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La nostra Stalingrado (*)

di Tano Pirrone

 

«Alexa!… Mina»
«Vuoi ascoltare Mina?»
«Sì»
«Riproduco in ordine casuale i brani di Mina, da Amazon Music.»
«…»
«Quando sei qui con me │ Questa stanza non ha più pareti │ Ma alberi │ Alberi infiniti…»

Le parole e la musica di Gino Paoli, colonna sonora dei nostri anni lontani, si diffondono nel salone con la magica voce di Mina, che in questi giorni compie ottant’anni, essendo nata nel 1940, prima che la guerra devastasse il mondo, l’Europa, il nostro Paese.
Fuori un silenzio irreale, mentre un nuovo immenso esercito spazza via coetanei, soprattutto, ma non disdegnando anime giovani, spugne non ancora zeppe dell’acqua della vita.
L’esercito invasore non ha divise né elmetti, non imbraccia armi e non usa mezzi corazzati, non ha aviazioni né marina, ma usa il nemico (cioè noi) per spostarsi, colpire, avanzare…

Le nostre prime linee, pur con estremo sprezzo del pericolo, stentano a contrastare l’avanzata; non ci sono radar che tengano, né servizi segreti, spionaggio o controspionaggio che servano a registrare e comprendere le sue future mosse.

La Storia ci ha insegnato che qualunque invasore può essere contrastato e vinto, con la forza straordinaria che i popoli intimamente liberi riescono ad esprimere, rifiutando di essere sottoposti e vinti dagli invasori. Manca ancora la conoscenza piena del nemico, combattiamo con armi improprie, spesso inefficaci, ma abbiamo una forza che il nemico non ha – non può avere – la certezza intima, radicata, confermata dalla storia, che uniti si vince.
E che, come ci insegnò Bertold Brecht, indimenticabile maestro: Beati i popoli che non hanno bisogni di eroi!

Resistenza, Resistenza, Resistenza!


(*)
– La battaglia di Stalingrado si combatté per la difesa della città dallo spietato attacco nazista dall’estate del 1942 (Mina aveva due anni compiuti ed io ero lì per essere concepito, spermatozoo alacre e combattivo, che vinse allora la sua prima battaglia e che sotto forma di vecchio appesantito spera – e fa di tutto – per vincere anche questa in corso) al 2 febbraio 1943. Fu anche battaglia di popolo, che resistette oltre ogni limite di sopportazione, e si dovette ai valorosi soldati, e fra loro i cecchini abilissimi. Fu la grande prima sconfitta dell’esercito del male. Ci sono parecchi film che trattano della battaglia, ma il mio preferito è “Il nemico alle porte” di Jean-Jacques Annaud (2001), con Jude Law, Rachel Weisz, Joseph Fiennes e Ed Harris. È la storia, non provata storicamente, del duello, durato quattro giorni, fra due cecchini, il russo Zajcev e il tedesco Erwin König.

Foto di Carmelo Gaudioso

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