Nardacci Gabriella

Le storie di ponzaracconta. L’opinione di una lettrice (e scrittrice)

Alla Redazione di ponzaracconta

A volte, mi capita di comprare alcuni libri che, per il tema, per la firma, per il titolo o l’immagine di copertina… catturano la mia attenzione. E’ capitato che quando poi vado a leggere, vi scopro concetti difficili che mi obbligano a tornare indietro e rileggere attentamente alcune pagine per ragionare sul  significato di certe considerazioni.

Di solito ci riesco grazie alla mia caparbietà e alla mia ambizione, ma mi accorgo che è una fatica e che così, la lettura, da passione piacevole, può diventare un lavoro stancante.

Mi tornano allora in mente, le storie che ci raccontavano le nostre madri e i nostri nonni e i vecchi seduti nelle piazze. Storie di fantasmi, di suore, di sogni e di guerra… storie di eroi inventati e di eroi veri, storie di campi da arare e di viaggi lunghissimi in mare… storie raccontate nelle lettere e lettere d’amore che raccontavano le storie…

Insomma storie di storia e storie di fantasia e di paure ancestrali che ascoltavamo con interesse e seguendone il filo, con gli occhi sgranati nel nulla a guardarne le immagini che le parole ci trasmettevano. Erano storie senza contorcimenti lessicali, senza nodi, senza domande perchè erano comprensibili e scorrevoli e se c’era una pausa da parte di chi le raccontava, subitanea era la richiesta di continuare, quasi si temesse che quel filo del racconto potesse rompersi e tagliare la pellicola che scorreva nella mente.

Tutto questo lungo preambolo per dirvi che…

…Questo sito è bellissimo e sempre più diventa un fiume che accoglie dentro di sè altri affluenti. Tanti racconti insieme che sembrano seguire un andamento a se stante ma che invece, confluiscono in un’unica storia. La storia umana, quella che ci fa sentire insieme, seppure estranei l’uno all’altro.

E fra queste cose belle, grande è per me scoprire come tante storie ci appartengono e ci riconnettono alle essenze di odori, sapori, immagini. Percezioni essenziali per la conoscenza delle cose e delle persone. Dai racconti di Tomeo e di L. Guarino a quelli di S. Russo, dagli spaccati di A. Scarpati al manto della Madonna di C. Pollio, fino all’ultimo pezzo di Renzo Russo che tanto mi ha riportato immagini similari a certi episodi del mio paese riguardo il mestiere di fotografo ed altri ancora che non cito per una questione di spazio.

Acquerelli scritti in maniera appassionata e genuina, che invitano a riflettere su come la semplicità del vivere e la conservazione nella memoria di simili vicissitudini, possono regalare al lettore attento, grandi emozioni.

E io sono una lettrice attenta… consentitemi questa presunzione…

Grazie.
Gabriella Nardacci

 

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