di Sandro Russo
Curioso sono sempre stato, delle figure affrescate sulle pareti della Chiesa: molto l’avevo frequentata da bambino, al seguito di zie molto devote. Ma le avevo quasi dimenticate… Sarà anche perché le cose che ci stanno sotto gli occhi per tanto tempo perdono d’interesse, fino a che non capita un’occasione che ci spinge a ‘riscoprirle’.
Questa volta l’‘occasione’ è stata una richiesta di Aniello De Luca – da ragazzino, con il padre Antonio e la mamma (zi’ ‘Ntonio e zi’ Angelina) – abitava proprio sotto la casa dei miei nonni – che mi ha chiesto di fotografare per lui un particolare dipinto che è in Chiesa, raffigurante (tra l’altro) il bastimento di suo padre.
Poi, come si sa, da cosa nasce cosa… Ho chiesto chi l’avesse fatto, quel dipinto, ed è stato lui stesso a dirmi che è opera del maestro Valiante.
Ponza è un posto piccolo, dove tutti si conoscono, perciò è stato facile parlare con il figlio del maestro Valiante, Giuseppe, e andare con lui in Chiesa, a fare le foto richieste ed altre ancora, opera dello stesso Artista.
Il dipinto in questione sta sulla volta del corpo aggiunto della Chiesa (la parte nuova per capirci, voluta e fatta edificata nel dopoguerra da u’ parrecchiane Diès).
Sotto la nuvola che ospita S. Silverio (riconoscibile dalla tiara papale) e l’Immacolata (con l’immagine del serpente sotto i piedi), c’è una bella veduta del porto di Ponza, con il Lanternino e alcuni bastimenti.
Precisa Aniello De Luca, che il bastimento che entra nel porto è quello della sua famiglia, il “Madonna Santissima della Salvazione”, costruito nel 1890 nei Cantieri di Torre del Greco e demolito da lui stesso, a Ponza, nei cantieri Parisi di Santa Maria, nel 1956. Nel dipinto lo si riconosce dalla poppa quadra e dalla completa invelatura, comprese le tre vele di prua.
Il bastimento che esce dal porto è invece l’altrettanto famosa ‘Ave Maria’ di Geppino Vitello.
***
Continuo con Giuseppe Valiante la visita ai dipinti che arricchiscono la Chiesa e lui mi mostra un’altra opera del padre: il grande complesso della cappella dell’Addolorata, nella parte vecchia della Chiesa (nella sua primitiva pianta circolare).
Gennaro Valiante è nato a Pozzuoli nel 1912. Maestro elementare, ebbe un incarico di insegnamento a Ponza nel 1936. Qui ha conosciuto la futura moglie e sono nati i tre figli. E’ restato sull’isola fino al 1964, anno del trasferimento a Formia. È morto nel 1990. I dipinti in Chiesa si riferiscono alla sua attività tra gli anni 1950 e 1954. Negli anni ’60 è stato anche Sindaco di Ponza.
Pittore dilettante, dipingeva per vera passione. Ha lasciato le sue tele a chi mostrava di apprezzarle: molti a Ponza le hanno alle pareti. Suo anche un dipinto della Santissima Trinità, al centro della Chiesa sopra l’altare, definitivamente perduto, coperto dal mosaico successivamente apposto.
Sempre al centro, sopra l’altare e il mosaico, molto in alto, c’è un altro dipinto che raffigura una nave bianca nella tempesta, opera questa di Raffaele Sandolo; la nave dovrebbe essere la “S. Francesco”. Anche qui viene chiesta l’intercessione delle divinità (in alto a destra del dipinto) nel momento del pericolo.
Ancora del maestro Valiante, e ben conservato, è invece un altro dipinto, sulla destra e in alto nella Chiesa vecchia, raffigurante un S. Benedetto in veste di monaco sullo sfondo del porto di Ponza.
Notevole e caratteristica, nei dipinti d’u’ maest’ Valiante, è la mescolanza del tema sacro con la rappresentazione molto terrena dei luoghi isolani proprio come sono (o com’erano).
Una visita in Chiesa – oltre che motivo di elevazione spirituale e consolazione per i credenti – offre molte opportunità al visitatore. ‘Leggere i luoghi’, identificare le prove della devozione popolare e riconoscere le sue espressioni artistiche più sincere perché spontanee, è una grande lezione di antropologia culturale.
