Ambiente e Natura

Alfred E. Brehm. Chi era costui?

di Tano Pirrone

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Sono stato redarguito dal capo redattore perché nel commento/aggiornamento impostato stamattina (7/4/20) al mio articolo Dalle fake news mi salvi Iddio che dal Coronavirus mi salvo io… non ho dato spiegazioni alla mia citazione di “Brehm” e sono stato tacciato di essere… radicascicche!

A me radical chic, intanto, non me lo dice nessuno! Decido di mettere subito in atto una delle due opzioni che di conseguenza mi si parano davanti: rimediare, raccontando del personaggio e del mio rapporto con lui oppure… licenziarmi e passare alla concorrenza.
La seconda che ho scritto è di dubbia realizzazione perché di pennivendoli in giro ce ne sono più dei simpatici e colorati coronavirus; quindi, giocoforza, mi tocca rimediare. Come?
Prima di tutto giurando su… su che? Trovato: giurando sul libro che sto leggendo, che s’intitola “Alle cinque della sera” di Dominique La Pierre e Larry Collins, un vecchio Oscar Mondadori, Best seller del 1988. Parla di tori e di toreri e presenta una visione della tauromachia molto originale, che, a richiesta di almeno tre lettori, potrò esporre. Giuro quindi che sarò scrupoloso nel non lasciare, da ora in poi, le citazioni senza puntuali note.

Ed eccoci, allora, a Brehm, che non è, come ironicamente il capo redattore, ha suggerito, nella sua “deliziosa” reprimenda, né “Christian Ludwig Brehm (pastore e ornitologo tedesco)”, né “7054 Brehm, asteroide della fascia principale” (1), ma Alfred Edmund Brehm, naturalista e scrittore tedesco, figlio del citato Christian Ludwig.
Nacque nel 1829 a Renthendorf, villaggio della Turingia. Viaggiò molto in Europa, Asia, Africa, studiando la vita e i costumi degli animali. Scrisse la famosa Vita degli animali (Tierleben), che ebbe larghissima diffusione, fu tradotta nelle principali lingue, ed ha anche un notevole valore scientifico oltre che divulgativo, benché le interpretazioni delle abitudini degli animali siano spesso un po’ ingenue. Molte delle numerose edizioni successive furono aggiornate da specialisti.

Nel 1952 mio padre, che aveva sin dall’ottobre del 1950 cominciato a comprare, leggere e collezionare il settimanale Epoca, (2), e si era abbonato già a partire del 1951, ricevette come regalo dall’editore Mondadori un’edizione speciale del testo originale (i volumi da 6 erano passati a 10, ma ridotti ora a 2 e con il titolo da Vita degli animali al più “popolare” Nel regno degli animali).

Epoca. Il primo numero del settimanale. 14 ott. 1950

Io dovevo compiere ancora 10 anni e leggevo già tutto quello che mi capitava per le mani (dal Corriere dei Piccoli ai libri di Jules Verne a Senza famiglia di Hector Malot, da Jack London a Kipling, a Walter Scott, da Salgari a Dickens, ai canonici libri “formativi”: Cuore, Pinocchio, libri di favole varie, e poi i libri per ragazzine (Pattini d’argento, Piccole donne, Piccole donne crescono…). E poi ancora i fumetti: tutto quello che veniva edito nell’immediato dopoguerra: Sciuscià, Nat della Santa Cruz, Cino e Franco, Pecos Bill, Piccolo sceriffo, Kinowa, Tex (che seguo ancora ora ed di cui ho tutta la collezione, in vendita, se interessa l’articolo, evveeero!), ultimo, ma solo nell’elenco, il Vittorioso.
E poi leggevo le riviste che comprava mio padre (Epoca, appunto) o, più in là, mia madre (Arianna). Infine c’erano le etichette delle bottiglie dell’acqua minerale (prima fra tutte la Ciappazzi, che diede spunto per uno slogan in rima, che non posso riportare, ma che vi posso fornire se mi mandate un messaggio o una mail).

