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Si parla di… ambiente

di Biagio Vitiello

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E’ da anni che si fanno battaglie politiche anche sull’ambiente, ma di risultati… pochi o niente.

Osservo che molte persone vestono i panni di ambientalista senza aver alcun titolo, tantomeno… merito.

Secondo  logica, il vero ambientalista dovrebbe essere colui che ha dimostrato di aver fatto qualcosa per l’ambiente , altrimenti come  potrà essere credibile? Il più delle volte si tratta l’argomento solo per chiacchierare, o perché (oramai) è diventato una moda.

A Ponza, i cacciatori vengono quasi sempre considerati “gli untori dell’ambiente” e quasi sempre vengono associati ai bracconieri; così diventano – loro malgrado – i personaggi negativi di reportage televisivi e  dei vari articoli di stampa, colmi delle solite dicerie.

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Ma questi bracconieri, di cui si parla spesso, non vengono mai presi, ad eccezione di qualche caso e mi chiedo: perché?

Altra domanda che mi faccio spesso: come mai non si parla degli sconci  grandissimi, che sono sotto gli occhi di tutti; un esempio: la scogliera a Frontone (inutile e dispendiosa)?

Come mai di essa nessun politico, nessun amministratore (soprattutto di minoranza), nessun giornale, nessuna rete televisiva, ha mai parlato o dato spiegazioni? Nemmeno ora che questa scogliera, da poco realizzata, è pericolosa attraversarla, perché molto dissestata dalle mareggiate.

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Poi, sono stati fatti vari studi e progetti sull’ambiente delle isole Ponziane, come la eradicazione delle capre a Palmarola, e quello del ratto a Zannone.

Nessuno  ha mai fatto una qualche obiezione in merito, nemmeno le associazioni venatorie (di cui sono socio, in quanto cacciatore), eppure  le capre ci sono nell’isola di Montecristo, messe dai re sabaudi  il secolo scorso per scopi venatori, pur da quando l’isola è stata dichiarata “Riserva Naturale Integrale dello Stato”, nessuno mai si è sognato di eradicarle.

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A riguardo della eradicazione del ratto a Zannone, perché depreda i nidi della berta, esprimo la mia grande perplessità, in quanto, essendo profondo conoscitore dell’isola per avervi vissuto a lungo (mio padre era fanalista), ricordo che non ho mai sentito un canto di berte, ma solo il garrire di tantissimi gabbiani, che in quell’epoca venivano anche cacciati.

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Oggi i gabbiani (uccelli voraci e aggressivi contro altre specie di volatili) sono di numero eccessivo, perché  protetti; e forse non  sia proprio questa la causa della scomparsa di molti uccelli dalle nostre isole, come il falco pellegrino? Secondo me (in quanto osservatore attento della fauna e della flora delle isole Ponziane) la causa è tutta da attribuire ad essi, in quanto uccelli voraci e terribilmente aggreganti! Li ho visti spesso scacciare falchi e poiane, ”divorare” quaglie e folaghe, facendo  veri e propri appostamenti sulla costa agli uccelli di passo.

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A Ponza i falchi pellegrini facevano in primavera il nido sul faraglione della Madonna, della Guardia, al Fieno, a Punta Incenso; ora non ci sono più, al loro posto solo migliaia di nidi di gabbiani.

Come mai non si  è fatto uno studio sulla nocività del gabbiano e l’impatto negativo sulla avifauna delle isole Ponziane?

Questo ed altro mi dovrebbero spiegare i “cosiddetti ambientalisti”, o chi fa studi e ricerche sulla fauna delle isole Ponziane.

Inoltre, tengo a precisare che il vero ambientalista – secondo me – è colui che ama l’ambiente perché con esso ha un legame atavico, e fa qualche cosa di utile per tutelarlo, lavorando in silenzio e senza tanta pubblicità.