All’augurio che ho presentato non dò soltanto voce ma anche mente e cuore.

 

Francesco De Luca