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Finalmente

di Francesco De Luca

[1]

 

Finalmente ho potuto rivedere Ntunino, zì Ntunino per i lettori di Ponza-racconta. L’ho incontrato in pescheria giù alla Banchina Nuova. Pure lui per cercare di comprare nu fellone (grancevola), per rinverdire, come ogni anno, il sapore di questo crostaceo che esalta la cucina popolare di Ponza.

La sto prendendo da lontano… è vero? E già… perché appena mi ha visto non ha trattenuto il desiderio. Quale? Quello di parlare dell’Amministrazione comunale. La quale in verità è impelagata in difficoltà di coesione all’interno del gruppo consiliare. Ma lui, come tutti, non va tanto per il sottile. Dovrebbe distinguere fra le difficoltà oggettive di procedura burocratica (che, ad esempio, allunga oltremisura i tempi di approvazione di un intervento), e i rapporti personali fra i singoli Consiglieri (rapporti che hanno inclinazioni e chiusure, simpatie e antipatie), e le contingenze temporali (condizionate dalla pandemia). Tutte distinzioni che la gente non cura perché vuole andare al sodo. E il sodo, oggi, attesta malumori interni alla maggioranza, prese di posizione non necessarie, distinguo pretestuosi. Ora, poiché lui sa (Ntunino lo sa bene) che io ho parteggiato per questa compagine amministrativa, vuole togliersi il sassolino nella scarpa con me. Sono lì, sono un amico, non posso esimermi dal rispondere, devo pagare il pegno.

Hè visto che figura state facenno?”- esordisce.

Ntunì – rispondo –  è il gioco che viene fuori sempre quando a giocare è un collettivo. C’è un confronto aperto fra i consiglieri e… dalle voci non esce melodia”

“Sì… sì.. – riprende –  tu hè studiato e te ne vaie cu i note musicale io songo ommo ‘i campagna e a me sta Giunta me pare nu uallenaro”.

“L’immagine non mi pare confacente  –  dico –  però da te non m’aspetto cattiverie perciò se mi vuoi chiarire il concetto…”

“Certamente, anzi, per farti piacere, te lo dico con una poesia… so che a te il dialetto piace. Anzi, dato che tu sei bravo, leggetela comme saie fà tu… così ti piacerà di più”

[2]

‘U uallenaro ( 1 )

“ Carmé…
chiammete sti galline…
stanno venenno ind’ u ciardino…”
Sciò… sciò…
iatevenne ‘ a cca.
Madò… hanno disastrato
petrusine  ( 2 ), vasenicola ( 3 ) e nzalata

“ Carmè… vienete a piglià sti galline
ca stanno facenno piazza pulita.”

Chille… ‘u male tuie è…
ca nun tiene nu uallo ( 4 )
ca ‘i tene a bada.
Ognuna va addò vò.
Lasciano ‘u granone
e cercano a paretana ( 5 ),
fanno buche ind’a terra
raspeno ind’i surche d’a vrugola ( 6 )
Senza rispetto…
anzi a dispietto d’a bona crianza.

“ Carmè…
fatte nu uallo
pe mette ordine a ‘sti quatte cachere ( 7 ) ”.
S’appiccecheno  ( 8 ) fra lloro
e nun fanno ove.
Sti galline teneno bisogno d’u uallo ca ‘i ncarca ( 9 ),
ma si no scacateieno ( 10 ) senza prufitto.

‘U uallenaro
senza uallo
po’ esse pure bello
ma nun abballa ( 11 ).

Note: 1 – pollaio;  2 – prezzemolo;  3 – basilico;  4 –  gallo;  5 – parietaria ; 6 –  brugola; 7 -animali da poco;  8 – bisticciano;  9 – fecondare;  10 –  chiocciare;  11 – non frutta.

Versione recitata:

http://www.ponzaracconta.it/wp-content/uploads/2020/05/u-uallenaro.mp3 [3]

“Ecco qua, sei stato accontentato. E così…? Sei anche un rimatore adesso. Va bene… se questo ti fa stare bene, però non fare l’errore di appagarti soltanto del fatto di aver dato fiato all’insoddisfazione. Perché le cose vadano bene, ci vuole l’impegno di tutti. Se lasciamo che altri decidano per noi non possiamo dolerci delle loro decisioni. Glielo abbiamo permesso noi!”

Ha parlato ‘u prufessore… ha parlato ” – sbotta Ntunino.