Archeologia

Il Duca di Buckingham (1)

 a cura di Silverio Lamonica

 

Il (terzo) Duca di Buckingham (1823 – 1889), militare britannico, politico e amministratore (fu anche Governatore in India, a Madras) nella sua visita in Italia, intorno alla metà del sec. XIX, venne anche a Ponza. È  interessante la descrizione che ne fa e, da buon inglese, non se ne andò senza aver prima prelevato, in loco, alcuni “souvenir”, come potete leggere e come fecero altri suoi illustri predecessori nel Settecento .

Ma, come al solito, non voglio togliervi il piacere della sorpresa…

Silverio Lamonica

 

Il Diario privato del Duca di Buckingham

IL DIARIO PRIVATO

DI

RICCARDO, DUCA DI BUCKINGHAM

AND CHANDONS

K.G.

IN TRE VOLUMI

VOL. II

LONDRA

HURST E BLACKETT, EDITORI, SUCCESSORI DI ENRICO COLBURN

13 GREAT MRLBOROUGH STREET

1862

Il diritto di traduzione è riservato

 

 BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI STANFORD.

TRADUZIONE PARZIALE DI SILVERIO LAMONICA

PONZA GENNAIO 2008

Pag. 25

LA SENTINELLA

…Quanti anni daresti allo strato di tufo al di sotto dello strato di conchiglie? Molte delle conchiglie sono piene di pomice. La pomice contenuta nello strato di argilla contiene anche le conchiglie. Noduli di pomice si trovano frammentati attraverso lo strato. Là le conchiglie, la pomice e lo strato sono coevi – ma qual è l’età che si deve attribuire loro? E cosa accade alle teorie dei Nettuniani e dei Vulcanologi prima di tale evidenza?

Quindi ci dirigemmo verso la romantica valle di Casamicciola, famosa per i suoi bagni e per le calde terme, ed ora anche troppo per il recente terremoto di febbraio che l’ha distrutta. Entrando nel villaggio, si passa su un ponte al di sotto del quale scorre un ruscello d’acqua calda, di cui i vicini si servono per scopi culinari. C’è un ospedale o luogo di riposo per i malati più poveri che si ristorano con le acque, ed ora vi trovano alloggio sessanta misere famiglie, rimaste senza casa e completamente al verde a causa del terremoto. Per un ripido sentiero si sale sulla collina a La Sentinella, una specie di albergo costruito per alloggiarvi i più ricchi che usufruiscono di queste acque, ma chi deve recarsi giù per servirsene gode degli stessi bagni e si mescola nel medesimo sudiciume con i poveri dell’ospedale – di certo un esempio di uguaglianza molto disgustoso in una monarchia arbitraria.

La Sentinella domina un panorama meraviglioso, comprese le sinuosità della costa di Ischia, la costa italiana fino a Terracina, le Isole Ponziane ecc. Verso terra la vista è limitata da montagne alte e irregolari, ai cui piedi è sita la cittadina di Casamicciola, la quale è rivestita di vigne e cantine, case coloniche, ecc., fino a quando le rocce scoscese permetteranno al piede del montanaro ischitano di piantarvi la vanga. Volgendo lo sguardo in alto, scorgi la cima della montagna, calcinata dal fuoco e scheggiata dalle tempeste. Nel suo seno i miserevoli abitanti di questo paradiso apparente sanno troppo bene che è il fuoco a scatenarsi in questo momento.

 

IL TERREMOTO

Tante storie sono state raccontate su questo terremoto, così mi decisi a visitare la località e a giudicare da me. La scossa grande ebbe luogo la domenica, per fortuna, quando la maggior parte della popolazione era in chiesa. Le sue pareti resistettero al sisma, ma l’intero edificio si incrinò e il suolo oscillò. Le persone che erano là lo descrissero come l’effetto di un momento. Sentirono, per un secondo, una sorta di sibilo, un rumore simile a un brontolio; quindi un’enorme esplosione, come un forte cannoneggiamento, per un altro secondo o tre, o forse di più. Lo sconcerto si stampò sui loro visi, quando si ripresero era tutto finito. Si precipitarono fuori dalla chiesa, e il villaggio era in rovina. Quelli che si trovavano nelle case, rimasero tutti uccisi o storpiati, o scamparono per miracolo. Una ragazzina, di circa otto anni, rimase sepolta per quattro notti e cinque  giorni. Io l’ho vista. Zoppica, ma lentamente recupera. Suo padre è vivo, sua madre, prossima a partorire, rimase uccisa. I soccorritori accettarono come vera la morte del bambino; sapevano che ella era deceduta. Essi cercavano la madre e trovarono il suo cadavere. In quel momento sentirono un triste lamento: “Mamma mia” e scavando ancora trovarono la bambina protetta da una trave, caduta trasversalmente. Era in uno stato di incoscienza ed ora ricorda vagamente ciò che le capitò. Per due giorni, dopo il suo ristabilimento, dormì continuamente, svegliandosi solo per chiedere acqua, che beveva in modo incessante. Ora tutto ciò che dice è che “La Madonna” si recò da lei e la nutrì con una torta, mentre giaceva sepolta. A me apparve evidente che i suoi sensi fossero ancora confusi, e non posso fare a meno di sospettare che la sua testa abbia subito qualche danno. A questa seguirono due scosse diverse, ma non avvenne altro danno. Infatti la natura ha eseguito il suo compito, tanto che nulla di ciò che restò in piedi poteva essere danneggiato dalle scosse successive.

