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Epicrisi 267. Tra albe e tramonti con lo sguardo a Ponza e il pensiero al coronavirus

di Enzo Di Fazio 

 

L’approccio all’epicrisi domenicale avviene il sabato quando il sito ha ormai già raccontato quasi tutto della settimana che l’ha attraversato salvo poi ad integrarne il costrutto con gli ultimi articoli arrivati.
Per essere pronti alle primi luci della domenica, si comincia, quindi, il giorno prima e ieri alle prime ore del mattino, quando, come d’abitudine, avvio il pc per aggiornare la mia quota di rassegna stampa, sono stato attratto dai colori di una bellissima alba alla cui evoluzione ho avuto la fortuna di assistere dal terrazzo di casa, a Formia.

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E quasi in contemporanea mi sono arrivate da Silveria Aroma delle immagini, ancora più belle, dell’alba di Ponza che non potevamo non condividere con i lettori di Ponzaracconta.

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Non parliamo mai di foto nelle nostre epicrisi. E’ una mancanza, penso. Soprattutto quando alcune di esse hanno la forza di trasmettere emozioni. Come avviene con quelle di Silveria che, soprattutto in questa parte dell’anno fatta di giornate terse e ricche di luce, sa catturare  i colori  e le sfumature della natura mentre l’isola si prepara alla primavera.
Un esempio: Ponza in rosa che, inserita ad apertura della RS n.223, ci ha fatto compagnia per quasi tutta la settimana.

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Torniamo, però, all’alba di ieri.

Mentre ammiravo quei colori che danno pacificazione e allontanano i brutti pensieri, dalla radio accesa mi sono arrivate le ultime notizie sui contagi da coronavirus in Italia. Quelle notizie, d’improvviso, mi hanno distolto dal piacevole momento di isolamento e di suggestione che stavo vivendo facendomi precipitare nella realtà quotidiana fatta di paure, contraddizioni ed incertezze.

Mi si è così palesata di botto la fragilità del mondo in cui viviamo e l’incapacità dell’essere umano di rendersi conto di quanto siamo vicini gli uni con gli altri. Il coronavirus dalla Cina è arrivato in Italia e, se fino a ieri non ci preoccupava, oggi, avendo perso la sua lontananza esotica,  lo vediamo come una minaccia. Così come non ci rendiamo conto di quanto sia ognuno di noi coinvolto in tutti quei problemi che pensiamo distanti, come l’inquinamento, lo scioglimento dei ghiacciai, i cambiamenti climatici, la distruzione della foresta amazzonica, la forza dirompente della povertà e delle sofferenze degli ultimi della terra. Dimentichiamo che una responsabilità di quello che accade ce l’abbiamo tutti, anche se è difficile ammetterlo.  Presunzione, egoismo e mancanza di conoscenze sicuramente sono alla base dei mali fatti alla Terra.
Lo ricorda anche Rosanna nell’articolo “A ridosso di un sito di “non notizie [5]” dove  parla di intelligenza artificiale e della tendenza sempre più frequente a delegare a questa tante funzioni, finanche, in alcuni casi, la capacità di elaborare pensieri e scelte.

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Il mondo sta andando ormai in quella direzione con macchine a guida autonoma, assistente personale che traduce in tempo reale le nostre frasi in un’altra lingua, gestione a distanza degli apparati domestici, consulenza finanziaria fatta da robot, biotecnologia medica avanzata e tante, tante altre cose. Si chiede Rosanna “l’intelligenza artificiale potrebbe essere la salvezza del pianeta Terra?
Saprà l’uomo trarne il giusto profitto senza farsi sopraffare? Io dico che ci riuscirà nella misura in cui saprà anteporre a quelle scelte i valori che gli derivano dall’etica, dalla morale e dal rispetto del prossimo e dell’ambiente. E questo solo il futuro potrà confermacelo.

Intanto per cambiare le cose potremmo ispirarci tutti al colibrì della favola africana che mentre tutti scappavano dalla foresta in fiamme, compreso il leone, lui volava in direzione del fuoco e al leone che gli chiedeva dove andasse, diceva “Porto l’acqua per salvare la foresta” e alla successiva replica “Ma che fai, sei così piccolo” rispondeva “Faccio quello che posso”.

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Ecco, questo dovrebbe fare ciascuno di noi: quello che ognuno di noi può fare. Anche se la realtà ci sfugge spesso di mano e siamo incapaci di governarla venendone sopraffatti.
Se riuscissimo a calare questo comportamento nella nostra realtà isolana forse ne guadagneremmo in termini di coesione sociale, collaborazione e benessere per tutti.

In alcuni scritti della settimana, come in Manca sempre qualcosa… [8] e Sono un refolo senza vigore [9] di Franco De Luca, si avverte il disagio verso il pericolo della perdita di identità isolana e la sofferenza verso la tutela dell’interesse privato, l’individualismo di chi a Ponza è ancora lontano dal metter il bene comune al centro dei cambiamenti. “C’è una trasformazione in atto che mi riesce difficile cogliere. Spero e mi prodigo affinché la comunità isolana non perda la sua identità” dice Franco e ancora: “Del nuovo assetto del porto se ne parla come se la cosa non dovesse cambiare la vita giornaliera dei ponzesi. Sembra che nessuno abbia interesse ad approfondire, a chiarire a delucidare. Chi ne parla mostra un interesse privato…

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E’ evidente il malessere di Franco provocato dall’analisi della realtà isolana ma ben altro malessere provoca la lettera-denuncia [11] che Emilio Aprea invia, nella qualità di presidente della Pro Loco, alle autorità regionali e, per conoscenza, ai sindaci di Ponza e Ventotene. Qui si va ben oltre la realtà isolana.
La lettera è una legittima accusa per la mancanza di una politica regionale rivolta concretamente alla promozione del nostro arcipelago e del loro patrimonio turistico-culturale. Un difetto da non poco visto che l’ultimo Piano Regionale triennale sul Turismo dedica per la prima volta un intero capitolo al mare, al litorale costiero, alle isole e alle strategie possibili per generare un’economia sostenibile.

