proposto da Silverio Tomeo
Funesto spirito
Che accendi e turbi amore,
Affine io torni senza requie all’alto
Con impazienza le apparenze muti,
E già, prima ch’io giunga a qualche meta,
Non ancora deluso
M’avvinci ad altro sogno.
Uguale a un mare che irrequieto e blando
Da lungi porga e celi
Un’isola fatale,
Con varietà d’inganni
Accompagni chi non dispera, a morte.
Giuseppe Ungaretti (1923)
«È l’ispirazione, che è sempre ambigua, che in sé contiene uno stimolo e una verità illusoria, l’inquietudine di cui si diceva prima; è la musa sotto forma di sirena, e nella poesia è presente, appunto, l’isola fatale, l’isola delle sirene incontrata da Ulisse nel suo viaggio».
Così ebbe a scriverne il poeta in un “auto-commento” successivo. La poesia è nella raccolta “Sentimento del tempo” pubblicata nel 1933.