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Fake news. Grazie dei rilievi critici, continuiamo ad essere vigili

di Giuseppe Mazzella
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Ringrazio quanti, Emilio Iodice (leggi qui [2]), Tano Pirrone (leggi qui [3]) e tutti gli altri che hanno apportato il loro contributo e le loro critiche al mio intervento sulle fake news. Questo è bello ed è il sale della democrazia. Ci si confronta liberamente, alla luce del sole, analizzando fenomeni importanti, e sempre esistiti, come le fake news, che stanno ricevendo una forte attenzione anche da parte della RAI, con la costituzione di una task force per combatterle, questo per dire che in periodo di coronavirus, anzi proprio in periodo di coronavirus, la questione non è di secondaria importanza.

Io vorrei aggiungere solo altre piccole considerazioni. E’ del tutto acclarato, e non bisogna essere storici per saperlo, che proprio nei periodi di crisi, nei quali il popolo è condizionato da emergenze gravi, avvengono fatti e vengono prese decisioni di cui ci accorgeremo solo in seguito. Ecco perché dobbiamo essere quanto mai vigili e attenti, farci delle domande e porci delle questioni.

E’ anche del tutto evidente che i mass media, anche quelli istituzionali come ho scritto, sono concentrate quasi esclusivamente sulla pandemia che ci ha colpiti. Anche gli inviati speciali all’estero ci ragguagliano solo sulla diffusione del virus in Cina, in India, negli Stati Uniti e in altri Paesi colpiti. E pensare che quelle stesse reti fino a poche settimane fa elargivano servizi su fatti e avvenimenti di ogni parte del mondo, anche minimi. Che succede?

Mi domando e domando a tutti. In altre occasioni, vedi terremoti, inondazioni, crisi politiche ed economiche, pur dando ai problemi di primo piano giustamente la preminenza, non era mai successo che tutte le altre notizie dall’Europa, dalle Americhe, dall’Asia, dall’Africa, fossero del tutto ignorate. Eppure abbiamo guerre in corso lontane e vicino casa, emigrazioni di intere etnie, crisi produttive e tensioni internazionali che sono del tutto taciute, carestie nelle quali in questo momento muoiono migliaia di bambini, guerre di intolleranza religiose, problemi verso i quali abbiamo sempre mostrato grande attenzione. Sparito, tutto sparito. E questo non vi allarma?

Ovviamente le mie sono domande, e tutti siamo alla ricerca di risposte. Vorrei ancora una volta, però, sottolineare certe anomalie. Credo che stiano succedendo cose importanti, delle quali non abbiamo ancora contezza. Almeno a me così sembra, con tutto il rispetto di chi sta perdendo la vita e la sta offrendo eroicamente nel cercare di curare gli ammalati di Covid-19.

Proprio per rispondere alle illuminanti indicazioni del prof. Iodice è necessario che raffiniamo sempre più il nostro sguardo, nel porci domande, nel cercare di darci delle risposte, per intravedere possibili soluzioni che formeranno il nostro domani.
Sulla questione fake news l’unica vera arma è la nostra capacità di leggere le notizie, come ancora una volta precisa Iodice, e su questo la stampa, nelle sue diverse applicazioni, un tempo considerata come “quarto potere” dovrà misurarsi come non mai.

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La stampa, infatti, oggi è chiamata ad una verifica profonda di verità, al di là delle proprie visioni politiche. In una battaglia in cui i media soprattutto quelli piccoli, autonomi e liberi, saranno quelli più a rischio, proprio a causa della crisi economica inevitabile che seguirà, e che rafforzerà i grandi gruppi di comunicazione. Un rischio non solo possibile, ma molto probabile per la libertà di pensiero. In questo momento centinaia di emittenti radio e tv piccole e medie, gli stessi quotidiani, stanno attraversando una grave recessione, senza avere particolare aiuto da parte dello Stato. Essi rappresentano il necessario scambio di visioni interpretative della realtà, senza il quale non si costruisce una nazione civile e all’altezza dei tempi.

Ecco perché invito tutti a stare molto attenti alla guerra contro le fake news, non per difenderle, ovviamente: non vorrei che dietro questa attività si possano nascondere intenzioni monopolistiche. Ne va di mezzo la nostra libertà, cioè il diritto di partecipare alle decisioni sul nostro futuro. E’ un diritto, ma anche un dovere. E in questo la stampa, come sempre, ma in particolare nella società complessa nella quale ci troviamo a vivere, è chiamata ad una grandissima responsabilità politica ma anche etica.