di Antonio De Luca
Nel ventre di questi mari
ho messo onde e soffi del mio respiro,
dalla porta marina
emergono scritture incompiute
e resti di battaglie e di eroi e miti e Dei.
Della mia nudità terrestre
mi trovo un cuore d’avventura
l’amore è un Dio,
non so spogliarmi né vestirmi
nell’eleganza dell’imprecisione,
i racconti sul dubbio mare come
scempi e paesaggi galleggianti di silenziosi anni,
il tempo continua e non è mai tanto
vivo di questi passaggi mediterranei
il resto è sogno e memorie
il resto ancora è il mio labirinto
ma esiste un resto?
Essere non è un modo di vivere.
Se potessi essere
un solo istante
con le primavere di ginestre
e gli autunni con le foglie sui tralci
da Tolone ad Alicante da Amalfi a Rodi
tra le piazze e i moli e i giardini d’Aleppo.
Nei passaggi marini
delle scogliere dal profumo di terebinto
il nutrimento trovo
delle memorie di Adriano
schiuma di mare e frumento e vigna.
Antonio De Luca