A tavola i miei tentativi di leggere durante il pranzo o la cena furono subito stroncati da mio padre che voleva, molto giustamente, mantenere il rito plenario che due volte al giorno si svolgeva in camera da pranzo, a cui incorniciata dalla porta finestra assisteva regale lei, la Montagna, l’elegantissima signora dedita al fumo e scossa spesso da poco eleganti scatti epilettici, l’Etna maestosa presenza della mia infanzia e della mia giovinezza.
Infilato il giornaletto sotto il sedere, aggiustavo la bottiglia in modo che l’etichetta fosse girata verso di me e, pranzo e cena, leggevo i dati relativi alla temperatura alla sorgente, m’informavo della pressione osmotica e della presenza in mg/L di Bicarbonato, Fluorite, Sodio, Potassio ecc. Mi affascinavano le citazioni delle Università che avevano effettuato le misurazioni e avevano così facendo certificato l’acqua come ‘’minerale’’ e adatta al contrasto dell’acido urico, che già da allora affliggeva mio padre.

Re delle fughe: la mia tendenza a deviare dalla strada maestra e imboccare ogni vicolo mi suggestiona (anche di questo sono rimproverato dal Capo redattore!). Contro natura, diceva mia nonna, non si può andare e d’altronde ognuno scrive prima di tutto per sé stesso, a meno non si sia un cronista o un opinionista stipendiato.

Torno sulla retta via e riprendo Brehm, che, da buon tedesco, ha aspettato con pazienza. I due grossi libroni sono un testo di etologia, scienza che solo con Konrad Lorenz avrà un suo status (prima era parte dello studio della vita animale). Brehm racconta storie affascinanti, ricordo ancora la lotta fra mangusta e cobra, la lotta fra un leone ed una tigre, la vita quotidiana delle tribù delle scimmie e tante altre storie, che voglio rispolverare, ora che ho portato giù i due volumi dall’inaccessibile cengia della monumentale libreria, e che pur ben spolverati mantengono l’odore degli anni accumulati e le rughe appassite di anni di inattività.
Non si dovrebbero tenere i libri troppo tempo senza aprirli, sfogliarli, leggere qualche frase, tenerli in mano e per qualche giorno sulla scrivania. I libri vogliono essere voluti bene ed osservati, descritti, come faceva con gli animali il mio amico tetesco-ti-Cermania Alfred Edmund Brehm.

Note
(1) – Asteroide della fascia principale, cioè la regione del sistema solare situata grossomodo tra le orbite di Marte e di Giove. È occupata da numerosi corpi di forma irregolare chiamati asteroidi o pianeti minori. L’asteroide scoperto nel 1959 è dedicato ai Brehm, padre e figlio.

(2)Epoca è stato un settimanale edito dalla Arnoldo Mondadori Editore, pubblicato dal 1950 fino al 1997. Ideato sul modello dei periodici statunitensi illustrati, come il settimanale Life, è stato lanciato a Milano il 14 ottobre 1950. Fra i settimanali italiani si distinse subito per l’impostazione grafica: stampa su carta lucida ed ampio ricorso ai servizi fotografici (molti in esclusiva), oltre a un sapiente uso del colore. La composizione grafica fu firmata inizialmente da Bruno Munari

3 Comments

3 Comments

  1. Carmelo Gaudioso

    10 Aprile 2020 at 16:40

    Caro Tano, quante cose ritrovate!
    Da Epoca alla Ciappazzi, con la sola differenza degli anni (età) tra te e me…

  2. Patrizia Maccotta

    10 Aprile 2020 at 18:24

    Che infanzia ricca di stimoli hai avuto Tano: libri, sapori, profumi sotto la piuma da moschettiere dell’Etna. E una famiglia presente ed attenta. Sei stato fortunato.
    Faccio richiesta per una presentazione del libro “Alle cinque della sera”!

  3. Vittorio Galofaro

    15 Aprile 2020 at 11:17

    Ciao Tano,
    ti faccio i miei complimenti della tua, sempre più attiva, passione per le relazioni sociali e culturali. Il ricordo della “Ciappazzi”, della tua passione per la lettura, dei tuoi momenti trascorsi a tavola in famiglia in quella stanza da pranzo con l’affaccio su via Sant’Anna, a quei momenti di compostezza, obbligata da tuo padre (giustamente) di stare a tavola e poi della tua sfrenata e giustificata esibizione nel tuo balcone di casa, perché impedito a scendere in strada a giocare, ecc. mi ha portato indietro di decine di anni (circa 70).

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