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Una canzone per la domenica (89). Con gli occhi asciutti nella notte scura

Proposta da Patrizia Montani

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Non è facile proporre una canzone per la domenica di questi tempi in cui c’è poco da cantare. Ma uno scritto (e relativa canzone) mi sono saltati agli occhi nel corso della settimana alla quotidiana lettura del giornale – lo scritto di un lettore riguardo a “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori – e ho pensato che fosse la scelta giusta, perché secondo me esprime appartenenza senza retorica, malinconia senza cinismo, ottimismo senza fanfare.

Questa la lettura da la Repubblica, di martedì 31 marzo scorso, ne “Le lettere di Corrado Augias”.

Con gli occhi asciutti nella notte scura
Caro Augias,
esortiamo a leggere il testo, ascoltare la canzone e cantarla con la voce o col cuore. Parliamo di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori (1979). Un altro modo per non sentirci soli contro il virus.
Abbracciamo tutti.
“Siamo angeli con un’ala soltanto; perciò per volare dobbiamo restare abbracciati” (dal film “Così parlò Bellavista” di Luciano De Crescenzo).
Ecco il testo: “Viva l’Italia/l’Italia liberata/ L’Italia del valzer/ l’Italia del caffè, / l’Italia derubata e colpita al cuore/ Viva l’Italia, l’Italia che non muore. – Viva l’Italia, presa a tradimento/ L’Italia assassinata dai giornali e dal cemento, / l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura/ Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. – Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare/ L’Italia dimenticata, / e l’Italia da dimenticare/ L’Italia metà giardino e metà galera/ Viva l’Italia, l’Italia tutta intera – Viva l’Italia, / l’Italia che lavora. / L’Italia che si dispera, / e l’Italia che si innamora/ L’Italia metà dovere e metà fortuna/ Viva l’Italia, l’Italia sulla luna. – Viva l’Italia del dodici dicembre/ L’Italia con le bandiere, / l’Italia nuda come sempre/ L’Italia con gli occhi aperti nella notte triste/ Viva l’Italia, l’Italia che resiste”.
Bruno e Maria Rosaria Sacchi

La risposta di Augias
La data di composizione di questa formidabile ballata, pensatissima ma così vicina al sentimento popolare, serve a capire alcuni riferimenti. Per esempio, la data del 12 dicembre è quella dell’attentato alla Banca dell’Agricoltura a Milano (1969) che aprì la stagione del terrorismo. Canzone di un patriottismo ben scandito e consapevole nel quale si mescolano amore e patimento, l’Italia dimenticata e quella da dimenticare, un Paese in sospeso tra dovere e fortuna. Ma ci sono due riferimenti che vorrei sottolineare e parafrasare; li trovo molto adatti a descrivere l’attuale momento: “l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura” è il primo. Il secondo: “l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste/ Viva l’Italia, l’Italia che resiste”. Entrambi sono oggi più che mai necessari: il dovere di non abbandonarsi al piagnisteo, quello di mantenere aperti gli occhi preparandosi a resistere. Esattamente di questo ci sarà enorme bisogno non appena il virus sarà vinto e potremo tornare a muoverci e ad operare.
La molla del famoso boom degli anni Cinquanta che ha cambiato per sempre il nostro Paese è stata una forsennata capacità e voglia di lavorare, di darsi da fare, di ricominciare a costruire non solo case e fabbriche ma un futuro più solido di quel passato che la guerra aveva spazzato via.
Vitalità e fiducia ci hanno garantito i cinque o sei decenni di modernità e di benessere, tra i cui elementi includo il servizio sanitario dove medici e infermieri stanno dando in questi giorni prove di una professionalità al confine con l’eroismo.
Il proclama del presidente Conte, quel «faremo da soli» lanciato in faccia alla meschinità fiamminga, può diventare qualcosa di più di una semplice rivendicazione orgogliosa se poggiato sulla ripresa di una capacità imprenditoriale e creativa tra le più vivaci al mondo. Aiutata dallo Stato, naturalmente, ma aiutata per agevolare una più rapida ripartenza, non per tendere la mano verso un qualche sussidio.

Qui di seguito una delle versioni della canzone, da YouTube:
“De Gregori e Ligabue duettano dal vivo nella canzone “Viva l’Italia” (pubblicata dal cantautore romano nell’omonimo album del 1979), in occasione dello speciale “Viva il 25 Aprile”, condotto da Fabio Fazio e andato in onda il 25 Aprile 2015 da Piazza del Quirinale a Roma, per il 70° anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazifascista”.

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1 Comment

1 Comment

  1. Paola Farina

    5 Aprile 2020 at 19:22

    Una mia amica palermitana, grande fan di De Gregori, oggi di sua iniziativa mi ha girato l’articolo di Patrizia su Viva l’Italia con commenti entusiastici! Che dire… Grandi voi tutti! E io orgogliosa amica vostra!

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