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Il punto sull’emergenza. L’opinione di Francesco Carta

Segnalato dalla Redazione
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Di Francesco Carta – già medico cardiologo presso l’Ospedale Dono Svizzero di Formia, attualmente assessore all’Ambiente, alla Sanità e al recupero di Santo Stefano della Amministrazione attualmente in carica – abbiamo pubblicato in passato articoli sulla situazione idrica e sanitaria di Ventotene in seguito all’allacciamento del dissalatore con la rete urbana (leggi qui [2]).
Di recente, il 20 marzo scorso abbiamo riportato la sua opinione sul Covid-19 in un altro articolo [3].
Sullo stesso tema ospitiamo oggi un altro scritto, di ieri 24 marzo, pubblicato anche sulla pagina Fb del comune di Ventotene


Ora bisogna spegnere l’epidemia, aiutiamoci a stare lontani
di Francesco Carta

Siamo già entrati in un mondo altro. Scrivo così poiché usare il termine un altro mondo potrebbe indurre chi legge a fare le corna.  La socialità è affidata a whatsapp, a internet, le riunioni si fanno in videoconferenza, si esce solo per comprare viveri e farmaci. Ora c’è questo accidenti di virus a riempire i nostri pensieri.
Devo ammettere che il “virus fesso”, termolabile, poco resistente, facilmente eliminabile con un pizzico di varechina, è diventato un incubo mondiale. Il nostro sistema immunitario non lo aveva mai incontrato né assaggiato così feroce. Sembra impossibile che tra i 50 virus di “razza corona” uno, all’improvviso, è riuscito a trovare le chiavi giuste per attaccare con successo l’umanità.
Ha fatto tutto da solo? Oppure gli abbiamo dato una mano? Con l’inquinamento (equiparate Lombardia con Wuhan)? Ipotesi? Sta di fatto che una piccola sequenza di molecole,  che probabilmente vive tra noi innocuo, all’improvviso è diventato un drago e ora bisogna domarlo.

Borrelli [Commissario straordinario di governo per l’emergenza virus – NdR] parla di un numero più ampio di portatori sani  o contagiati asintomatici.
Ne parlavo qualche giorno fa con Salvatore Valente, già professore di Fisiopatologia Respiratoria del Policlinico Gemelli. Anch’egli fa quest’ipotesi ma se è così e non ci si può far nulla, poiché è impossibile fare tamponi “take away” per individuare un potenziale contagiatore, ebbene questo fatto potrebbe tornarci utile poiché quando l’epidemia sarà conclusa, assieme alle vaccinazione anti-coronavirus, saremo a buon punto nel prossimo inverno ad aver creato la cosiddetta “immunità di gregge”.
Oggi bisogna concentrarsi nello spegnere l’epidemia. Per ottenere questo risultato occorre organizzazione e collaborazione evitando quanto più possibile il fai da te, le ordinanze miopi (tanto per intenderci quella fatta a Gaeta contro l’arrivo di proprietari di case vacanza), i posti di blocco deliranti e l’esibizionismo inutile.

La vera e unica impreparazione la stiamo scontando con mascherine e altri presidi per trattare i contagiati. Sono oggetti da utilizzare nella modalità “usa e getta”. Una volta usati vanno cambiati soprattutto nei presìdi sanitari.
Per l’identificazione del virus siamo secondi solo alla Corea per il numero di tamponi utilizzati. Ad oggi siamo a 296.964 esami effettuati.
Se la biologia molecolare presuppone un procedimento complesso per trovare il virus in una persona, allora è utile partire da un’altra direzione, che è quella di riscontrare gli anticorpi antivirali nel sangue della persona da esaminare. Il test se fatto in laboratorio con apparecchiatura dedicata, ha una affidabilità di oltre il 90%. L’utilizzo di questa metodica ci farebbe superare ogni ritardo o lungaggine nello screening dei pazienti, ottenendo anche buone informazioni sui pazienti convalescenti. In tal senso i sindaci del distretto si accingono a chiederne l’autorizzazione per l’uso in ospedale  dalla Direzione Aziendale.

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Purtroppo è giunto il freddo.
Ci sarà per qualche giorno e anche questo breve periodo sarà utile per capire il comportamento di questo virus. È probabile che si riscontri una qualche recrudescenza del contagio ma senza vederla non si può dire. In Lombardia, popolazione 10.060.574, dal 20 marzo al 21 ci sono stati +3.251 contagiati, dal 21 al 22 + 1.691, dal 22 al 23 +1.555, dal 23 al 24 + 1.942.
In Emilia Romagna (popolazione 4.459.477): dal 20 al 21 marzo +737, al 22 +850, al 23 +980, al 24 + 719. Dati altalenanti ma che non superano il migliaio di contagiati. Nel Lazio passiamo dal 20 marzo 1.088 a 1190 del 21 +182, al 22 siamo 1.383 contagiati +193, al 23 siamo a 1.540 +157, al 24 giungiamo a 1728 +188. Il Lazio oscilla, con un incremento di numeri piccoli circa 180 al giorno su di una popolazione di 5.879.082.

Veniamo ai dati della nostra provincia 24 marzo 2020: 216 casi complessivi con un aumento rispetto al 23 marzo di +23,  94 i ricoverati +6 , 15 i negativizzati, 10 i deceduti, 1.769 sono posti in quarantena -179 rispetto al 23 marzo, 1.887  hanno terminato il periodo di isolamento +448.
I 23 nuovi casi sono così distribuiti: Latina (4), Aprilia (4), Fondi (4). Terracina (3), Bassiano (2), Minturno (2), Itri (1), Sabaudia (1), Norma (1), Sezze (1).

Nota ASL: si raccomanda di recarsi in Pronto Soccorso solo se necessario e di far riferimento al numero verde 800 118 800, al 1500, al fine di gestire al meglio l’emergenza mantenendo gli standard di cura della sanità regionale.
Si ricorda inoltre che la Regione Lazio ha lanciato una nuova app per contattare il proprio medico quando c’è la necessità.
Si chiama LAZIODRCOVID e si rivolge:
– a chi è entrato in contatto stretto con persone positive al Covid-19;
– a chi è stato sottoposto a misure di sorveglianza attiva dalla Asl;
– a chi manifesta sintomi legati al Covid-19 (febbre, tosse, bruciore agli occhi).
L’app non è rivolta a tutti i cittadini e non è un servizio informativo; non è un servizio di emergenza e non sostituisce il servizio del Numero Unico delle Emergenze 112 o 118 che deve essere attivato da parte del cittadino in caso di emergenza sanitaria.