Ambiente e Natura

La questione Le Forna

di Sandro Vitiello

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Nella zona di Le Forna quest’anno, oltre alle troppe zone chiuse per frane o per altri motivi, forse non avremo neanche la possibilità di prendere una barchetta. Siamo al primo di luglio e nessuna decisione è stata presa per garantire ai barcaioli di questa parte dell’isola di poter lavorare.

Sappiamo che ci saranno nei prossimi giorni incontri per trovare almeno una soluzione che permetta di lavorare ma sappiamo anche che ci sono forti tensioni tra gli stessi barcaioli e ovviamente tra questi e l’amministrazione comunale.
È un guaio grosso.

È un guaio grosso perché le ricadute economiche non riguardano solo le tante famiglie che sono impegnate nel settore ma, come per la storia di Cala Fonte, qua si tratta di un impoverimento complessivo di tutta la zona nord dell’isola.

Troppi fatti strani girano intorno a questa vicenda; non si parla solo di leggi e regolamenti.
Qui siamo in presenza di una situazione che poteva / doveva essere regolamentata da diversi anni, così come è stato fatto per gli operatori del porto borbonico.
Invece troppe volte si è rimandato; si sono cambiate le regole in prossimità delle ultime elezioni amministrative, sono intervenuti soggetti nuovi con legami di parentela da far valere… e chi più ne ha più ne metta.

Forse, più di tutti, farebbe bene a stare zitto l’ex sindaco. Se oggi a Cala Feola si rischia di vedere in onda il disastro del turismo locale lui ha la sua parte di responsabilità.

Insomma la vicenda dei barcaioli di Cala Feola potrebbe essere la “tempesta perfetta” per affossare la già precaria economia turistica di Le Forna.

Possibile che sulla nostra isola non si diano ovunque le stesse opportunità a quanti si ingegnano a costruire realtà lavorative? A chi offre servizi al settore turismo? Per coloro che danno agli ospiti la possibilità di godere la vacanza con un servizio professionale?
È così complicato programmare, coordinare, indirizzare con scelte amministrative lungimiranti l’esistenza della nostra piccola comunità?Dove sta l’inghippo? Perché a Ponza tutto deve rimanere precario, indefinito e sempre prossimo all’illegalità?

P.S.
A Cala dell’Acqua sono iniziati – proprio oggi primo luglio (!) – i “carotaggi” per vedere dove posizionare il dissalatore.
Ci auguriamo che, qualsiasi sia l’iter della “vicenda dissalatore”, si facciano scelte che tengano conto anche del fatto che la nostra isola ha pochissimi spazi a disposizione per andare a fare il bagno senza obbligo di pagare la barchetta o l’ombrellone.
Ricordiamo che Cala dell’Acqua è l’unico luogo della nostra isola dove poter arrivare vicino al mare con l’auto; chi deve gestire un portatore di handicap sa quanto sia importante avere questa possibilità.

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