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Uniamo le forze

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di Gennaro Di Fazio

Sono venuto a sapere che  nelle prossime elezioni amministrative del comune di Mondragone, c’è l’ipotesi  che si presenti una sola lista con a capo un consigliere provinciale locale; e ciò non per mancanza di persone da candidare, ma perché le varie forze (politiche, imprenditoriali ed economiche) e le rappresentanze culturali hanno deciso in tal senso. Ciò determinerà sicuramente un consiglio comunale forte nelle azioni e nei provvedimenti perché esso rappresenterà sicuramente una grande maggioranza del paese.

Io credo che anche a Ponza si dovrebbe arrivare a questa conclusione per evitare che con tante liste chiunque vinca vada a rappresentare una minoranza del paese. E come si potrà in questo modo, cioè con un consiglio comunale debole,  togliere i vari vincoli e/o divieti inseriti dal Commissario Prefettizio?  Come si potrà pretendere di far atterrare l’eliambulanza la Notte? Come si potranno richiedere più corse e/o più navi veloci? Come si potrà  invocare il supporto delle varie Istituzioni?

Non sono d’accordo con Vincenzo Ambrosino quando, in risposta a Silverio Valiante che gli chiedeva chi potesse essere all’altezza di fare il Sindaco, dichiarava “…Purtroppo da Calacaparra al Cimitero non c’è una personalità di tale livello”; il quale livello era riferito a “…la sua figura spicca sulle altre dal punto di vista morale, culturale, politico per cui viene accettata da tutti, pescatori, commercianti e giovani. Ha chiaro dove vuole portare l’isola ma sa anche che vuole salvare il nocciolo duro della residenza, per cui si pone come grande mediatore, tra il vecchio e il nuovo diventa il legittimo traghettatore verso il futuro”; ed ancora ”…esempio di efficienza e dedizione al lavoro per gli impiegati del Comune ma anche come esempio nel rispetto delle leggi e delle regole per i cittadini”.

Queste tipologie di personaggi non esistono “a prescindere”; esse vengono create dall’apporto di tutti, così come avvenne nel 1975 con l’ “invenzione” della figura di Don Mario Vitiello. In fin dei conti Don Mario non aveva mai fatto politica attiva né capiva di amministrazione o di bilancio; ma servì allo scopo, poi il resto l’hanno fatto i politici professionisti e le Istituzioni. L’esempio emblematico della forza di quella amministrazione fu la chiusura della miniera. Oggi Ponza si trova ben oltre quel problema, per cui più che mai c’è bisogno di un’aggregazione a vasto raggio. Una personalità rappresentativa ed aggregante a tale scopo sicuramente esiste, bisogna saperla cercare e poi convincerla ad accettare sulla base di un programma fatto di pochi punti ma essenziali al fine di uscire dall’emergenze in cui oggi si trova l’isola. Gli attuali  vari candidati dovrebbero avere la capacità di fare un “passo laterale”, cioè non tirarsi indietro ma collaborare alla creazione del programma elettorale, al supporto politico ed amministrazione futuro e alla scelta del sindaco il cui requisito essenziale dovrà essere però quello di appartenere a quelle persone, uomo o donna che sia,  che vivono l’isola tutto l’anno e da molto tempo. Evitiamo di pensare a personaggi che frequentano Ponza solo d’estate, essi non sanno cosa significa vivere l’isola in  inverno e quali e quante difficoltà sistono; ma principalmente perché essi non hanno il rapporto emotivo con Ponza e non possono capire l’essenza delle cose isolane; non conoscono i suoi profumi e i suoi colori,  le rabbie del mare e le furie del vento ma soprattutto non sanno le vicissitudini delle gente, i loro dolori e i drammi associati, le passioni, gli amori e le delusioni. Dei personaggi amanti dell’isola poi ci si può anche avvalere, ma come supporto. Se Ponza in questo momento avesse espresso  un suo rappresentante politico a livello provinciale o regionale, la scelta sarebbe stata più semplice, purtroppo negli ultimi anni la politica e gran parte delle popolazione locale è stata un po’ troppo distratta dalla sola economia, delegando in sua rappresentanza persone che del ponzese interessava solo il voto. Si è dimenticato che alla fine chi regola il gioco è sempre il potere politico pertanto se questo fosse stato gestito diversamente, probabilmente la crisi amministrativa locale o non ci sarebbe stata o sarebbe stata risolta più facilmente. Purtroppo, come ben si sa,  la Storia non si può fare né con il “ma” né con i “se”, serva almeno, quanto successo, da lezione per il futuro.

Ma si è ancora in tempo per imboccare la strada dell’unione delle forze?

Io credo ma soprattutto spero di sì, pena il rischio del fallimento di chiunque vada ad amministrare, con la nefasta ipotesi,  in relazione alle difficoltà amministrative, economiche e soprattutto politiche del comune,  del ritorno ad un nuovo commissariamento e quindi alle urne nella primavere del 2013.

Gennaro Di Fazio