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Vestivamo alla marinara

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di Franco De Luca

 

Nella memoria ho ancora la sfilza di cernie, saraghi, scorfani, cefali in mostra sul gradone dello sbarco, dirimpetto ai Carabinieri sul Molo Musco.

Era il pescato dei partecipanti al Campionato di Pesca Subacqueo che si svolgeva a Ponza.

Agli inizi degli anni ’60 noi (dico noi perché mi accomuno a Sandro Russo, a Luisa Guarino ) venivamo dagli studi in continente ai primi di giugno per goderci l’estate a Ponza.

L’isola era terra di scoperta dei ‘romani’, quelli che per primi cercavano di mettere a frutto l’andirivieni del denaro del boom economico. Erano uomini di cinema, produttori, artisti. L’isola si presentava come un borgo marino che si protendeva nel mondo del mare con capacità e volontà.

Il Campionato di Pesca Subacquea del 1951 evidenziò le doti di giovani isolani, intraprendenti e atletici. Parlo di Silverio Zecca, detto  “Zecchetiello”, di Mimì Dies, di Gavino. Le loro pescate sono documentate da foto che evidenziano la loro bravura. Attestate  da Folco Quilici, da Bruno Vailati e da altri che li hanno ricordati anche su questo sito.

Ognuno con una personalità propria: Mimì appariva un guascone. Desideroso di cimentarsi con la vita e perciò pronta ad aggredirla. Trovò una sua realizzazione nel cinema. Partecipò alle “Quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy e a numerosi film mitologici, molti dei quali girati, per le battaglie marine, a Ponza.

“Zecchetiello” prese parte al film  “Sesto Continente” di Folco Quilici, che ancora ne serba un ricordo vivo e apprezzato. Poi trovò nell’educazione fisica la sua scelta professionale, a scuola.

Di Gavino ricordo il suo carattere schivo, la scontrosità, il suo isolamento fra i compaesani. E la sua dipartita per la Sardegna; a Ponza non è più venuto.

Delle loro pescate possono raccontare più doviziosamente Giuseppe De Luca o Nino Baglìo, il loro alunno più dotato. Io posso soltanto dire che una tale ricchezza di cernie catturate non l’ho più vista.

Evidente segno di una pescosità delle acque che Ponza ha ormai perduto, e di un tempo in cui la pesca subacquea era appannaggio di pochi cultori; insomma di una stagione storica passata. Cado nella facile nostalgia ? No, perché se faccio luce nel mio intimo avverto un velato risentimento: questa isola ha scritto pagine belle nel dopoguerra e non lo abbiamo capito.

I vestiti alla marinara li abbiamo dismessi: ora è tempo di dare spazio alla nostra consapevolezza e dare lustro a questi nostri compaesani che ci hanno lasciato ricordi emozionanti. Della loro conoscenza porto il ricordo come una preziosità.

 

Francesco De Luca (Franco)