Il terremoto provenne da ovest propagandosi ad est. Sembra che abbia interessato un’area di circa quattro miglia; e, secondo la descrizione datami della violenza dell’esplosione, essa non fu preceduta o seguita da alcuno scuotimento, ma si manifestò come una gigantesca mina esplosa sotto i loro piedi. Deve essere stata causata da un’improvvisa formazione di una quantità smisurata di massa gassosa, troppo grande per potersi liberare attraverso le aperture naturali del terreno e le fessure nella roccia. Non si vide fumo, o si sentirono esplosioni. Tutto era tranquillo; avvenne l’esplosione, e tutto fu di nuovo tranquillo, ma che desolazione.

 

CARITA’

Desidererei dire qualcosa in favore della umanità del Governo, o del popolo di Napoli; ma non posso. Non hanno fatto nulla. Gli Inglesi hanno sottoscritto con liberalità, e il popolo d’Ischia li benedice col Console inglese, Sir Henry Lusinghton, che si recò personalmente a distribuire soldi e le cose necessarie ai diseredati. Ma i mercanti e la nobiltà di Napoli non offrirono un centesimo. Il Governo non ha dato un minimo di aiuto. Ha offerto ai miseri contadini i soldi per ricostruire le loro case al tre per cento in sette anni; ma nessuno ha accettato l’offerta, poiché al termine dei sette anni le case dovrebbero diventare di proprietà del (…omissis)

 

Non seguono, purtroppo altre pagine. L’edizione del presente “Diario” risale al 1862. Il terremoto di Casamicciola, il più devastante, avvenne il 28/07/1883 alle 9,25 di sera. Altri terremoti avvennero nel 1762, nel 1828 e nel 1881 [Agostino Calmieri in “Enciclopedia Italiana – Treccani – Vol. IX pag. 282]. Molto probabilmente l’Autore si riferisce al sisma del 1828 – (NdT)

 

Pag. 153 (e seguenti)

 

Capitolo IX

I Bagni di Ponzio Pilato – Vestigia interessanti – Visita al Governatore di Ponza – Cagliari – Visita al Viceré e all’Arcivescovo – Pestilenza – Ladrocini ed assassini – Il Cavaliere della Marmora – Antico M S S – Pescecani – Il Pranzo del Viceré – Uccelli migratori – Costume sardo – Ballo e musica.

 

10 luglio. Ore 9 antimeridiane, all’ancora a Gaeta.

Ottenemmo immediatamente pratica ed un messaggio molto civile dal Duca di Milano, il Governatore. Ma siccome avevo poco tempo e bisognava vedere ogni cosa, tranne le batterie a terra che si potevano esaminare dalla mia lancia, non sbarcai.

Gaeta si trova su un vasto promontorio di roccia calcarea, divisa in due alture, incluse nelle fortificazioni; ma la città è principalmente confinata sulla sommità della parte più vicina al mare. L’intera roccia è spaccata in due, dalla cima alla base, da una fessura ampia dai sei agli otto piedi, a causa di un terremoto nel momento in cui avvenne la crocifissione di Cristo, come racconta il popolo. Nel baratro è costruita, piuttosto incuneata, una cappella che, almeno, ha il vantaggio di essere fresca, poiché il sole non vi può mai entrare, né può risplendervi sopra. Le scogliere sono a perpendicolo sul mare e, come quelle di Capri, si elevano sulle onde 300 piedi al massimo.

(I Gaetani) sono molto gelosi delle loro fortificazioni. Una vedetta, appollaiata su uno dei punti più alti della falesia, era indicibilmente arrabbiata perché ci avvicinavamo in barca ai piedi di essa. Saltava, strillava, gesticolava, si tolse il chepì e lo agitava, poi ci lanciò tre pietre e alla fine ci puntò contro il moschetto. Ma tutte le sue stramberie non ebbero effetto: lo salutammo togliendoci il cappello e lo lasciammo ancora urlante.

Gaeta giace in fondo ad una baia profonda, ben descritta da Omero.

Sull’altro lato si elevano le montagne di Formia, un tempo famose per i loro vini; ai loro piedi si estende Mola, vicino alla riva del mare, il centro principale di commercio della Baia di Gaeta.

 

III

La bellezza del panorama è notevole. Le montagne sono rivestite, fino a mezza costa, da aranci e felci, mentre il litorale è costellato da cascinali e ville e dalle rovine dei bagni e delle piscine romane. Qui sorgeva la villa formiana di Cicerone, il proscenio dei suoi divertimenti, della sua felicità e della sua morte. Erano in mostra i resti delle mura che, dicono, appartenevano a questa villa; e dopo averle attentamente esaminate, penso che non ci siano dubbi che le piscine e i resti dei bagni, che ho disegnato, concordano nel modo migliore con quella descrizione. Sul posto si eleva una torre, dove si dice che fosse stato ucciso mentre si recava giù al mare.

 

12 luglio. Calma piatta questa mattina.

Verso mezzogiorno calammo la bottiglia-scandaglio d’acqua marina a 340 braccia (*), non fino in fondo, ma portammo su la bottiglia piena. A quella profondità il termometro segnava 57° e ¼ Fahrenheit, in superficie segnava 85°.

Si fece notare un brigantino sardo diretto a Genova. Nel pomeriggio ancorammo nel porto di Ponza.

 

[Il Duca di Buckingham (1) – Continua]

 

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