di Ciro Vitiello
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Il “gioco” delle elezioni a Ponza non si ferma a quello che ho già scritto.
Al di sotto della punta evidente dell’iceberg c’è la base sommersa, molto voluminosa.
Ci sono i “portatori d’acqua” o meglio di voti. Tutti ex-democristiani convinti: un certo Guido, un altro che mi sembra frequenti la pipa, l’ex sindaco Franco, un vecchio meccanico. Costoro si muovono per una soluzione che lasci tutto immutato. Tentano di cavalcare i candidati premier millantando voti sicuri.
Da indiscrezioni ho saputo che molte idee viaggiano con le navi. Se hanno la consistenza di quelle carene c’è poco da stare allegri.
Intanto si attende un divino intervento dall’America. Gli altoparlanti ne hanno dato notizia, ma nessuno compare.
Quelli che sembrano estranei alla bagarre sono gli ex amministratori. Non si hanno avvisaglie di loro movimenti, ma c’è da credere che lavorino sottobanco.
Sono sotto shock per le ingiunzioni penali e non compaiono in strada, eccetto un tale con una cartella delle Assicurazioni sotto braccio, che va consumando il pavimento del Corso per tutta la mattinata.
In tutto questo i Fornesi sono assenti. Vivono fra la credenza d’essere l’ago della bilancia e l’incapacità a decidere.
Si fidano dei loro “maestri di pensiero” che, di pensieri ne devono avere pochi se balbettano frasi come: “Devo chiedere a papà… Me lo devo far dire da papà” (…sentito con le mie orecchie!).
Sia chiaro: questa è una cronaca alla meno peggio. Io sono vago perché a Ponza vengo sì o no per due mesi all’anno e la gente la conosco superficialmente.
Un’altra notizia che ho appurato è che hanno invitato Gabriele Panizzi per avere lumi. Chi l’ha fatto certamente doveva vederci poco perché è risaputo che Panizzi non si fa irretire dalle infide maglie di “politici” dilettanti.
Per ora ho finito. In pista non vedo muoversi altro.
Ciro Vitiello
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