proposto dalla Redazione
Hernst Haas (Vienna 1921 – New York 1986), fotografo austriaco.
Negli anni ’40 intraprese gli studi di medicina, purtroppo a lui preclusi a causa delle leggi razziali (Haas era di origine ebraica). Emigrato successivamente negli Stati Uniti, ha fatto parte della prestigiosa agenzia Magnum; qui ha conosciuto Capa, Cartier Bresson e Bischof.
Haas è stato uno dei primi ad usare la pellicola a colori fin dalla sua apparizione, esplorando questa nuova dimensione della fotografia con una sensibilità estetica e una capacità espressiva che nessun altro ha saputo eguagliare o, per lo meno, è riuscito a realizzare con la sua continuità immagini tanto originali e affascinanti lavorando in quasi tutti i generi fotografici, dai servizi giornalistici a quelli industriali e pubblicitari, dal reportage di costume a quello naturalistico e faunistico, dal ritratto alla documentazione d’ambiente, dallo sport alla fotografia di scena cinematografica.
Hernst Haas: Tobago; 1968
“Talvolta basta l’immagine più semplice del mondo, quella del mare che scaglia le sue onde verso la spiaggia, a creare, con le diverse gradazioni di colore verde azzurro e blu dell’acqua accostate ai bianchi della spuma e delle nuvole adunate in cielo, quella vibrazione ritmica che sprigiona la poesia e la musica”.
Ha lasciato scritto: “Il colore non significa bianco e nero più colore, come il bianco e nero non è solo un’immagine senza colore. Ciascuno di questi mezzi richiede una diversa sensibilità nel vedere e, di conseguenza, una diversa disciplina”.
A cura della Redazione