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MILLE, e una Notte!

[1]di Gino Usai

Gennaro Di Fazio se la sogna anche di notte, Ponza. Ci sentiamo e ci vediamo quasi tutti i giorni e non fa altro che chiedermi: “Che se dice a Ponza?” In realtà sa già tutto, perché si mantiene costantemente informato.

Come ci si informa per la salute di una mamma lontana, che si è stati costretti ad abbandonare, per le vicende della vita che ci portano lontano.  E ci si preoccupa dei suoi umori, dei suoi dolori, sempre in ansia per i suoi malanni; con la frustrazione infinita di non poter far nulla per sollevarla dalle tante e tante sofferenze; e gli sembra d’impazzire quando vede che tanti la maltrattano, la dileggiano, la offendono la impoveriscono.

E sbarea sempe c’a capa! e non riesce a fare bene. Ci parlava sempre di Ponza e dei suoi guai, della necessità di fare qualcosa per questa mamma ammalata. E così, insistendo caparbiamente come un mulo, ci ha infine convinti a fare “qualcosa” per Ponza. Pensava a un giornale che scuotesse coscienze, denunciasse i mali e promuovesse il nuovo. Ma noi rispondevamo che non era più tempo di giornali, la gente non seguiva, soprattutto non scriveva e avremmo fatto un buco nell’acqua!

Ma lui, caparbio, insisteva. E allora nacque l’idea di provare a fare qualcosa di più semplice, immediato e in linea coi tempi: un sito web, che lui stesso volle intitolare Ponzaracconta. Ed eccoci qua! E siccome nessuno scrive (si diceva!), abbiamo toccato la quota di MILLE articoli in dieci mesi!

E così siamo andati a finire a mille e una notte! come si suol dire.

E come una novella Sharazad, Ponzaracconta ogni notte ci narra una storiella, sempre nuova, sempre bella. E ci attendono altre MILLE e MILLE notti di racconti belli e stupefacenti.

Ma riuscirà Ponza, questa povera mamma sofferente, a vivere di soli racconti, seppure belli e incantevoli? Potrà essere questa la medicina giusta per guarirla?

Ce lo siamo chiesti e ce l’hanno chiesto in tanti. La risposta è difficile, ma non può che essere sempre la stessa: Parole, Parole, Parole. Ci preoccuperemo soltanto che siano sane e sincere. Altro non compete – non può competere – a Ponzaracconta che parole, tante e diverse, ma PAROLE, virtuali e reali, ma pur sempre parole.

E  in questo dolce tempo d’Avvento stiamo imparando quanto sia importante l’attesa, la venuta… la venuta del Verbo, nella Notte. La Parola che si fa carne.

Se si ascolta la Parola si cambia il mondo.

Ho sempre creduto nella forza evocatrice della parola, che può trasformare i cuori e le menti. Se Ponza Racconta saprà portare avanti il  difficile e delicato compito di toccare i cuori e le menti, ad altri, più capaci, il dovere di tradurre quelle parole in atti concreti. La parola precede e prepara i fatti.

Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”, potremmo dire parafrasando il poeta Gino Paoli.

Ora siamo diventati tanti, e speriamo di cambiare (almeno un po’) questa nostra benedetta  Ponza.

Un augurio infinito a Ponzaracconta e a tutti i nostri carissimi lettori.

 

Gino Usai