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Epicrisi 269. Giornata della donna… a prova di virus

di Luisa Guarino

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C’era una volta la Giornata internazionale della donna, banalizzata in seguito come Festa della donna, entrambe celebrate in data odierna, 8 marzo: la prima in qualche modo sopravvive anche quest’anno, mentre la seconda è stata spazzata via dal Covid 19 e dalla paura del virus. Niente cene e feste in discoteca, mentre in giro si vedono solo sparute confezioni di cioccolatini e mazzetti di mimose: peccato per le mimose, che sono belle, profumate e sanno di sole.

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Tornando alla Giornata internazionale della donna, anticipata l’altra sera su RaiTre dal film “Sufragette”, bello e intenso, e che illustra un momento determinante per le battaglie portate avanti dalle donne per la conquista dei loro diritti, di quali risultati andiamo parlando? Mi riferisco in particolare a un breve articolo comparso l’altro ieri su Repubblica basato su recenti dati Istat: “Calano gli omicidi, ma non i femminicidi. Otto donne su dieci conoscevano il killer”. Ogni commento è superfluo, e ripetere ogni anno questo trito rituale sembra una presa in giro.
Non resta che consolarsi con le donne del mondo antico [2], richiamate all’attualità da Pasquale Scarpati nelle vesti di un nonno che si rivolge al nipotino, anche troppo paziente. Ecco dunque Acca Larenzia, Rea Silvia, le Sabine, Lucrezia, Clelia, Veturia Volumna, e Galla Placidia con il suo mausoleo dal soffitto stellato; “stelle belle e diverse come le donne” chiosa il nostro.

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E nel solco di una particolare attenzione all’universo femminile si colloca anche la presentazione a Roma del libro Donne di mafia [4] di Liliana Madeo, segnalata da Sandro Russo. Nel testo la donna appare come faccia nascosta del potere mafioso, ma dalle pagine emergono anche storie positive e piene di speranza, “voci di donne che chiedono giustizia e verità”.

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L’attualità incombe e sovrasta la settimana appena conclusa, e il nostro sito non può sottrarsi alla miriade di notizie che riguardano il Coronavirus, con molte implicazioni che interessano la nostra isola, come Ponza ai tempi del Coronavirus [6] di Enzo Di Giovanni, attenta e pacata disamina che contiene un invito ai compaesani perché imparino a difendere la propria identità, a produrre, e a non puntare soltanto sul turismo, che peraltro è in declino da noi come dovunque.
Considerazioni sulle problematiche che il nostro Paese sta affrontando le esprime anche Pasquale Scarpati con L’albero, Veruccio e le paure [7].

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Iniziative a tutela della popolazione vengono illustrate da Luigi Pellegrini in “Il Coronavirus a Ponza [9]; mentre la rassegna stampa [10] di ieri 7 marzo contiene la richiesta di un presidio pre-imbarco nell’isola avanzata dal Meetup 5Stelle di Ponza; ad essa segue l’intervento di Danilo D’amico che segnala l’emergenza nell’isola, con un plauso allo stesso Pellegrini “il solo che si dà da fare”.
Invece “Un altro modo di vedere i fatti” [11] a proposito del Coronavirus ce lo offre sempre ieri Sandro Vitiello, riportando un articolo che documenta, negli ultimi decenni, la restrizione delle spese per la Sanità (e quindi l’insufficienza di posti in terapia intensiva), a fronte di enormi spese affrontate per una portaerei e per ben novanta caccia F35.

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Ma c’è anche chi, come Silverio Lamonica e la sottoscritta, scelgono di combattere il virus con l’arma dell’ironia e del sorriso: da qui il sonetto Tenimmece a distanza ‘i sicurezza [13] proposto da Silverio “per stemperare la tensione” e il mio scritto Contro il Covid 19 Mamma Rai cala l’asso [14] in cui il rimedio per aggiustare una serata pessima è un film che ha trent’anni sulle spalle ma non li dimostra, “Pretty Woman” appunto. La mia tesi viene confortata il giorno seguente da un commento di Stefano Balassone nella sua rubrica su la Repubblica, Onda su Onda, dal titolo “Pretty Woman, il salvagente tv in tempi di crisi”.

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Focalizzando l’attenzione su Ponza, urge evidenziare l’esame che Franco De Luca fa del rapporto tra la parte nord e quella sud dell’isola in Le Forna, il riscatto [16] in cui l’autore prende le mosse da una sua pubblicazione del lontano 1984 “Ponza, quale futuro?”. Nello scritto De Luca, sottolineando le capacità imprenditoriali messe in campo negli anni dagli abitanti di Le Forna, invita l’Amministrazione a porre maggiore attenzione per il futuro alle loro esigenze e al loro sviluppo. Riguarda sempre Ponza, ma sotto tutt’altro profilo, il delizioso racconto di Rosanna Conte sulla presenza della filuga ponzese [17] nella fiction “L’amica geniale 2” che si è appena conclusa su Rai Uno: la già leggendaria “Zannone 1954” di Claudio Romano, rimessa in mare nel 2018 dopo diversi anni, completamente restaurata dai Cantieri Porzio, e che un tempo si chiamava “Sant’Aniello”.

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Ponza e i ponzesi sono ancora una volta protagonisti nell’articolo di Biagio Vitiello Caccia no, caccia sì… perché? [19]: l’argomento è tra i più sentiti per l’intera popolazione isolana, e trae a sua volta spunto da un precedente scritto di Riccardo Alongi [20] sullo stesso argomento: i commenti fioccano.

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Inoltre il punto di vista di Alongi offre a Sandro Russo il destro per le profonde considerazioni espresse in “Il mondo che vediamo” [22], che nel suo commento Silveria Aroma giustamente definisce “emozionante”.

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Ma oltre agli scritti la settimana propone anche due video, uno di casa nostra dedicato a Ventotene [24], e I luoghi comuni sugli italiani [25], un’efficace iniezione di ottimismo in un momento tanto buio per il nostro Paese.

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Il 2022 è alle porte [27], ricorda nel suo scritto inviato alla Redazione Danilo D’Amico, secondo il quale in vista delle prossime amministrative il passato è da spazzare via completamente, per lasciare spazio ai giovani e offrire loro una possibilità, possibilmente slegati “dalla politica del continente e dal burattinaio di turno”. Parole forti e importanti.

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A fare da contraltare arrivano i pensieri di Sandro Russo contenuti nelle sue Farneticazioni del mercoledì mattina [29]: rivisita il concetto di caccia, rifacendosi a un magnifico film recente parla di “miracolo della coscienza”, e riferendosi a D’Amico ricorda come “la voce dei giovani sia sempre la stessa, in ogni epoca”. Ma conclude in maniera alquanto enigmatica: “Qualcuno crede di essere la persona che non è”. [30]

Tra un enigma e l’altro, come si legge nell’impareggiabile “Settimana Enigmistica” torniamo da dove siamo partiti, la Giornata internazionale della donna: che ci piace celebrare ricordando la recente vittoria della Bull Basket Ponza [31], con la conquista del terzo posto. Bravissime, ragazze, grazie. Vi dedichiamo questo 8 marzo 2020.