Ambiente e Natura

L’avvio dell’anno scolastico 2020/21. Il ritorno in classe

di Silverio Lamonica

.

Non è facile la ripresa della scuola con la pandemia in atto, anche se pare che si vada attenuando. Ma per essere pronti a settembre, il Governo ha emanato dei provvedimenti. Per quanto riguarda la scuola si segnala il Decreto Legge 8 aprile 2020 n. 22 “Misure urgenti sulla conclusione e sull’avvio del nuovo anno scolastico”, di cui segnaliamo, in particolare, l’art. 2 comma b con cui si precisa che entro il 15 settembre 2020 dovranno essere espletate le immissioni in ruolo dei docenti e le attribuzioni dei contratti a tempo determinato (supplenti annuali, per intenderci).

In questo modo non si dovrebbero avere “cattedre scoperte” con l’inizio delle lezioni nel prossimo mese di settembre.

Per quanto riguarda gli edifici scolatici, la situazione si complica. Specie nei grandi centri, le aule scolastiche sono per la gran parte super affollate, per cui il Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.) ha diramato una circolare relativa alle norme da osservare, anche in materia di istruzione pubblica e in particolare leggiamo:

Ciascuna realtà scolastica procederà ad una mappatura e riorganizzazione dei propri spazi, in rapporto al numero di alunni e alla consistenza del personale con l’obiettivo di garantire quanto più possibile la didattica in presenza, anche avvalendosi di spazi in più grazie a collaborazioni con i territori e gli Enti locali.”

Lo stesso C.T.S. raccomanda inoltre l’uso della mascherina per tutti i docenti e gli alunni, tranne quelli che frequentano la scuola dell’infanzia e i diversamente abili (alcune tipologie)

In base a tale normativa dovrà essere rivisto il numero di alunni per classe, specie nelle famigerate classi pollaio con oltre 25 alunni, fino a 30 addirittura, spesso in aule di media o ridotta capienza.

Si studiano inoltre accorgimenti per far sì che ci sia un isolamento efficace tra un banco monoposto e l’altro (addio o arrivederci ai banchi biposto e, quindi, ai “compagni di banco”) con opportuni pannelli in plexiglass, quasi a creare un gabbiotto come avviene in alcune realtà lavorative, ad esempio i call center. Questo suggerimento dell’attuale Ministra Azzolina, sembra che sia stato preso alla lettera da alcune ditte che già propongono pannelli in plexiglas anti sputo e anti fiato (v. Amazon)

Ingresso scuola Via Parata

Gli Enti Locali, cui ha fatto riferimento il C. T. S., hanno una funzione fondamentale per risolvere i problemi più immediati. Infatti il recentissimo D. L. 6 giugno 2020 che ha apportato integrazioni e modifiche al Decreto Legge 8 aprile 2020 n. 22, all’ Articolo 7 ter ( Misure urgenti, interventi di riqualificazione edilizia scolastica) precisa: “ Al fine di garantire la rapida esecuzione di interventi di edilizia scolastica … fino al 31 dicembre 2020 sindaci, presidenti di province e città metropolitane operano coi poteri dei commissari ex art. 4 commi 2 e 3 del Decreto Legge 8 aprile 2019 n. 22 ed hanno la facoltà di indire gare di appalto da espletare nell’arco di dieci giorni ( comma b Art. 7 )

I sindaci e le altre autorità locali hanno quindi il potere di individuare locali da mettere a disposizione delle scuole, appaltando i lavori necessari per renderli idonei allo scopo, e al limite ricorrere a manufatti prefabbricati, là dove gli spazi esterni degli edifici lo consentono, come consiglia l’ Associazione Vicepresidi in “Orizzonte Scuola”.

Esaminiamo ora la situazione a Ponza.

Il Comune di Ponza dispone sulla carta di ben 4 edifici scolastici: 1) Via Parata, 2) Santa Maria (ora non agibile per i lavori in corso) ; 3) Via Pantano che ospita l’ Istituto Tecnico Turistico (I.T.T.) di competenza della Provincia e 4) Cavatella.

La scuola di Santa Maria

Permettetemi una breve digressione. Nell’ anno scolastico 1992/93 ero direttore didattico dell’allora Circolo di Ponza. In quegli anni si parlava di razionalizzare la rete scolastica, per consentire al governo centrale di risparmiare. Ebbene, in una riunione presso l’allora Provveditorato agli Studi di Latina, il Provveditore Norcia tuonò: C’è il direttore didattico di Ponza? Mi alzai: Sono io. – “Direttore, vorrei sapere da lei che ci fanno ben 4, dico quattro edifici scolastici in una piccola isola come Ponza? Risposi: “Signor Provveditore, è una situazione storica e cristallizzata. Poi in futuro non si sa …” – No, ma quattro edifici in quell’isoletta sono troppi, andiamo!”. Replicò col suo cipiglio un po’ autoritario.

