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Salvatore Quasimodo, nostro fratello (3)

[1]

di Antonio De Luca

 

Per la prima parte dell’articolo: leggi qui [2]

Per la seconda parte dell’articolo: leggi qui [3]

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La malinconia mediterranea

…Anche noi su quest’isola ci siamo nutriti, giorno dopo giorno – “già dal latte materno”, come dice lo scrittore cileno Francisco Coloane  – delle stesse atmosfere che aveva vissuto Quasimodo. Paesaggi umani, affettivi, la dignità e l’etica del tempo, il lavoro duro, la fatica feroce che dal corpo passa nell’anima, la forgia e ne fa paesaggio interiore: il grande paesaggio delle emozioni che poi è quello che rimarrà in noi per tutta la nostra vita.

La nostra infanzia per vicoli e marine, quella vita fatta di essenzialità, saggia ed educatrice, il mare padrone assoluto del nostro destino nel bene e nel male, i nostri padri naviganti per i mari del mondo, le mani e i visi di pescatori e contadini come bibbie, mani che ci accompagnavano a scuola e ci nutrivano d’affetto e speranza, le partenze e i ritorni e così per tutte le vite dove si parte e si ritorna.

La nostra infanzia a Ponza non è diversa da quella di Quasimodo; quelle stesse voci ed emozioni sono penetrate nella nostra anima. La malinconia non è solo quella di chi parte, degli emigranti, della gente che lascia il proprio paese per motivi sociali economici e politici, lascia i propri affetti i luoghi natii. Siamo stati emigranti anche noi, ed abbiamo portato la nostra mediterraneità nel mondo. Ora, al contrario, accogliamo altri popoli che vengono da lontano per gli stessi motivi che indussero noi ad andare via. Accogliamo la loro cultura che arricchisce il nostro essere mediterranei!

Esiste una nostalgia più sottile e meno visibile, quella nostalgia di un paesaggio emotivo, umano e sociale che giorno per giorno inesorabile si sgretola sotto i nostri piedi e spesso ci inabissa. La nostalgia per un’etica che non ci protegge più e che a volte crea disperazione interiore, solitudine. Tutti ci siamo trovati a esclamare: – Ah! quei tempi di una volta!

E poi la geografia della nostra Memoria, i luoghi che ci hanno visto crescere, che si trasformano lentamente, e che noi non riusciamo a conservare, a trattenere. Tutte queste emozioni e la natura stessa che ci circonda sono nel fondo di una nostalgia, che può essere consolatrice e ammaliante – come quando da soli ci troviamo in mezzo al mare o in un luogo amato – ma che a volte senza preavviso si trasforma in inquietudine e dà sofferenza e disperazione.

…È allora che la Poesia ci soccorre!

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Antonio De Luca

 

 

[Salvatore Quasimodo, nostro fratello. (3) – Fine]