di Assunta Scarpati
Ho impiegato molto tempo a “digerire” gli avvenimenti successi a Ponza la scorsa settimana.
In tutti questi giorni ho ascoltato e letto molto. Spesso mi sembrava di vivere in un posto non mio… La giustizia farà il suo corso e chi ha sbagliato dovrà pagarne le conseguenze, ma non condivido i festeggiamenti, i brindisi e le bandiere sui balconi…
Non fanno onore al popolo che siamo o che cerchiamo ancora di essere perché sono gesti ipocriti e inconsulti che sanno stupidità e di amaro.
Non condivido i titoli dei giornali che ci definiscono il paese del malaffare: la nostra identità storica dimostra che non è cosi, proprio come afferma Franco De Luca.
Non condivido da tempo il modo di gestire la res publica e l’ho detto e scritto varie volte.
C’è poco da pensare: il nostro paese è a un bivio con molte curve cieche e questo è il risultato di moltissimi anni di malgoverno di cui siamo tutti responsabili, me compresa.
In tutto ciò che si fa ci si mette la faccia ed io sono stanca di ascoltare i vari saggi di turno che fanno analisi e valutazioni politiche all’acqua di rose. Voglio dire ciò che penso senza vergognarmi…
Ponza è un piccolo paese dove ci conosciamo tutti e le varie tornate elettorali con le conseguenti amministrazioni sono il risultato di ciò che ha voluto la comunità, con annesse chiacchiere, commenti, scontri, pettegolezzi e verità.
Per i vincitori il torto sta dalla parte di chi ha perso e viceversa: questo è il primo sbaglio. Dovremmo imparare invece a cercare la “ragione”, a collaborare per il bene comune; ma l’orgoglio, la prosopopea, le fazioni politiche, le tifoserie, l’ignoranza, l’egoismo non lo permettono… E allora in quel momento tutti sono contro tutti… e l’isola inesorabilmente affonda.
Spesso dimentichiamo di avere delle responsabilità condivise pur affondando nella stessa barca. Non serve: tutti conosciamo tutto di tutti – politicamente intendo – e non serve blaterare o urlare più forte per convincere gli altri, nella speranza di rifarci una “verginità politica” dimenticando il passato.
Res publica: la cosa pubblica, lo Stato…
Res gestae: le imprese del passato…
Res adversae: gli eventi sfavorevoli…
Res secundae: gli eventi favorevoli…
Res novae: l’innovazione politica….
Questi cinque punti dovrebbero aiutarci tutti a pensare ed analizzare:
La cosa pubblica è di tutti e tutti dobbiamo curarci di essa ed interessarcene…
Le cose del passato ci devono servire da insegnamento e monito per non sbagliare di nuovo…
Gli eventi sfavorevoli sono casuali ma molto spesso procurati dall’incuria, dal disinteresse e dal vizio di delegare…
Gli eventi favorevoli sono possibili nell’amministrare se ci mettiamo trasparenza, chiarezza, forza, integrità e se ognuno di noi ha il coraggio di fare un passo indietro per il bene altrui…
L’innovazione politica è lasciare spazio alle forze nuove e sane, alle idee,alla fantasia, al metodo, al concreto bisogno della collettività, all’umiltà e alla voglia di riscattare il nostro paese senza pensare alle cose prettamente personali…
Qualcuno dirà: “Assunta… dai dell’oratore agli altri e poi ti metti a farlo tu?”
No, assolutamente no. Lo dico prima a me stessa… Faccio parte dello stesso popolo e il senso dell’appartenenza è cosi forte che non vi nascondo mi fa star male!
Ponza merita di vivere di luce propria e non di stare sotto i riflettori forzati dagli eventi: possiamo, dobbiamo farcela!
Assunta Scarpati