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Mediterraneo Grande Madre (5) – Il Mediterraneo, Marsiglia e i suoi cantori

[1]

proposto da Sandro Russo

Per l’articolo precedente, sullo stesso tema: leggi qui [2]

Non so se si conoscessero Jean Claude Izzo e Georges Moustaki, un altro nomade giramondo ‘con la faccia da straniero’; ma mi piace pensarlo, perché i loro temi sono molto in risonanza…

George Moustaki nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1934 da genitori ebrei italo-greci originari dell’isola di Corfù. Cresce in un ambiente multiculturale (ebraico, greco, italiano, arabo e francese). Grazie agli studi effettuati presso le scuole francesi, inizia ad interessarsi alla letteratura francese e ad ascoltare le canzoni di Charles Trenet ed Edith Piaf.

Le sue origini multirazziali, aperte al mondo, oltre che nella canzone che l’ha reso famoso – Lo straniero  (Le métèque), del 1969 – traspaiono anche da quelle che parlano di tutt’altri argomenti, anche dalle canzoni d’amore. Come la sua voglia di libertà, il suo sentirsi “cittadino del Mediterraneo”, la sua opposizione ad ogni forma di dittatura, di violenza, di repressione.

Leggi e ascolta Georges Moustaki in “En Mediterranée” (1971):

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Nel Mediterraneo

In questo mare dove giocano
bambini dagli occhi neri,
ci sono tre continenti
e secoli di storia,
Profeti e dèi,
il Messia in persona.
C’è una bella estate
che non teme l’autunno,
nel Mediterraneo.

C’è l’odore del sangue
che fluttua sulle sue rive
e paesi feriti
come altrettante piaghe vive,
isole di filo spinato,
muri che imprigionano.
C’è una bella estate
che non teme l’autunno,
nel Mediterraneo.

Ci sono olivi
che muoiono sotto le bombe
là dov’è apparsa
la prima colomba,
popoli dimenticati
che la guerra falcia.
C’è una bella estate
che non teme l’autunno,
nel Mediterraneo.

Su questo mare io giocavo
quand’ero bambino.
Avevo i piedi in acqua.
Respiravo il vento.
I miei compagni di gioco
son diventati uomini,
fratelli di coloro
che sono abbandonati dal mondo
nel Mediterraneo.

Il cielo è in lutto
sopra l’Acropoli
e “libertà” non si può
più dire in spagnolo.
Si può sempre sognare
da Atene a Barcellona.
Resta una bella estate
che non teme l’autunno
nel Mediterraneo.  

[3]

Versione originale: En Méditerranée

Dans ce bassin où jouent
Des enfants aux yeux noirs,
Il y a trois continents
Et des siècles d’histoire,
Des prophètes des dieux,
Le Messie en personne.
Il y a un bel été
Qui ne craint pas l’automne,
En Méditerranée.

Il y a l’odeur du sang
Qui flotte sur ses rives
Et des pays meurtris
Comme autant de plaies vives,
Des îles barbelées,
Des murs qui emprisonnent.
Il y a un bel été
Qui ne craint pas l’automne,
En Méditerranée.

Il y a des oliviers
Qui meurent sous les bombes
Là où est apparue
La première colombe,
Des peuples oubliés
Que la guerre moissonne.
Il y a un bel été
Qui ne craint pas l’automne,
En Méditerranée.

Dans ce bassin, je jouais
Lorsque j’étais enfant.
J’avais les pieds dans l’eau.
Je respirais le vent.
Mes compagnons de jeux
Sont devenus des hommes,
Les frères de ceux-là
Que le monde abandonne,
En Méditerranée.

Le ciel est endeuillé,
Par-dessus l’Acropole
Et liberté ne se dit plus
En espagnol.
On peut toujours rêver,
D’Athènes et Barcelone.
Il reste un bel été
Qui ne craint pas l’automne,
En Méditerranée.

***

Strana cosa l’approfondimento! Prima di leggere di queste storie del Mediterraneo avevo visto qualche film di un certo regista francese, quasi distrattamente; senza cogliere il filo comune che attraversa tutte le sue opere. Ma è vero! Il cantore di Marsiglia ‘per immagini’ è Robert Guediguian

[4]

Figlio di una tedesca e di un operaio armeno che lavora per la ferrovia, Robert Guédiguian nasce nel 1953 a Marsiglia, nel popolare quartiere dell’Estaque, un porticciolo circondato dalle fabbriche che gli impressionisti hanno reso celebre alla fine dell’Ottocento e che Guediguian definisce ‘il quartiere più comunista di Marsiglia’. L’analogia con Jean-Claude Izzo, figlio di una sarta spagnola e di un barista italiano, è notevole; per entrambi Marsiglia diventa patria e Musa!

Infatti, succede anche a Robert, che il mondo che lo circonda da bambino e poi da adolescente gli resta nel cuore. Tutti i suoi film sono ambientati a Marsiglia e tutti raccontano le storie degli operai del posto. E Guédiguian ammette in un’intervista: “Quello è il mondo che mi emoziona, per cui lavoro. Quel mondo poi mi ha permesso di studiare all’università e di cui mi sono sempre sentito responsabile. Farò sempre film sugli oppressi, i poveri, i deboli, le vittime. Credo che questo sia il compito degli intellettuali e degli artisti”.

Robert Guédiguian ha diretto vari film, tra cui Marius e Jeannette (1997), Al posto del cuore (1998), À l’attaque! (2000), La ville est tranquille (2001), Marie-Jo e i suoi due amori (2002), Le passeggiate al Campo di Marte (2005), Le voyage en Arménie (2006), Lady Jane (2008) e Le nevi del Kilimangiaro (2011).

Ambientazione ricorrente dei film di Guédiguian è la sua città natale, Marsiglia, spesso ritratta dall’ottica dei lavoratori del vecchio porto.

È sposato con l’attrice marsigliese Ariane Ascaride, che recita molto spesso nei suoi film. Oltre alla moglie compaiono regolarmente nelle sue pellicole attori come Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet e Pascale Roberts, intimi amici di Guédiguian anche nella vita reale. A Marsiglia, naturalmente!

[Notizie e filmografia da Wikipedia].

[5]

Sandro Russo

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