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Qui ti amo, di Pablo Neruda

[1]

proposta da Gabriella Nardacci

 

Quando l’amore è come il mare o… il mare come l’amore.

Quando il mare fa paura come l’amore… o l’amore fa paura come il mare..

Il bisogno di approdo verso un porto quando cala la sera.

Un bisogno di approdo sia per una nave che per un’anima inquieta…

[2]

 

Qui ti amo.

Negli oscuri pini si districa il vento.

Brilla la luna sulle acque erranti.

Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.

La nebbia si sciogliein figure danzanti.

Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.

A volte una vela. Alte alte stelle.

O la voce nera di una nave.

Solo.

A volte albeggio ed è umida persino la mia anima.

Suona, risuona il mare lontano.

Questo è un porto.

Qui ti amo.

Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.

Ti sto amando anche tra queste fredde cose.

A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,

che corrono verso il mare dove non giungono.

Mi vedo già dimenticato come queste vecchie ancore.

I moli sono più tristi quando attracca la sera.

La mia vita si affatica invano affamata.

Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.

La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.

Ma la notte giunge e comincia a cantarmi.

La luna fa girare la sua pellicola di sogno.

Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.

E poichè io ti amo, i pini nel vento

vogliono cantare il tuo nome

con le loro foglie di filo metallico.

 

Pablo Neruda (1904 – 1973)

[3]

da: “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”

 [Veinte poemas de amor y una canciòn desesperada; Santiago, Nascimento 1924; versione definitiva; Santiago, Nascimento, 1932]

 

[4]