- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Il video dell’Ospedale Maggiore di Bologna: “Attenti al lupo”… e state a casa

Segnalato da Sandro Russo
[1]

.

Il video è passato su Repubblica online qualche giorno fa, quindi non è attualissimo, almeno per il ritmo a cui al giorno d’oggi si “bruciano” messaggi, foto e video sul web; ma lo segnalo ugualmente per un paio di valori aggiunti.

Il primo è l’apprezzamento ricevuto su la Repubblica in L’amaca di Michele Serra (di cui sono un notorio estimatore) il sabato prima di Pasqua:

Una città che balla
di Michele Serra – 11 aprile 2020

La retorica del “ce la faremo” è comprensibile e persino lodevole, ma sempre retorica rimane, con tutti quei tricolori e inni nazionali che imperversano, ormai, anche gli spot pubblicitari di ogni ordine e grado, fusilli e divani con la mano sul petto che giurano fedeltà alla Patria.

Ma qualche perla, nell’inevitabile melassa, alza il livello generale e accende un sorriso inatteso, oppure commuove, e consola, per la sua credibilità umana. Il video degli infermieri, dei medici e degli impiegati dell’Ospedale Maggiore di Bologna, interpretazione corale di Attenti al lupo di Lucio Dalla, fa venire voglia di ballare, come se nessuna disgrazia potesse mai impedirlo, come se si potesse ballare anche senza ossigeno in petto… C’è tanta Bologna, in quel video, nelle facce, nella cordialità infinita di certi sorrisi, nell’aria popolare che perfino qualche dottorone porta ancora in volto per merito dei nonni contadini. E c’è tanto Lucio Dalla, che era talmente bolognese che ancora certe strade, e certi muri, e portici, e piazze, sono impregnati della sua presenza (lo si sente cantare).

Fortunata la città che ha un’anima, se poi quell’anima ha la voce di Dalla quella città è ancora più fortunata. Sa come ritrovarsi, come farsi coraggio, come parlare di se stessa. Lucio è all’Ospedale Maggiore, in questi giorni (lo si sente cantare).

P.S. Buona Pasqua a tutti. Io sono qui, senza il tricolore, ma se vi penso divento retoricissimo.

[2]

Il secondo motivo è ancora più personale. Un amico (amico vero) di parecchi anni fa. Io ricercatore, lui specializzando. Molte cose buone fatte insieme, idee a raffica…
Poi aveva scelto di andare a lavorare a Bologna. Insieme a lui la moglie, anche lei anestesista-rianimatrice. Hanno messo su casa, hanno due bambini. Ci siamo visti e sentiti, di tanto in tanto. Purtroppo con le vite che facciamo ci si perde, malgrado tutti i buoni propositi. Un vero peccato.

Ma quando ho visto il video, sono andato a cercare i loro volti… pensavo che li avrei riconosciuti, anche sotto le mascherine, o dentro gli scafandri. Invece niente.
Per cui ho recuperato tutti gli indirizzi mail che avevo (ne avevo accumulati quattro o cinque) e ho scritto loro.
E sì! Ci sono entrati e come nell’ideazione del video, ma poi per modestia lui ha deciso di starne di fuori
Sai com’è, i grandi “registi” hanno le loro fisime! – ha commentato lei!
Così da poche righe scambiate dopo tanto tempo li ho ritrovati. Penso che cercheremo di non perderci di nuovo.

***

Il video realizzato dai dipendenti dell’Ausl di Bologna dell’Ospedale Maggiore sulle note della celebre canzone di Lucio Dalla. Per fare gli auguri di una Pasqua da trascorrere a casa, come ricordano infermieri e medici: “Resistete ancora un po’ per favore. Questa è la gente che lavora in Emilia Romagna. Questo è il cuore. Questo è il sistema”.

.

.

Alcuni ritagli di giornali locali (Bologna) in relazione all’evento:

[3]
Il Corriere di Bologna

[4]

[5]

La Repubblica edizione di Bologna del 12 aprile