Ambiente e Natura

Attimi… di tramonto

di Francesco De Luca

 

Ascendo la salita della Madonna. Non è una battuta: la strada che porta a casa in Ponza si chiama via Madonna. Ed è una salita di cui non si può sparlare perché farla con le proprie gambe è beneaugurale. Farla con le gambe degli altri è un autentico funerale, giacché al termine dell’ascesa c’è il Cimitero.

Salgo dunque a fine giornata per recarmi a casa. Mia moglie accanto. Dietro, non visto, c’è mio figlio che sopravviene. “Papà  – mi dice  –  devi correggere la postura. Da dietro sembri un vecchio ricurvo. Devi drizzare la schiena!”

Per i figli i genitori non invecchiano così come per i genitori i figli rimangono quei fantolini con cui ci si trastullava. La realtà è un’ altra.

Mi sto incurvando e la cosa non riesco a percepirla se non quando diventa impedimento. Avviene a mia insaputa, inesorabilmente. Devo drizzare le spalle in modo da tagliare l’ombra in modo più netto.

Perché?

Forse che il sole indugia sull’orizzonte per non calare dietro Palmarola ?

Quel bimbo piangeva nel vedere il sole negarsi alla vista. Piangeva. Non riusciva a dominare il distacco della luce nel lasciare il giorno. Gli era insopportabile … come se lo perdesse. E piangeva … mentre la sera si appropriava del cielo, e poi della terra, e poi dell’animo degli uomini.

“Meglio venirci con la testa bionda,
che poi che fredda giacque sul guanciale …

No, c’è del bello in questo scorrere del tempo, mentre le ombre evidenziano le figure e le posture, ma non gli animi. C’è la bellezza di ciò che è.. E l’ umbratile pipistrello zigzaga a casaccio nell’aria tagliata dalle luci della strada.

Strada in salita, ancora si gioca la partita!

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