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Spiaggiati dalle onde

di Luciano Bernardo

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Mercoledì scorso sono andato al mare per vedere se la forte mareggiata sul litorale romano aveva trascinato a riva qualche reperto interessante.  Gli spiaggiamenti erano tutti concentrati in una fascia di poche decine di metri, voleva dire che s’era realizzata una particolare convergenza di onde e correnti. Tra i cumuli di alghe, c’erano astucci ovarici di razza e grappoli di uova di seppia, che proprio in questo periodo entrano in fase riproduttiva

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Astuccio ovarico di razza

[2]

Uova di seppia

Ho trovato i fragili gusci del cosiddetto “riccio di sabbia” e molti esemplari ancora vivi del bivalve Mactra stultorum, che ho rigettato in acqua. La mareggiata è stata così violenta che ha strappato dal fondo perfino spugne e ascidie, come la “patata di mare”. Quest’ultima, vive oltre i 5 metri di profondità e ha una forma a barilotto con un sifone superiore per aspirare l’acqua e uno laterale per espellerla, dopo aver trattenuto ossigeno e nutrimento. Nella fase larvale, sembra un minuscolo girino con la coda sostenuta da una specie di colonna vertebrale, che scompare con la metamorfosi. Tanto basta per considerare questi animali i più probabili antenati dei vertebrati, quindi anche dell’uomo.

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Ricci di sabbia (Echinocardium cordatum)

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Spugna candelabro (Axinella cannabina)

Nel detrito, ho trovato anche oloturie, attinie e una piccola torpedine. La vera sorpresa, però, è stata il ritrovamento di un “granchio ragno” perfettamente integro, con le sue lunghissime e sottilissime zampe. Questo delicato crostaceo è facile preda di molti pesci, così ha l’abitudine di mimetizzarsi ricoprendosi con alghe e spugne, per questo è anche chiamato “granchio decoratore”. [5]

Patata di mare  (Halocynthia papilllosa)

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Granchio ragno (Inachus sp.)