Ambiente e Natura

Ponza. Impianti idraulici romani (5)

 

di Leonardo Lombardi

 

II Core e la Grotta del Core: punti d’osservazione 25 -37 (figg. 9.10)

 

Nella parte centrale del tratto in esame non si osservano tracce. Strutture particolari dovevano essere state create per sovrappassare il torrente Cavone del Core e un altro fosso (fig. 10: f1 e f2) che sboccavano in mare attraversando il tracciato dell’acquedotto.

Poco ad est della parete del Core, cosi chiamata per la particolare forma di un dicco di alimentazione di colore scuro, si osservano (fig. 10: p.o. 29-30) un’entrata e un’uscita della galleria dell’acquedotto in corrispondenza di una sporgenza di vulcaniti rimasta isolata dall’erosione. Poco oltre, in un fiordo, si ha il punto 31, speco della galleria che traversando la parete entra nella Grotta del Core. 

Fig. 9 – Zona del Core: punti d’osservazione 25-37

Fig. 10 – Zona del Core: Punti  d ‘osservazione 25-37 

La Grotta del Core è una vasta cavità nei pressi di Piana Bianca con entrata ampia ma bassa. Sopra l’apertura dell’ingresso alla grotta si nota un foro tondeggiante (fig. 10: p.o. 34) (fig. 11), certamente artificiale e con forma nettamente diversa da quella del normale cunicolo dell’acquedotto, cui corrisponde all’interno della grotta analogo foro sub-circolare (fig. 10: p.o. 35). Tale foro, per la forma e la posizione rispetto agli spechi della galleria è interpretabile come una finestra per l’aria e lo smaltimento dei materiali di scavo.

Fig.  11 – Grotta del  Core: apertura per lo scarico del  materiale di scavo, finestra

All’interno della grotta si possono osservare, oltre il foro in parete già indicato, quattro spechi di cunicoli, due sulla parete sud della grotta (fig. 10: p.o. 33-37) e due sulla parete nord. (fig. 10: p.o. 32-36). Sulla volta della grotta si hanno le tracce dell’intradosso dei cunicoli che dalla parete nord raggiungevano quella sud. Anche l’apertura sull’ingresso della grotta (fig. 10: p.o. 35) è collegata a una delle gallerie della parete nord da una traccia sul soffitto della grotta.

Dall’altro lato della parete nord della grotta, contro i due spechi dell’interno, si ha una sola apertura (fig. 10: p.o. 31) visto che purtroppo non è raggiungibile e quindi perlustrabile. Verso sud, la prima apertura, il primo speco visibile (fig. 13: p.o. 38) si rinviene a meridione del Forte di Frontone, per cui anche per i due spechi della parete sud che entrano nella montagna, se ne ha uno solo in uscita. Per interpretare la presenza di quattro imbocchi di gallerie nella grotta occorre pertanto immaginare che (fig. 12) una prima galleria fosse in corrispondenza dei due spechi più orientali e che a seguito di un parziale crollo della volta di una grotta posta a livello del mare, si fosse interrotto l’acquedotto con la necessità  di realizzare una seconda galleria spostata verso monte che collegava i punti 36 e 37 (fig. 12). II definitivo crollo della grotta ha poi messo in luce i quattro imbocchi e ha interrotto in modo definitivo 1’acquedotto

Fig. 12 – Grotta del Core: ricostruzione schematica delle tracce delle gallerie

Quando ciò sia accaduto è impossibile, allo stato delle conoscenze, stabilirlo. Apollonj Ghetti (1968, p. 146) riferisce, senza citare la fonte, che tra il X e il XIII secolo l’acquedotto romano ancora funzionava. Ciò spiegherebbe l’insediamento dei monaci in Santa Maria, nel punto di arrivo dell’acquedotto.

 

Dal Core agli Scogli di Frontone: punti d’osservazione 38-42 (fig. 13)

Dalla Grotta del Core agli Scogli di Frontone si hanno solo cinque punti ove si può osservare l’acquedotto. Uno (p.o. 38), subito a sud del Forte di Frontone, rappresenta l’uscita della galleria che proviene dalla Grotta del Core e che, dopo la galleria che collega Cala Dell’Acqua con Cala Inferno, rappresenta il più lungo tratto di galleria residua lungo tutto l’acquedotto (circa m. 300). L’entrata è occlusa da sabbia eolica trasportata dal vento.

Fig. 13 – Punti d’osservazione 38-42

 Si hanno poi un’entrata e un’uscita molto vicine tra loro (p.o. 39-40) dopo le quali l’acquedotto, ormai scomparso totalmente, doveva snodarsi, con percorso frastagliato, lungo la costa. Altri due punti, vicini tra loro, sono osservabili in una cala prima degli Scogli di Frontone.

 

Gli Scogli di Frontone: punti d ‘osservazione 43-47 (fig. 14)

La zona degli Scogli di Frontone è ricca di tracce: si hanno tre spechi ben visibili (p.o. 43, 46-47), una sezione della galleria, nascosta dalla vegetazione (p.o. 44) e una struttura, certamente connessa all’impianto idraulico, per la quale si può far ricorso esclusivamente a ipotesi.

Fig. 14 – Punti d’osservazione 43-47

La prima traccia, uno speco in posizione normale alla linea di costa (p.o. 43), rappresenta l’entrata di una galleria, lunga circa trenta metri, che si dirige a ovest per volgere poi a sud e riapparire (p.o. 44)  a poca distanza da un piccolo vano di forma rettangolare  (p.o. 45)  (fig. 16) che  è provvisto di un canale di scolo e di una piccola apertura rotonda sul soffitto che traversa un banco di roccia sovrastante il vano.

Fig. 16 – Vano 45. Probabile derivazione intermedia dell’acquedotto, fontana

Oltre questo vano si ha un fosso (f3), regolarizzato artificialmente con la realizzazione di un più profondo canale artificiale a sezione rettangolare (fig 17).

Per quanto riguarda il vano p.o. 45 (cfr. fig. 16), il canale di uscita, la forma e l’apertura verticale sul soffitto non lasciano dubbi sulla sua funzione: certamente una fontana, forse con una vasca il cui parapetto è andato distrutto. L’acquedotto proveniente da nord passava in galleria sopra il vano 45; dalla galleria una piccola derivazione alimentava la fontana a servizio di una cava o forse, come ipotizzato, della costruenda peschiera. La galleria doveva poi proseguire e sovrappassare con un ponte canale il fosso (f3) opportunamente regolarizzato per garantire la stabilità del ponte canale in relazione alle eventuali piene. Il resto dell’acquedotto proseguiva poi fino all’estremo settentrionale della Spiaggia di Frontone dove, presumibilmente, esisteva un altro ponte canale per superare i due fossi (f4 e f5) che in quei punto raggiungono il mare.

Fig. 17 – Fosso a sezione regolarizzata per il probabile passaggio di un ponte canale

Lungo la costa  è presente un grande scavo a livello del mare con tracce di escavazione di blocchi e di canalizzazioni (fig. 18), forse una peschiera mai terminata. Oltre tale area, una cavità artificiale lascia vedere l’entrata e l’uscita di un piccolo tratto di galleria con un forte spessore di coccio pesto.

Fig. 18 – Probabile peschiera romana non terminata

Leonardo Lombardi

Per la prima parte: leggi qui

Per la seconda parte: leggi qui

Per la terza parte: leggi qui

Per la quarta parte: leggi qui

 Impianti idraulici romani (5) Continua

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top