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La Regione appare distante, come in effetti è, se il governatore in circa 10 anni di presidenza non si è mai fatto vedere a Ponza. E’ distante per la responsabilità di avallare le anacronistiche scelte operative e gestionali di una compagnia di navigazione che, con alcuni mezzi, ancora oggi impiega tre ore per percorrere 37 miglia e costringe i passeggeri con mobilità ridotta a viaggiare nel garage assieme agli autoveicoli e alla merce. A sottolineare i disservizi della Laziomar ci pensa anche l’on.le Trano del M5S, come riportato nella Rassegna Stampa del 19 febbraio [13].
E’ tutto vero quello che dice il presidente della Pro Loco e ci auguriamo che anche l’Amministrazione si faccia carico di quanto denunciato con  opportuni interventi sollecitando azioni e provvedimenti.
Sappiamo anche dei tanti fondi stanziati per opere riguardanti Ponza, dalla casa del guardiano di Zannone alla messa in sicurezza di cala Fonte per finire al tunnel romano di Chiaia di Luna. Al riguardo tiriamo fuori un vecchio annuncio del marzo dello scorso anno (leggi qui [14]) e ci farebbe piacere conoscere, anche se per grandi linee, lo stato dell’arte di tanti e tali progetti.
Ma di immobilismo e inefficienze sembrano soffrire anche le isole cugine se, come denuncia Giuseppe Mazzella di Rurillo in “Niente di nuovo sotto il sole di Ischia [15]”, l’isola madre attende ancora, da 70 anni, un Piano Regolatore Generale Comprensoriale.

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Solo opacità e problemi? No.
C’è per fortuna – un movimento sull’isola che, nato qualche anno fa, va sempre più nel senso del recupero delle tradizioni e dell’identità culturale. Mi riferisco ai Custodi della Terra che si prefiggono di recuperare il rapporto antico che c’è stato tra i nostri avi e la terra che li ha ospitati, consentendo loro di vivere e migliorarsi. L’altra domenica, attraverso una nutrita delegazione, i Custodi della Terra hanno partecipato all’incontro tra produttori agricoli che, significativamente denominato “Scagnammece ‘a semmenta [17]”, si è tenuto in prossimità di Napoli, a Pianura.
Ce ne parla in un interessante racconto, ricco di foto, Enzo Di Giovanni.

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C’è da augurarsi che l’attività di questa Associazione sia sempre più proficua e vada nel senso del rispetto e dell’amore verso la terra così come auspicato da Enzo Bianchi (vedi commento a “Custodi della terra… da Ponza verso il mondo [19]“). Perché fare bene le cose in un microcosmo come un’isola significa andare nella direzione difficile ma giusta, come quella del colibrì.

E a ben vedere in quella direzione vanno tante altre iniziative  di cui è stato scritto sul sito, come quelle del Parco del Circeo con “Nonostante… in natura sto bene [20]”, o della Ministra della P.I di portare l’obbligo scolastico già a tre anni [21]   o  del Salone del libro di Torino Adotta uno scrittore .  [22] L’iniziativa del Parco si concretizza in un progetto impegnato nel recupero, attraverso il contatto con la natura e l’assistenza di psicologi, di bambine e bambini con aspetti deficitari nell’ambito motorio, comportamentale, sociale e psichico. Ridurre l’obbligo scolastico a tre anni significa ampliare le possibilità di socializzazione dei bambini e, soprattutto, le loro conoscenze, elemento basilare, come tante volte abbiano avuto modo di dire, per commettere meno errori nella vita. Adottare uno scrittore mira a rendere la lettura un gesto familiare e quotidiano, comportamento anche questo che va verso l’ampliamento delle conoscenze.

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Uno sguardo infine a cos’altro ci ha riservato il sito nella settimana.
Innanzitutto un momento triste con la notizia della perdita di Franco Francavilla, [24] ponzese in Sardegna da tantissimi anni ma legato a Ponza come tutti quelli che sono andati via per motivi di lavoro o di famiglia. Ne traccia un bel ricordo [8] Franco legato agli anni e ai luoghi dell’infanzia.

C’è poi il bellissimo articolo/racconto di Gabriella Nardacci sui nonni [25], figure di riferimento nella sua vita come in quella di ognuno di noi con esperienze e storie diverse ma tutte ricche di insegnamenti, di affetti e di valori.

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E, per chi ama la buona musica e i grandi autori, Leonard Cohen [27] proposto da Sandro Russo.

Sto per chiudere questa epicrisi con l’orecchio sintonizzato sulle notizie che vengono dai telegiornali sulla diffusione del coronavirus.
I casi accertati in Italia, al momento circoscritti al Lodigiano della regione Lombardia e ad un comune della provincia di Padova nel Veneto, sono circa 70, in progressivo aumento. Ciò nonostante, gli annunci non sono allarmanti.
Sul sito abbiamo pubblicato un elenco, raccomandato dal Ministero della Salute, di 10 comportamenti da seguire [28]per evitare di essere contagiati ed evitare allarmismi. Vi è allegato anche un video esplicativo di facile comprensione.

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Mettetele in pratica quelle istruzioni  ma, poi –  mi raccomando – per allontanarvi da  questo momento di comprensibile preoccupazione e tensione, passate alla leggerezza, alle magie e ai virtuosismi dei Momix [30] proposti da Sandro.

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Buona domenica a tutti.