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Progetto Aquatilis: a Ponza la speciale quarantena dei ricercatori marini

Proposto dalla Redazione

 

La cura della Rassegna Stampa quotidiana, fatta essenzialmente di notizie di cronaca, di attualità e di politica,  a volte ci riserva delle piacevoli sorprese. Come nel caso di questo articolo pubblicato da radioluna.it [1] il 20 maggio.
A leggerlo si respira un’aria distensiva, magica, incredibilmente lontana dalle angosce provocate dal Covid-19.  Ed è bello scoprire quanti e quali segreti possa custodire il nostro mare, il mare di Ponza. A svelarceli è Armando Macali, biologo marino frequentatore della nostra isola e impegnato da tempo, proprio nelle acque di Ponza, nella realizzazione del progetto Aquatilis.

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Ponza – Un faro illumina il mare di Ponza di notte e nella chiazza di luce si vedono due sub pronti a immergersi. In lontananza solo i fari di pochi pescherecci. E’ uno degli scatti di Aquatilis, il progetto cui sta lavorando un team internazionale che ha avuto la fortuna di trovarsi sull’isola lunata prima del Covid-19 e lì è rimasto a studiare “l’altro mondo”, quello marino.

Fino a qualche giorno fa c’era silenzio assoluto e l’arrivo del traghetto si udiva a miglia di distanza. Oggi, mentre la vita riprende sull’isola pontina che “studia” come restare Covid free, la spedizione Acquatilis prosegue. Il gruppo di ricercatori di cui fa parte il biologo marino di Latina, Armando Macali è rimasto oltre due mesi in isolamento, ma non certo in clausura, potendo studiare la vita planctonica nella sua fase riproduttiva mentre a terra e sul continente tutto era fermo. Un’occasione unica.

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“Siamo stati incredibilmente fortunati a raggiungere l’isola prima che venissero fissate restrizioni al movimento in Italia, con il permesso ufficiale della Guardia costiera di lavorare in mare seguendo tutte le regole e le precauzioni”, ha detto Alexander Semenov, il biologo marino che è anche un incredibile fotografo subacqueo conosciuto in tutto il mondo.

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Il materiale girato in questi mesi sarà parte del primo documentario che racconta la vita e le abitudini di organismi marini minuscoli, lunghi pochissimi millimetri che fluttuano nel mare aperto sospesi nella colonna d’acqua, piccole astronavi che sono state fonte di ispirazione anche per il cinema, come accaduto con Alien.

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Una quarantena diversa certamente, quella dei ricercatori, in un’isola surreale che ora si risveglia. E che ha offerto agli studiosi anche qualche scoperta scientifica. Dopo aver appurato che le meduse mangiano plastica, i ricercatori hanno constatato come la plastica nel mare sia purtroppo in forte incremento e come alcuni organismi abbiano imparato ad usarla come utensile. “Abbiamo visto come un piccolo crostaceo, un gamberetto, abbia imparato ad usare  la plastica come una zattera, muovendosi in superficie senza essere visto dagli uccelli predatori”, spiega Armando Macali.

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NdR. Le foto sono della spedizione Aquatilis e di Armando Macali