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Il costo del bio

di Rosanna Conte

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Mangiare sano!
E’ una raccomandazione che tutti vorremmo praticare, ma non sempre si può.

A Ponza non si trovano ad esempio le uova biologiche, quelle che hanno come primo numero stampigliato sul guscio lo zero, né si trovano formaggi spalmabili privi di sale e grassi in quantità cospicue.
I negozianti dicono che, siccome costano di più, i ponzesi non li acquistano.

La prima riflessione  che sorge spontanea è che, poiché la differenza di costo per queste piccole cose è davvero poca, probabilmente il livello economico della gran parte dei ponzesi è molto basso. Ma subito questa idea è scartata.

In tutti i negozi dell’isola sono in bella mostra prodotti che hanno un costo che, se valutato in relazione alla ricaduta negativa sull’aspetto nutrizionale, potrebbe essere evitato, e, se sono lì, significa che vengono acquistati. Pensiamo alle buste di patatine, alla nutella, alle merendine.
Il problema, quindi, non è di natura economica, ma probabilmente nasce dalla scarsa attenzione a cosa decidiamo di mangiare.

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E’ un problema che ha preso l’avvio col consumismo: l’abbondanza di cibo non solo porta ad una iperalimentazione spesso dannosa, ma porta anche, seguendo le sirene della pubblicità, ad acquistare prodotti  poco salutari.

Ricordiamo che la diffusione dei concimi chimici e degli Ogm (Organismi geneticamente modificati) a livello planetario ha lasciato ben pochi quantitativi di alimenti alla produzione naturale, quella che chiamiamo bio, e solo negli ultimi decenni si è sviluppata una cultura che pone al centro il benessere delle specie viventi, anche quella umana, e del pianeta.

Nel nostro piccolo, a Ponza, viviamo questi due momenti che coesistono e richiedono una scelta: se vogliamo conservare la produttività naturale del nostro terreno o contaminarlo con concimi chimici  e sfruttarlo per piante di cui non conserviamo i semi perché non sono riproducibili; se vogliamo dare ai nostri animali il mangime ingrassante da allevamento in batteria o quello naturale con avanzi del nostro cibo ed erba fresca.

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E’ chiaro che noi mangiamo quello che abbiamo usato per nutrire i nostri polli e conigli ed il livello qualitativo del prodotto ha un costo legato ai maggiori tempi di produzione e alla minore quantità prodotta.

La ricaduta sul nostro organismo è, però, diversa. Basta vedere le differenze nutritive fra due tipi di uova come riporta la tabella sottostante, esito di uno studio commissionato dal giornale Mother Earth News nel 2007 (https://www.energytraining.it/uova-biologiche/ [4]).

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Cliccare sulla tabella per ingrandire

Riflettiamo!
E’ importante che quando acquistiamo un prodotto, oltre a controllare il prezzo, andiamo a leggere prima l’etichetta nutrizionale, che obbligatoriamente è riportata sulla confezione, in modo da regolarci secondo le nostre esigenze di salute oltre che di tasca.

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Ricordiamo comunque sempre che è vero che i prodotti naturali influiscono positivamente sulla nostra salute, ma ciò è sempre in relazione alle condizioni del nostro corpo e al quantitativo che assumiamo.