Ebbene oggi, caro Provveditore, i quattro edifici sarebbero appena sufficienti per ospitare gli oltre 300 alunni dei 4 ordini di scuola, secondo le norme anti-Covid19!

Mentre per l’ I. T. T. di Via Pantano Le Forna il problema non si pone, in quanto le 5 classi di una cinquantina di alunni complessivamente, consente il distanziamento dei banchi nelle varie aule, ci sono difficoltà da superare per l’edificio di Via Parata che ospita, oltre agli uffici di presidenza e segreteria, le 5 classi di scuola primaria (elementare) ed una sezione di scuola dell’infanzia di 26 bambini per un totale di 77 alunni, provenienti dall’edificio di Santa Maria in ristrutturazione (da considerare che i due ordini di scuola praticano il tempo pieno con servizio mensa ) e per l’edificio di Via Cavatella Le Forna che ospita ben tre ordini di scuola: a) Infanzia (Materna), b) Primaria (elementare) e Secondaria di I grado (Media Inferiore) per circa 180 alunni.

L’edificio della scuola di Via Cavatella a Le Forna

Per concludere. Il sindaco, in base alla normativa citata, svolge le funzioni di commissario per individuare locali atti ad ospitare una parte degli alunni che attualmente sono in sovraffollamento nei due edifici menzionati: Via Parata e Cavatella. A Ponza centro esistono locali demaniali tali da poter essere riattati in breve tempo: gli ex cameroni dello istituendo museo ed ex scuola media a Via Roma e per Le Forna il piano terra dell’edificio di Via Chiesa, il Veliero, che dovrebbe ospitare (chissà quando) la biblioteca comunale.

Sono contrario a quanto suggerito dall’Associazione Vicepresidi: il ricorso a strutture prefabbricate, perché molto dispendiose e in contrasto con l’ambiente isolano, tenendo presente che una soluzione del genere comporterebbe il parere preventivo della Soprintendenza. Anche in periodi difficili come questo, cerchiamo di preservare l’identità del nostro patrimonio culturale e paesaggistico.

Si allegano i file normativi per un ulteriore approfondimento:

https://www.fanpage.it/politica/scuola-il-documento-del-comitato-tecnico-scientifico-sulle-norme-di-sicurezza-per-tornare-in-classe/

https://www.scuolainforma.it/2020/05/29/rientro-a-scuola-documento-comitato-tecnico-scientifico-le-indicazioni-per-la-scuola-dellinfanzia.html

https://www.orizzontescuola.it/scuola-dal-distanziamento-alle-modalita-di-ingresso-ecco-le-indicazioni-del-comitato-tecnico-scientifico-per-settembre/

https://www.orizzontescuola.it/associazione-vicepresidi-strutture-prefabbricate-per-lezioni-in-sicurezza-abolire-divieto-supplenza-primo-giorno-assenza/

https://www.certifico.com/component/attachments/download/18162

1 Comment

1 Comment

  1. silverio lamonica1

    10 Giugno 2020 at 19:46

    Nell’articolo ho fatto cenno ai pannelli in plexiglass (con due s finali) e poi “plexiglas” con una sola “s”.
    Poco dopo ho appreso della polemica tra la ministra Azzolina, la quale sosteneva che la parola esatta era “plexiglass” (con 2 s ) e non plexiglas ( con 1 s) come aveva scritto l’onorevole Salvini.
    Fatto sta che l’Enciclopedia Treccani sembra che dia ragione a Salvini.

    Ma il termine glass in inglese significa vetro e il plexiglass, mi sono detto, in sostanza è un vetro plastificato.

    Quindi su facebook ho cercato la pagina dell’Accademia della Crusca ed ho posto il quesito

    Silverio Lamonica‎ a Accademia della Crusca

    2 h ·

    Il termine “plexiglas”, secondo l’Enciclopedia Treccani, va scritto con una sola “s” finale perché ” Nome registrato ( più propriamente marchio commerciale) di una resina termoindurente …”

    Ma chi ha registrato quel marchio potrebbe aver commesso un errore, dal momento che il termine contiene il vocabolo ‘glass’ che in italiano significa ‘vetro’ e quindi il marchio depositato doveva essere “plexiglass” con due s finali ?
    In fondo il termine “plexiglas” rimanda all’ italiano “vetro plastificato” (o altro termine analogo)

    Accademia della Crusca

    Accademia della Crusca Come ha precisato il presidente Marazzini poco fa a Radio 1, il termine è composto con il tedesco glas = vetro e così è stato registrato; poco dopo in inglese è stato adattato alla grafia glass

    Silverio Lamonica Grazie!

    Modifica o elimina questo commento

    Mi piace

    · Rispondi
    · 27 min
    .

    Silverio Lamonica

    Silverio Lamonica Quindi sia plexiglas che plexiglass dovrebbero andar bene entrambi.

    La conoscenza delle lingue ….

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top