Manifestazioni

“Pontio, L’Isola di Pilato”

Veduta del castello Angioino da Palazzo S. Giacomo

 

di Gino Usai

Sabato, 19 Novembre alle ore 17,30, nell’antico Palazzo S. Giacomo, c’è stata la presentazione alla città di Gaeta del libro del dott. Vincenzo Bonifacio “Pontio, L’Isola di Pilato”. Non si sarebbe potuto scegliere luogo migliore e più suggestivo.

Il Palazzo S. Giacomo è abbarbicato sul Monte di San Giacomo degli Italiani, da cui il prende il nome, nel suggestivo Borgo Medievale, a ridosso dell’imponente  Castello Angioino, con una veduta mozzafiato sul Golfo.La cerimonia si è svolta in una delle ampie sale del cinquecentesco Palazzo, dove oggi è allocata la splendida e preziosa Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea “Giovanni da Gaeta”, gestita dalla sua Associazione Culturale “Novecento”.

Tra quadri e sculture di importanti autori come Purificato, Soscia, Lieto, Macera, Calabria e Bartolomei,  davanti ad un folto pubblico, e alla presenza di molti ponzesi, ha preso la parola il presidente dell’Associazione ospite, prof. Antonio Lieto, che ha illustrato le attività di “Novecento” e si è detto ben felice di ospitare la presentazione del libro del Dott. Bonifacio. Quindi ha dato la parola al sindaco di Gaeta, Dott. Antonio Raimondi, il quale ha portato ai convenuti e all’autore il saluto e il compiacimento della Città per l’importante iniziativa. Successivamente si è passati alla presentazione del libro con l’intervento dei relatori. Ha iniziato l’avv. Giuseppe Mazzella di Ponza,  tra l’altro redattore di “Ponzaracconta”, che ha mirabilmente illustrato l’opera, mettendo in risalto il ruolo strategico che l’Isola di Ponza ha avuto nel tempo, divenuta pertanto oggetto di attenzione e di studio da parte dei popoli che attraversarono e dominarono il Mediterraneo, in particolar modo dagli Arabi. Quindi è stata la volta dell’autore che ha illustrato il frutto delle sue faticose ricerche che lo hanno portato a frequentare archivi e biblioteche in Italia e all’estero, alla ricerca delle più preziose fonti documentarie. L’amore, il rigore e la serietà profusi dall’autore sono emersi dalla grazia con la quale ha esposto il suo lavoro, che è stato particolarmente apprezzato dalla dott.ssa Marisa De’ Spagnolis, archeologa e direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga. La dottoressa ha messo l’accento sul rigore della ricerca di Bonifacio apprezzandone il risultato finale che l’ha spronata ad accentuare la sua attenzione nei confronti di Ponza e ad avviarne più proficui studi. Si è detta convinta che Ponza meriti una massiccia campagna di scavi archeologici, perché il sospetto è che ci sia ancora molto da ricercare e da trovare in loco. Infine ha regalato all’auditorio una splendida novità: da una prima analisi visiva effettuata sulla cosiddetta statua del Mamozio di Ponza c’è la possibilità -naturalmente da accertare con studi più attenti e approfonditi – che si tratti di un Ottaviano Velato, per quanto è forte la somiglianza del drappeggio della toga con quello della famosa statua “Augusto capite velato”.

Siamo rimasti tutti a bocca aperta per lo stupore. Se venisse accertata l’ipotesi in campo, il disprezzato Mamozio diverrebbe un “Augusto Pontifex Maximus” e cambierebbe il suo valore e la stessa storia antica di Ponza.

Anche per questo siamo grati a Vincenzo Bonifacio che con la sua opera ha dato un altissimo contributo allo sviluppo e alla diffusione della cultura Ponzese sul territorio della Riviera d’Ulisse.

Gino Usai

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