- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Biologia ed estetica

di Francesco De Luca
[1]          

.

Una proprietà universalmente riconosciuta all’arte e che essa non ha utilità, non serve: è pura espressione dell’animo umano.

Sembra che questa definizione dell’arte sia da modificare. E’ la tesi che la biologia evoluzionistica sta divulgando con plauso di coloro che considerano l’arte non una perdita di tempo o un puro divertimento ma una caratteristica evolutiva di derivazione biologica. E dunque con una funzione precisa all’interno della ‘selezione naturale’. Insomma si potrebbe sintetizzare il tutto con l’affermazione che: la cultura è figlia della natura.

Qui mi si apre un bivio: o attardarmi a illustrare le argomentazioni biologiche (espresse egregiamente dalla signora Christiane Nüsslein-Volhard (*) nel libro: L’incanto degli animali – Ed. Il Saggiatore)), o sottolineare l’importanza della bellezza nell’ambito dello sviluppo umano.

[2]

Lo spazio concesso dal Sito è ampio ma la durata dell’attenzione è poca per cui preferisco sottolineare come la cura e l’attenzione verso la bellezza di quanto propone la natura fisica e di quanto produce la natura umana svolgano diverse funzioni necessarie a collocare l’uomo in modo corretto sia nel mondo fisico sia in quello sociale.

Le manifestazioni artistiche hanno una funzione comunicativa, in quanto indicano chi abbia prodotto cosa, come sia stato prodotto, e sollecitano indagini sulla motivazione del prodotto stesso. Inoltre l’opera d’arte è ricreativa nel senso che dispone l’animo all’empatia.

Apro una parentesi: in campagna, sul terreno, si scorge un buchetto. Intorno brulicano formiche che trasportano granelli di terra, che vengono disposti a cerchio. E’ come un opercolo che si apre nel terreno. Preciso, rigoroso, ordinato.
Perché le formiche operano in quel modo così garbato ? In fondo stanno creando un formicaio al di sotto, e si liberano del materiale ingombrante. Ma lo fanno in modo non soltanto ordinato bensì artistico.
E perché gli Egizi trovarono opportuno preservare i loro morti eccellenti innalzando quelle opere mirabili che sono le piramidi?
Perché, al di là delle sovrastrutture culturali, c’è una base biologica che sprona tutti gli esseri viventi a tendere alla bellezza.

Questa consapevolezza appare più evidente oggi, dopo la catastrofe della pandemìa. Occorre farla diventare un obiettivo costante dell’agire umano: tendere alla bellezza e non al potere, uniformarsi alle leggi naturali e non violentarle.

 

(*) Christiane Nüsslein-Volhard (Magdeburgo,  1942) è una biologa tedesca, vincitrice nel 1991 del Premio Lasker per la ricerca medica di base e, nel 1995, del Premio Nobel per la medicina e la fisiologia assieme a Eric Wieschaus e Edward B. Lewis, assegnato per le loro ricerche sul controllo genetico dello sviluppo embrionale

 

Appendice del 16 giugno (cfr. Commento di Sandro Russo)

[3]

Pubblichiamo – in file .pdf qui in fondo – un estratto del libro “L’incanto degli animali” (Il Saggiatore) di Christiane Nüsslein-Volhard, biologa tedesca.
Nel 1995 le è stato assegnato il premio Nobel per la Medicina per la sua ricerca sul controllo genetico dello sviluppo embrionale. Dal 1985 è direttrice del dipartimento di Biologia evoluzionistica del Max Planck Istitute e del dipartimento di Genetica dell’Università di Tubinga. Il saggio spiega il significato delle creazioni del regno naturale, gli ornamenti sul corpo degli animali, i suoni che emettono e la varietà di colori e forme che li rendono peculiari. Come si originano, a chi e a che cosa servono. 

[4]

Le reve. Di Henri Rousseau, 1910

L’incanto degli animali di Christiane Nüsslein-Volhard. Estratto [5]