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La musica, mia nonna Matilde e io

di Maddalena Del Ponte (Maddy)

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Volevo innanzitutto ringraziare Silveria per il bellissimo articolo che ha voluto fortemente dedicarmi (leggi qui [1]) e poi naturalmente tutta la redazione, Luisa, i due Sandro ed Enzo Di Fazio che anche io purtroppo non ho il piacere di conoscere.

Canto da una vita. Tutto è cominciato per caso; le mie prime prove le facevo con le basi in musicassetta che compravo da Ricciolino.
Ho suonato l’organo in chiesa per circa quindici anni a Santa Maria, dove vivo, e don Salvatore mi procurava le musicassette dei canti. Io le ascoltavo a casa, imparavo e poi le proponevo al coro e le insegnavo agli altri: Silveria ne è testimone…
Tutto questo premettendo che non conosco la musica, non l’ho mai studiata. Ho il gran dono di avere un ottimo orecchio musicale e dunque suono “a orecchio”, anche un po’ il sax ed il basso elettrico; dono – la predisposizione per la musica – ereditato dalla mia nonna materna Matilde che purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere.
Tutti però mi dicono che la nonna in quel di Frontone sapeva suonare il violino e spesso intratteneva gli amici fuori al cortile con la sua musica.
Anche la passione per le lingue straniere l’ho ereditata da nonna Matilde. Non so come e perché ma parlava senza problemi con i coatti relegati a Ponza; infatti mamma mi diceva che Maria Di Fazio la chiamava qualche volta al suo negozio di alimentari per farle da traduttrice, perché lei non li capiva, invece nonna ci parlava tranquillamente.

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Però una cosa è certa: sono innamorata della musica.
Sono fondamentalmente una persona timida e molto riservata ma quando canto mi trasformo e vengo inconsapevolmente trasportata in un mondo tutto mio; la cosa che più mi gratifica è che questa mia forte emozione che vivo in ogni pezzo che faccio, viene percepita da chi mi ascolta, almeno tutti mi dicono così.
La scelta dei miei pezzi è dettata il più delle volte dalla musica; in seconda battuta dal testo.

Adoro i cantautori italiani, amo Patty Pravo e la musica italiana e straniera dagli anni ’60 80; in particolare amo gli anni ’70.
Ogni canzone che interpreto la vivo in maniera profonda, non so spiegarlo a voce ma con la mia interpretazione ci riesco pienamente.
Vivo le canzoni che interpreto con tale intensità che spesso devo trattenere le lacrime per quanto mi emoziono.
Ora basta; spero di non aver annoiato troppo.
Grazie ancora per l’accoglienza del mio pezzo e in questo tempo così difficile spero che la musica possa davvero aiutare e regalare momenti rilassanti e spensierati a tutti… Nei miei momenti difficili non mi ha mai delusa… per me è stata sempre salvifica.

Saluti a tutti
Maddalena

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Matilde di Frontone
appendice di Silveria Aroma

Mi sento legata a Frontone da sempre.
Da bambina salivo – sulle spalle dell’uomo di turno – dalla spiaggia alla vigna attraverso il sentiero e le scale. Guardavo tutto con curiosità. Un serpente essiccato intorno ad una canna, come uno spiedino cotto al sole, resta fra le mie istantanee mnemoniche da oltre quarant’anni.
Al ritorno – dopo aver scaricato l’uva nel palmento a Santa Maria – mio nonno mi lavava i piedi e mi calava nella vasca piena di grappoli. Mi reggeva mentre ridendo affondavo negli acini caldi di sole.

Vista con gli occhi e respirata attraverso i racconti di mia nonna Silvia, Frontone risuona in me anche nelle sue storie più vecchie.
Ora a continuare per me il racconto frontonese c’è zio Piero.

Matilde suonava rallegrando l’intera contrada, talvolta si ballava. Parlava una lingua slava imparata forse in Dalmazia.
I suoi nipoti non la chiamavano nonna ma “mamma ’ross” (mamma grossa), perché era una donna piccola, minuta ma estremamente generosa, pronta ad accogliere chiunque.
In spiaggia, di notte, recitava le orazioni per consolare le donne in attesa di una risposta riguardo a figli, mariti, fratelli in guerra.

Sorella di Amalia, entrambe figlie ’i zi’ Camille, era zi’ Mitirde per Tommaso Lamonica che per quella porzione di isola, ha espresso grande passione nella sua poetica (che adoro!), e in certe giornate di vento e gabbiani, mentre cammino sotto i pini, ritrovo i suoi versi…

Le foto di Matilde arrivano dall’Elba dove un paio di anni fa ho incontrato il più piccolo dei suoi figli, Umberto; quello che bambino – per dispetto – turcév’ ’u cuòll’ alla seppia femmina di mia nonna… e lei lo rincorreva fino a casa, fin sotto il letto di sua madre.

Non solo testimonio in favore della versione di Maddy ma vorrei anche organizzasse qualcosa per far cantare ancora le sue vecchie coriste. Ti avverto: siamo fuori allenamento, ci dovrai tenere a lezione per mesi!