di Antonio De Luca
Nella luce delle albe brumose
il taglio dell’uva accarezziamo
raccogliamo l’invisibile succo
tra terre d’ombre e dure pietre.
Tra silenziosi sguardi del Ringraziamento
l’isola nomade ci riversa nel tempo
“…i portatori hanno succo d’uva sulla fronte”
si riempiono i palmenti bianchi ridenti
i piedi felici sciolgono il dolce succo
scivola il nettare nell’anima profonda.
Dalle valli del Tigri e l’Eufrate
sui corpi seminudi inzuppati di raspi e mosto
nelle cantine reliquie di gioia e promessa
giungono per piste carovaniere
la dignità del tempo il senso della giustizia
l’ordine della bellezza le intatte virtù
dal fondo dei pozzi di questa terra,
gli atti rivoluzionari e venti d’amore
che nascondemmo negli anni delle rivolte.
La memoria è una sostanza nomade,
di ogni cosa vendemmiamo fino all’essenza
siamo isole che fluttuano dentro di noi
raccogliamo grappoli che su di esse maturano.
Negli anni della mia infanzia
a sud di giorni a un mare sciabordante
tra solchi e sentieri per uomini felici
“visionario solo vagavo”
lava viva coprivo la terra di vigne.
Ora la sera degli anni ha l’odoroso sapore del pane e del vino
su un vecchio letto scavandomi la quiete mi copro.
Antonio De Luca