Ambiente e Natura

Il cruccio e il consiglio

di Pasquale Scarpati

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San Silverio, pensoso, se ne stava in disparte tutto solo. Era vestito con lo stesso abito monacale, con cui era salito al cielo. Non aveva mai voluto cambiarlo. Eppure avrebbe avuto diritto ai paramenti papali.
A chi gli chiedeva come mai non li volesse: – Non si confanno – diceva – alla terra dove sono stato martirizzato e sepolto. È una terra semplice: nude rocce multicolori e umile macchia mediterranea, profumata e sempre verde. È una terra martire come me. Prima attaccata dai saraceni, poi deturpata dai coloni.
Ma a questi ultimi, nel corso di tanti anni, avevo detto anzi ordinato di custodirla. – Era – proseguiva – un patto reciproco: loro custodivano, io proteggevo. È una terra martire perché ha visto, suo malgrado, uomini umiliati, strappati dalle loro radici, a lor volta presidiati da altri uomini anch’essi lontani dalle loro famiglie…
– Il martirio esiste ancora oggi – continuava amaramente il Santo – sia per i continui crolli sia per alcune orde che, in un ridottissimo spazio di tempo, come mandrie di bisonti, calpestano tutto senza riguardo. Ma è una Terra misera soprattutto perché le sue bellezze non si possono ammirare per intero, in modo tenero e dolce.


– Allora – gli chiese Benedetto, suo coetaneo – non devi essere preoccupato perché sicuramente gli abitanti troveranno come risolvere il problema.
Vedi – gli rispose il Santo – è proprio questo il punto che mi duole: laggiù c’è una certa confusione…
– Perché? – incalzò Benedetto.
– C’è un problema di persone – rispose il Santo.
– Cioè?
– Molti si dichiarano ponzesi ma sembra una finzione. Alcuni, infatti,  non lo sono per niente né per nascita né per origini; altri pur essendo tali, vanno e vengono come le formiche nei pressi del formicaio. O per meglio dire vengono in occasione della mia festa e poi spariscono oppure, dopo di questa, rimangono per un po’ e poi di nuovo vanno via. Un numero sparuto resta sull’Isola ma a me sembra che abbia le mani legate o si barcamena tra mille difficoltà e problemi. In questo modo, ovviamente, viene meno l’attaccamento sincero, da parte della stragrande maggioranza alla Terra che, per questo, ancora una volta, può essere definita “martire”. Dimmi tu: posso mai indossare i paramenti pontificali? Io non so più cosa fare: vorrei aiutarli perché mi sono cari tutti, ma proprio tutti, anche i “fedifraghi”; ma come faccio a far capire che per prima cosa devono tornare a custodire il bene che Nostro Signore ha loro donato?

Benedetto lo guardò tra l’ironico e il sornione: – Silvè’, usa la moderna tecnologia: fatti sentire via internet o tramite web cam dal Paradiso… Che so, scrivi su Facebook, o su Ponzaracconta!
Silverio lo guardò esterrefatto.
Benedetto subito si riprese: – “Ma sto scherzando! Tu hai un cuore grande grande e farai sempre del bene, comunque. Ricorda ciò che Dio, nella Sua infinita bontà, disse ad Abramo prima di incenerire Sodoma e Gomorra: “Le risparmierò se troverò anche una sola persona timorata di Dio”. Penso che a Ponza ci siano non una, ma tantissime persone affezionate e custodi della loro terra. Sicuramente, anche con il Tuo aiuto, si salverà e torneranno le belle giornate. Pertanto non ti tormentare più perché il tormento ce l’ha chi non vuole far niente e chi non trova la soluzione ai problemi perché è “passivo”; ma chi come Te si prodiga per gli altri e per le sue Creature, non può essere crucciato. Se poi coloro che si chiamano – o si fanno chiamare – ponzesi alzano lo sguardo e analizzano attentamente la Tua vita che pur insidiata e tormentata è uscita vittoriosa dalla avversità; se comprendono in profondità che hai difeso, con fermezza, ciò in cui hai sempre creduto… essi certamente ne trarranno insegnamento”.

Il viso preoccupato del Santo si distese nel sorriso di chi si è rasserenato ed ha aperto l’animo alla speranza. A sua volta Benedetto si commosse per la dedizione e la benevolenza del Santo nei confronti della sua Terra.

 

Nota
Le foto che corredano l’articolo sono di Silveria Aroma, scattate il 20 giugno scorso, davanti alla chiesa di Santamaria

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