Ambiente e Natura

La filuga ponzese in “L’amica geniale”

di Rosanna Conte

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Anche la terza puntata della nuova serie de L’amica geniale, la fiction tratta dai romanzi di Elena Ferrante, ha avuto un alto numero di telespettatori.

Lila

Indubbiamente è coinvolgente l’articolazione della trama che ricalca la vita quotidiana della gente comune seguendo un percorso deviabile dall’irruzione di imprevisti abbastanza realistici, dove la volontà del singolo ha un suo ruolo. Anche il ritmo non incalzante delle azioni, la nascita e lo sviluppo dei sentimenti accompagnano senza scossoni la partecipazione emotiva di chi segue le vicende e favoriscono l’effetto di immedesimazione. Le buone fiction sono come le belle affabulazioni dove si costruiscono, si spostano e s’incrociano azioni e sentimenti senza sbavature né forzature.

Attratti dalle vicende delle due protagoniste, possiamo non aver notato, se non per chi ha un minimo di cognizione di barche, che anche Ponza si è intrufolata in alcune scene che sono passate sotto i nostri occhi e l’ha fatto con la barca scelta per le scene sul mare, perché a guardar bene Lila e Lenù a Ischia si sono servite di un gozzo e di un marinaio ponzesi.

Claudio Romano in una scena della fiction

Zannone 1954 a Ponza

E’ Zannone 1954 di Claudio Romano che siamo abituati a vedere in attività qui a Ponza, ma che questa volta è servito a raccontare quanto succedeva ad Ischia. Beh, per la verità quelle non erano le acque dell’isola verde, ma di Gaeta, perché è qui che sono state girate gran parte delle scene ambientate ad Ischia.

Claudio è orgoglioso della sua feluca ponzese, al di là della partecipazione alla fiction. Intanto la sua è la quarta generazione che utilizza questo tipo di barca, ma poi ci tiene a dire che suo padre, Aniello, la fece costruire nel 1954 dai cantieri di Gennaro Aprea, a Sorrento, dove erano stati costruiti anche il San Ciro e il Santa Rosa di Giuseppe ‘i Mamena, mio nonno materno, indubbiamente modelli di riferimento per il Sant’Aniello, il nome originario di Zannone 1954.

Il San Ciro

Abbandonata dopo l’incidente vissuto da suo padre, Claudio qualche anno fa ha deciso di recuperarla. Si è affidato ai Cantieri Porzio, dove con l’intervento appassionato di Giuseppe l’exSant’Aniello è stato rimesso in mare col nuovo nome, in ricordo dei suoi frequenti viaggi per trasportare i fanalisti a Zannone.

Di questo recupero encomiabile aveva parlato Giovanni Hausmann in un articolo di qualche anno fa (leggi qui) sottolineando l’importanza di conservare questo patrimonio della marineria ponzese.

Le caratteristiche estetiche e strutturali della nostra feluca, ampiamente descritte da Hausmann in La filuga ponzese costituiscono un giusto motivo per la nascita dell’associazione La Schiocca finalizzata alla conservazione di questo tipo di barca (leggi qui).

Il fascino della feluca ponzese, quindi, non tramonta, a quanto pare, visto che è stata scelta fra tante per essere inserite in una fiction attenta al contesto socio-ambientale. La sua bellezza, la sua capacità di tenere il mare nonché la sua storia che è anche la nostra storia, quella dei nostri pescatori, ci spinge a valorizzarla in ogni occasione per non lasciarla cadere nel dimenticatoio e sacrificarla sull’altare di una fraintesa modernità.

La pesca

Sono sicura che finché ci saranno persone che amano il mare vissuto come via di conoscenza e di incontro con l’altro, come risorsa da cui trarre il proprio sostentamento e come elemento naturale da rispettare nella sua bellezza e nella sua furia e pericolosità, la feluca troverà sempre posto nel loro bagaglio culturale e sentimentale.

Al resto provvederanno i nostri bravi maestri carpentieri che la feluca hanno imparato a conoscerla e ad amarla da piccoli seguendo i loro padri nei cantieri della nostra isola.

1 Comment

1 Comment

  1. Luisa Guarino

    5 Marzo 2020 at 18:37

    Ho letto con grande interesse questo scritto di Rosanna. Se avessi saputo prima del coinvolgimento ponsese, avrei guardato con ancora maggiore attenzione la puntata della gita in barca de “Il nuovo cognome”, secondo capitolo della saga di Elena Ferrante “L’amica geniale”. D’altronde mi aveva molto colpito già a suo tempo quanto scritto da Giovanni Hausmann a proposito della filuga ex Sant’Aniello trasformata grazie all’opera dei Cantieri Porzio di Ponza nell’attuale magnifica Zannone 1954.

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