Dialetto

‘Lu campo di girasoli’ di Andrej Longo


segnalato da Sandro Russo

 

Di questo ultimo libro di Andrej Longo  – Lu campo di girasoli (Adelphi 2011) pp. 187-  vogliamo parlare per almeno tre motivi.

Perché l’Autore è di Ischia – anche se si chiama Andrej per un vezzo paterno, in onore dell’omonimo principe Andrej di “Guerra e Pace” di Tolstoj – e con gli ischitani noi di Ponza un po’ siamo imparentati.

Perché vi ha un ruolo importante il dialetto, anzi tutto il libro è scritto in dialetto. Che non è il napoletano di origine dell’Autore; non è il pugliese del paese (di fantasia) dove la vicenda si svolge; ma è una lingua inventata (‘sognata di notte’ dice l’Autore in un’intervista), che somiglia un po’ al napoletano e un po’ al pugliese: una super-lingua del Meridione. Non faticoso, però.

Infine perché l’abbiamo letto, ci è piaciuto e pensiamo che possa interessare i lettori di ponzaracconta.

Lu campu di girasoli

È una storia con un impianto classico su un tema popolare; buoni e cattivi ben caratterizzati e tematiche molto attuali.

Due giovani Caterina e Lorenzo (come Renzo e Lucia) si amano, ma non possono coronare il loro sogno perché della ragazza si è incapricciato Rancio Fellone, il figlio del potente boss locale, che detta legge con i suoi accoliti: Capa di Ciuccio e Cicciariello. La storia procede in una girandola di situazioni in cui giocano un ruolo importante le famiglie dei giovani implicati e anche due personaggi Dummenico e Lo Professore, alla ricerca di una soluzione per sbarcare il lunario.

Lettura gradevole, sottolineata dalla brevità dei capitoli, densi di azione, dove succede sempre qualcosa di nuovo.

Qualche stranezza linguistica – a la salute nuestra… lu fueco… li muerti… pipiristrillo …come suonano strani! – che si può ben scusare: non si inventa tutti i giorni un dialetto!

Ma le ingenuità sono riscattate in avanzo dalla potente scena centrale, in puro stile western, ambientata dentro a ‘lu campu di girasoli’ del titolo, dove invece di crepitare le pistole suonano le tammorre, scricchiolano le ossa e volano gli sparvieri.

Con delle perle da immaginario popolare: il gioco diffuso tra le bambine di ‘pazziare a sognafuturo’; dei ritratti irresistibili: ‘strignette la vocca a culo di gallina…’ E l’atmosfera ‘de la pizzica’: …Comu si a chella manera putevano tené luntana la muerte. E forse overo che la tenevano luntana accussì. Forse la muerte stessa ballava sturduta da la musica e da lu scirocco”.

Insomma una raddrizzatina alla vita, all’etica e al destino proposte con una scrittura gradevole che mette di buon umore, e fa pensare, anche.

Bibliografia di Andrej Longo

Prima o poi tornerò (1992) Ed. Guida (insieme con un racconto di Lina Wertmüller)

Più o meno alle tre (2002) Ed. Meridiano Zero

Adelante (2003) Ed. Rizzoli)

Dieci (2007) Ed. Adelphi

Chi ha ucciso Sarah? (2009) Ed. Adelphi

Lu campo di girasoli (2011) Ed. Adelphi

 

Sandro Russo

 

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