- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Uova di Pasqua

Poesia proposta da  Silverio Lamonica

[1]

 

Quest’anno, di certo, viviamo una strana Pasqua. Rintanati fra quattro mura, trascorriamo in famiglia questa ricorrenza, in barba al proverbio: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi ….   Ch’ t’à saputo fa’ ’stu coronavirùs: ha sfatato perfino un detto secolare. E chi mai se l’aspettava una sorpresa del genere! E, a proposito di sorprese, per celebrare questa Pasqua accanto al focolare, pur senza ceppi ardenti (siamo ormai in primavera) ho scelto e tradotto liberamente dal francese, una poesia di  Marcel Pagnol (1895 – 1974), scrittore, drammaturgo, regista cinematografico e poeta, dal titolo: “ Uova di Pasqua” … con la speranza che dopo una ‘penitenza’ tanto prolungata, le sorprese finali non continuino a deludere.

Oeufs de Pâques

par Marcel Pagnol


Voici venir Pâques fleuries,

 Et devant les confiseries
 Les petits vagabonds s’arrêtent, envieux.
Ils lèchent leurs lèvres de rose
Tout en contemplant quelque chose
 Qui met de la flamme à leurs yeux.

Leurs regards avides attaquent
Les magnifiques œufs de Pâques
Qui trônent, orgueilleux, dans les grands magasins,
Magnifiques, fermes et lisses,
Et que regardent en coulisse
Les poissons d’avril, leurs voisins.

Les uns sont blancs comme la neige.
Des copeaux soyeux les protègent.
Leurs flancs sont faits de sucre. Et l’on voit, à côté,
D’autres, montrant sur leurs flancs sombres
De chocolat brillant dans l’ombre,
De tout petits anges sculptés.

Les uns sont petits et graciles,
Il semble qu’il serait facile
D’en croquer plus d’un à la fois ;
Et d’autres, prenant bien leurs aises,
Unis, simples, pansus, obèses,
S’étalent comme des bourgeois.

Tous sont noués de faveurs roses.
On sent que mille bonnes choses
Logent dans leurs flancs spacieux
L’estomac et la poche vides,
Les pauvres petits, l’œil avide,
Semblent les savourer des yeux

 

[2]

Uova di Pasqua

Ecco la Pasqua con gli alberi in fiore.
Innanzi ai dolciumi in vetrina
i bimbi di strada  si ferman  bramosi.
Si leccan  le labbra di rosa
contemplando qualcosa
coi loro occhi  di fiamma.

Assaltan quegli avidi sguardi
magnifiche uova pasquali
nei grandi empori orgogliose,
salde, magnifiche, lisce;
e sbircian da dietro le quinte
i pesci d’aprile, lì accanto.

Alcune son bianche pari alla neve
di seta i bei trucioli a loro tutela,
di zucchero i fianchi. E accanto vediamo
ancora degli altri assai bruni mostrarsi.
Di cioccolato brillante nell’ombra
angioletti intagliati ecco apparire.

Piccoli e gracili alcuni,
par che sia  facile a loro
dare morsi a più d’uno alla volta;
ed altri, prendendo coraggio,
sempliciotti, grassocci ed obesi
avanzano uniti come borghesi.

Son tutti legati da rosei piaceri:
Sentono mille leccornie gustose
deliziare i  fianchi spaziosi.
Lo stomaco vuoto e la tasca,
quei bimbi di strada con avidi sguardi,
li gustano solo con gli  occhi lucenti.

 

Sullo stesso tema, 9 anni fa, pubblicai un sonetto: L’Uovo di Pasqua [3], che vi ripropongo; abbiamo tanto tempo da dedicare alla lettura …

BUONA PASQUA