Di Fazio Vincenzo (Enzo)

Roberto, spirito libero

 

di Enzo Di Fazio

 

La scomparsa di una persona che vive ai margini della società ci rende tutti più umani e più responsabili,  ma non abbastanza da toglierci di dosso il peso dei limiti del nostro amore verso il prossimo.

Quanto poco facciamo per gli altri, ma soprattutto per chi ha bisogno e soffre, lo verifichiamo in queste circostanze.

La coscienza si erge a giudice e d’improvviso sprofondiamo nel buio…

 

Di Roberto ho questa foto scattata il 20 giugno del 2006, in occasione  della festa di S. Silverio.

Lo vediamo con le sue eterne compagne: una sigaretta, stretta tra le dita della mano destra, e la sua gigantesca inseparabile radio portatile.

Quel giorno – ricordo – era particolarmente felice..

Poteva tenere il volume alzato al massimo…  tanto c’erano i suoni della festa, la musica della banda e i botti  a coprirlo:  il suo più grande piacere, quindi. Confermato dal gesto del pollice alzato della mano sinistra, il segno di chi gioisce per una vittoria.

E la sua vittoria era il “sentirsi libero”.

 

Enzo Di Fazio

 

2 Comments

2 Comments

  1. Giacomo Trombetta

    11 Agosto 2011 at 19:01

    Meno male che qualcuno si e’ Ricordato di ROBERTO COPPA figlio di Silverio L’elettricista di PONZA , che forse era anche mio parente in quanto mia madre Mazzella Maria in Trombetta mi diceva che era cugina con Silverio Coppa.

    Pero diciamola tutta , a Ponza TUTTI lo abbiamo evitato Roberto forse per il suo modo di fare e anche perche era ben robusto

    Scusate lo sfogo saluti a tutti

    Gianfranco Trombetta

  2. francesco carlo

    28 Ottobre 2011 at 00:58

    Proprio vero.
    Condivido in toto quanto scritto dal Signor Trombetta, di “certa” gente ci si accorge sempre dopo, quando è troppo tardi, quando non possiamo fare e dare più niente, quando a nostra volta non possiamo ricevere niente… si Signori RICEVERE perchè anche queste persone sono in grado di dare, e vi assicuro (per esperienza personale) che possono dare tanto. Non ho conosciuto Roberto ma dalle poche righe lo posso accumunare ai tanti, troppi “Roberto” dei quali con molta ipocrisia ci si ricorda e se ne parla sempre dopo.

    Quando mai la vita inizia dopo la morte??? Stanco delle tante lacrime di coccodrillo!

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