di Polina Ambrosino
L’impresa di Piccard è stata spesso citata in casa mia dai miei genitori, specie da mia madre che ricorda, in maniera strabiliante, eventi e date della vita isolana. Mi è rimasto bene in mente l’aneddoto riguardante l’annuncio, alla popolazione di Ponza, della buona riuscita della discesa del batiscafo: Minicucce, voce dell’isola, era il banditore ufficiale di ogni evento e così lo ricorda sempre mia madre: “Oooooooooo! Geeeeente!! Ricciarde è sciso a 10.000 metri sott’u mareeee!!!”. ‘Ricciarde’ era ovviamente, Piccard. Che epoca meravigliosa! Quando guardo le foto di quei tempi, in quel bianco e nero che tende all’indaco e avvolge tutto, quando ascolto i racconti e le descrizioni di fatti e persone, vorrei poter vivere personalmente quel mondo, così genuino, così verace! In cui i soldi che giravano erano gli stessi d’estate e d’inverno e bastavano per vivere dignitosamente, non per fare grandi affari, certo, ma nemmeno per vivere solo due mesi a Ponza e 11 altrove, chiudendo baracca e burattini e lasciando le case con porte e finestre chiuse come tante belle addormentate… Il paese viveva: c’era gente in giro, la sera si passeggiava sul porto, ci si attardava sul muretto a sant’antonio o ci si allungava fino alla punta del molo. Poche televisioni, e solo in luoghi pubblici come i bar, dove si andava in gruppo a vedere Mike Buongiorno al giovedi o Canzonissima al sabato; i cinema erano ben due e, pur di andarci, le ragazzine accettavano anche di essere accompagnate da vecchie zie o nonne, che urlavano disperate se vedevano una scena con la pioggia, pensando che piovesse anche a Ponza e loro avevano lasciato il bucato a stendere… E’ come parlare di un trapassato remoto. Ora tra tv e computer, ognuno di noi è un’isola nel mare della propria solitudine: altro che mezzi di comunicazione… Sono mezzi in cui si appare spesso come non si è, in cui non c’è dialogo ma solo esposizione di opinioni e puoi, con un clic, sbattere la porta in faccia a qualcuno senza nemmeno dire ciao. Non so a cosa andremo incontro in questo modo, ma di certo i rapporti umani veri sono sempre più rari e difficili perchè avere davanti una persona è ben più impegnativo che guardare uno schermo.
Così va il mondo… Ma finché ci sarà una memoria storica di certi eventi e la si condividerà, anche usando queste nuove tecnologie, forse non tutto è perduto… Grazie a chi ha voluto cosi dettagliatamente ricordare i grandi momenti di gloria che Ponza ha avuto (…e può ancora avere), e lasciarli in eredità a tutti.
Polina Ambrosino