





|
|||
Poesia. La madre del marinaio
La madre del marinaio
Bambino / lo cullai / ma non sapevo che con quell’onda gli insegnavo il mare. / La notte / sulla fronte / gli vedevo una stella propizia al navigare. /
Distaccato da mé, / fatto fanciullo / il mare me lo tolse / a poco a poco. / Ei non ebbe che il mar / come trastullo, / soltanto il mar gli fu compagno al gioco. /
Diceva: – O madre, / voi l’asilo siete a cui si torna dopo la tempesta. / Ma il mare / è la mia vita / e la mia festa. / Col cuore acceso / qui / m’aspetterete – . //
Or, / mentre il cuore si consuma, / aspetto l’uomo / che è pur sempre il mio bambino. // Filo una lana / per fargli un corpetto che lo ripari dal vento marino //
Egli non scrive, / ché la penna è dura tra le sue mani, / e sa leggere a stento. // Ebbe / per sillabario il firmamento / e il mare fu il suo libro di lettura. /
Gente di porto, / gente di costiera, se mai gettasse l’àncora un naviglio / per trovare pace / dopo la bufera, / potreste riconoscere mio figlio. /
Dimenticato avrà ogni pericolo. / Ditegli allora / che sempre l’aspetto, / che filo lana / per fargli un corpetto / e n’ho filato / già più d’un gomitolo. //
Renzo Pezzani (1898 – 1951) Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti