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Carnevale 2020

poesia proposta e tradotta da Silverio Lamonica
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Archiviato San Valentino, sopraggiunge il Carnevale. Anzi, ogni anno Carnevale fa capolino già ai primi di febbraio con l’arci-seguìto Festival di Sanremo dove c’è sempre qualche cantante che si esibisce vistosamente travestito.
Poi il Carnevale passa per Viareggio e lì, almeno dieci giorni prima del martedì grasso, gustiamo le sfilate dei maestosi carri allegorici. Quindi, attraversando tante altre amene contrade del Bel Paese, approda nella stupenda laguna di Venezia, i cui calli, rii e campielli si animano di maschere dai costumi multicolori. E va a “morire”, infine, a Milano col Carnevale Ambrosiano il sabato successivo al “martedì grasso”, detto “sabato grasso” che coincide quest’anno, col 29 di febbraio.

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Per ricordare un così festoso appuntamento annuale, ho scelto un componimento della poetessa americana Rebecca Lindeberg, autrice di Love, an Index (da cui è tratta la poesia che propongo) e The Logan Notebooks, con cui ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti letterari. Lindeberg ha ottenuto un Dottorato di ricerca in Letteratura e Scrittura Creativa presso l’Università dello Utah ed è membro della Facoltà di Poesia presso l’Università di Cincinnati (dal suo profilo in internet).

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Carnival
by Rebecca Lindenberg

The mask that burns like a violin, the mask
that sings only dead languages, that loves
the destruction of being put on. The mask
that sighs like a woman even though
a woman wears it. The mask beaded with
freshwater pearls, with seeds. The plumed mask,
the mask with a sutured mouth, a moonface,
with a healed gash that means harvest. A glower
that hides wanting. A grotesque pucker. Here’s
a beaked mask, a braided mask, here’s a mask
without eyes, a mask that looks like a mask
but isn’t—please don’t try to unribbon it.
The mask that snows coins, the mask full of wasps.
Lace mask to net escaping thoughts. Pass me
the rouged mask, the one made of sheet music.
Or the jackal mask, the hide-bound mask
that renders lovers identical with night.

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ed ecco la mia libera interpretazione

Carnevale

La maschera che s’infiamma come un violino,
la maschera che canta solo lingue morte,
che ama distruggerti quando la metti.
La maschera che sospira come una donna,
anche se una donna l’indossa.
La maschera imperlata di perle d’acqua dolce, di semi.
La maschera piumata,
la maschera con la bocca suturata, a falce di luna,
con uno sfregio guarito, che significa raccolta e
uno sguardo torvo che vuole celare una ruga grottesca.
Ecco una maschera col becco,
una maschera con le trecce,
ecco una maschera senza occhi,
una maschera che sembra una maschera
ma non lo è…
per favore, non tentate di disfarla.
La maschera da cui nevicano monete,
la maschera piena di vespe.
Maschera di pizzo a rete, scacciapensieri.
Passami la maschera imbellettata,
quella pazza per gli spartiti musicali
o la maschera dello sciacallo,
la maschera destinata a nascondere,
che rende gli amanti uguali alla notte.

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Nota dalla Redazione – Numerose le rievocazioni del Carnevale sul sito: a Ponza e fuori dell’isola, con tante foto, da quello “storico” del 1965 in poi…
Digitare – Carnevale – nel riquadro “Cerca nel Sito” per averne un’idea

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25 febbr. 2020 – Aggiornamento/Commento dello stesso Silverio al suo articolo

Silve’, cu’ tutto’u coronavirus, parl’ ancora ’i carnevale! – Mi dirà più di un lettore di questo sito. Ebbene sì, parlo del carnevale 2020, che doveva essere festeggiato proprio oggi e a causa della minaccia di questo virus non se ne parla più, già da tempo. Oddio, nelle scuole dell’infanzia ed elementari del centro sud, molti bambini si recano mascherati. Ma nulla o poco di più. Siamo sul chi va là titubanti e timorosi che da un momento all’altro, questo maledetto morbo venuto dall’oriente possa colpirci. Del resto anche questo sito, tranne il mio articolo, non fa menzione del Carnevale 2020, né lo ha fatto nell’ultima “Epicrisi”; ciò dimostra, ancora una volta, che la preoccupazione è tanta e sgombera la mente dalle cose liete.

Così abbiamo dismesso le maschere fantasiose e variopinte, per indossare quelle antisettiche e antivirali che ormai troviamo solo al “mercato nero”, per cui molti vanno in giro coprendosi la bocca con foulard e grossi fazzoletti di tela. Però, se ci fate caso, è cambiata la foggia, ma sempre di maschere si tratta e possiamo dire che, malgrado tutto, la mascherata del carnevale continua.

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Emblematica è la foto che allego: Venezia, un poliziotto munito di maschera antivirale avvisa la signora in maschera che il carnevale è finito… ma è soltanto un mero “passaggio di consegne”.

Forse a qualcuno sembrerà superficiale e fuori luogo questo mio commento. Niente di tutto ciò e sapete perché? Perché “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola” (Paolo Borsellino)

Perciò affrontiamo questa emergenza con mente lucida e nervi saldi, per non commettere sciocchezze e se possiamo, distraiamoci con le sfilate del carnevale, anche se “di repertorio”.
Ve lo raccomanda un 78enne, ormai facente parte della categoria di cittadini più a rischio.