Per chi è più coinvolto è anche bello vedere immagini già conosciute – cui quasi non si faceva più attenzione – e apprezzarle con interesse nuovo: come se le si vedesse la prima volta.
Sandro Russo
Antonio De Luca
1 Ottobre 2011 at 15:06
Articolo molto interessante e di valore culturale.
C’era bisogno di ricordare Gennaro Valiante, maestro di grande spessore pedagogico in una società ponzese che muoveva i primi passi negli anni ’60; uomo di grande dignità e morale integerrima. Ne avremmo bisogno oggi, nello scenario deprimente che si vede e si palpa per strada, nei bar e nelle scuole.
E il Maestro Valiante artista non è da meno: ci ha lasciato dipinti connotati da quel tratto approssimativo e fugace, intenso e sicuro, mediterraneo, di un realismo che ho ritrovato nei monasteri della Sassonia, sulle rive anatoliche e nelle chiese del marsigliese.
Sicuramente, Valiante, uomo di cultura e di valore.
Ponza gli deve un giusto riconoscimento.
Maria Conte
9 Ottobre 2011 at 06:12
Caro Sandro,
so, da fonte familiare, che, a quest’ora, a Lanuvio vi state ricreando… corpo e spirito… Superfluo aggiungere che, supponendo di esservi invitata…, mi piacerebbe esservi.
Ho molto apprezzato il tuo pezzo sui dipinti della nostra chiesa isolana e ti sono grata per aver trattato l’argomento. Sono, queste, le cose che mi entusiasmano ed aggiungono una ragione in più per “sentirmi orgogliosa” della mia isola, non certo altre, delle quali io, forse con superbia, non mi sento assolutamente colpevole. Da ex insegnante, dico: ” Se si fosse insegnata più Educazione Civica, comprensiva della conoscenza dello studio del patrimonio culturale, artistico, naturalistico ecc. di cui Ponza è ricca…!”
Proprio quest’estate, in chiesa, guardando i dipinti, alcuni dei quali veramente rovinati (vedi le lesene), pensavo a cosa si potrebbe fare per arrestarne l’ulteriore decadimento e la scomparsa delle immagini simboliche, per le quali tanto ha lavorato mons. Dies. Il tuo articolo è arrivato a proposito e mi ha dato un accenno di speranza… Completa l’analisi dei dipinti, quando sarà possibile. Confido in te, che sei più a contatto con l’ambiente ponzese… e sei una miniera di sapere…
Io, sia detto senza vanto, ho cercato di dare una mano quando s’è trattato del recupero di qualche bene del nostro patrimonio artistico isolano. Certo, che sia la porta della chiesina del Cimitero, che sia il restauro della porticina di un tabernacolo in chiesa, ho notato che tante persone si sono dimostrate interessate e sollecite al loro recupero. Vediamo se si possono incoraggiare nei loro intenti, magari tentando di risvegliarne l’entusiasmo. Tante volte, sono state mortificate ed avvilite dal malcostume di ben altri paesani, ma nel cuore conservano l’onestà, la generosità, la solidarietà di un tempo, che, oggi, a noi sembra tanto lontano ed irrecuperabile.
Con riconoscenza ed affettuosa amicizia.
Saluti da Padova.
Maria Conte
Silverio Valiante
12 Ottobre 2011 at 19:39
Sono uno dei tre figli del maestro Valiante (Silverio). Devo ringraziare Sandro Russo, mio fratello Giuseppe e la signora Maria Conte, e inoltre Antonio de Luca, per aver espresso così nobili pensieri nei confronti di mio padre.
I ricordi sono tanti, della bella isola di una volta, semplice, allegra, vivace e piena di giovani spensierati di un tempo ormai passato. Io tuttora la chiamo ‘Ponza nostra’ quando incontro o parlo con quelli che sono stati i miei amici di un tempo.
Comunque volevo esprimere il mio più profondo riconoscimento per aver chiesto cosa fossero quei dipinti e chi li avesse fatti. È stato un enorme piacere aver rivisto e letto ciò che avete pubblicato. Sono molto fiero di essere figlio di Gennaro Valiante – padre, marito, insegnante e uomo non corruttibile – che non ha mai fatto nulla per sé ma tanto per gli altri; molti ancora lo ricordano e lo ricorderanno.
Io lo porto con me attraverso un suo dipinto di San Silverio sulla parete di casa.
Grazie Silverio