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Schizzi di salsedine da Ponza (4)

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di Franco De Luca

 

Nell’attesa che le paventate piogge passino si guardano “i parracine”  già panciute e gli scoli dell’acqua. Il territorio mostra appieno l’incuria che si è avuta nei suoi confronti. Qualcuno fa scongiuri, ma le pratiche esorcistiche non mitigano le irresponsabilità di chi era tenuto a prevenire.

“U’ canalone”  è tenuto sotto osservazione con apprensione da chi si attende danni da un suo eventuale intasamento, perché “il bene comune” non è stato un impegno pubblico, a meno che non si fosse presentato con forte sentore di  “affare”.

Il Commissario Prefettizio sta cercando nella “società civile” sostegno per dimostrare alle istituzioni “continentali” che la comunità isolana vuole superare la fase dell’“emergenza” per vivere normalmente.

Nei crocchi sulla Chiesa a Le Forna come a Sant’Antonio, ci si divide fra chi si attende dall’Autorità Prefettizia la risoluzione dei disastri amministrativi e chi è scettico. E, mentre ci si infervora nel dialogo, gli ex-Amministratori si incrociano e si scambiano convenevoli.

L’aria cupa e il plumbeo del mare rintanano i Ponzesi che rimuginano sul presente. Alcuni hanno già iniziato ad alienare la loro facoltà cognitiva nel gioco delle carte, altri stanno coltivando l’indignazione affinché diventi impegno.

 

Francesco De Luca (Franco)

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